Le tendenze macroeconomiche del processo di ristrutturazione capitalistica
Luciano Vasapollo
Rita Martufi
Quarta parte: Le dinamiche evolutive dei processi di internazionalizzazione
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Ed ancora è interessante analizzare la Tab.33 che mette
a confronto le strutture proprietarie di alcuni paesi; dall’esame dei dati si
rileva facilmente il ruolo fondamentale che rivestono i fondi pensione in Gran
Bretagna e negli Stati Uniti (nel primo paese il 50% delle azioni e negli Stati
Uniti il 28%); in Italia e in Francia invece rivestono un ruolo preminente le
grandi famiglie (rispettivamente il 50 e il 19%); anche in Germania la proprietà
è in mano alle grandi famiglie per il 15% mentre in Giappone per il 24%.
Se si analizza la Tab.34 si nota che circa il 36% delle
grandi imprese nel mondo è a proprietà diffusa, il 30% appartiene a famiglie;
il 18% appartiene allo Stato e il rimanente 16% è suddiviso nelle altre categorie.
Va evidenziato che in base ai dati del 1998 solo lo 0,5% delle aziende è gestito
dalle agenzie assicurative o dalle banche. Ed ancora: mentre per gli Stati Uniti
e in Gran Bretagna l’azienda a proprietà diffusa rappresenta circa l’80%, in
Italia la percentuale è del 20% mentre lo Stato detiene il 40% della proprietà
e le famiglie il 15%. Si nota una notevole differenza tra i due gruppi di paesi
relativamente al numero di imprese a proprietà diffusa in quanto mentre i valori
del primo gruppo sono del 48% per i secondi si scende al 27%.
Se si analizza la struttura della concentrazione secondo una
definizione di controllo più “leggera”, ossia controllo del 10%, la situazione
è allora deducibile dalla Tab.35. Si nota subito che in questo caso i
valori percentuali riferiti alle imprese a proprietà diffusa scendono al 24%
mentre gli altri valori si attestano su percentuali simili alle precedenti.
Nel nostro Paese la percentuale delle aziende a proprietà diffusa scende al
15%.
Va rilevato che persiste la differenza tra i due gruppi di
paesi relativamente al numero di imprese a proprietà diffusa, in quanto mentre
i valori del primo gruppo sono del 34% per i secondi si scende al 16%.
Se si esamina invece la situazione delle imprese medie ci si
accorge che in questo caso per il 45% la proprietà è gestita dalle famiglie;
se si guarda l’Italia ci si accorge che circa il 60 % delle imprese è in mano
alle famiglie poichè in sostanza non ci sono imprese medie a proprietà diffusa
o che sono gestite dallo Stato (cfr. Tab.36).
In Italia in sostanza le famiglie risultano essere i soggetti
proprietari più presenti nelle aziende mentre le imprese a proprietà diffusa
sono quasi inesistenti poichè di solito sono presenti in quei paesi nei quali
è più alta la protezione degli azionisti e in cui la scelta da anni è stata
effettuata verso un peso determinante del sistema finanziario; ancora, in Italia,
le finanziarie, le banche non hanno un ruolo prevalente mentre le aziende a
controllo statale sono ancora molto diffuse, così come è superiore alla media
il controllo tramite le altre imprese private e il controllo di insieme misto
(o miscellanea).