Contratto di lavoro, regimi di proprietà e governo dell’accumulazione: verso una teoria generale del capitalismo (I)
Ernesto Screpanti
La prima parte di questo articolo è stata presentata nel numero precedente di Proteo |
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In che senso una gerarchia funziona come struttura di governo
dell’accumulazione? La buona performance per un direttore o un
funzionario spesso consiste nell’abilità ad esercitare il controllo sull’attività
produttiva in modo da ottenere aumenti di produttività. Ma spesso implica anche
la capacità di far crescere l’output e la quota di mercato, in altre parole,
la dimensione dell’impresa. E crescita delle dimensioni significa crescita del
capitale. Ciò è particolarmente vero per i direttori di divisione nelle imprese
multidivisionali. Il successo nel dirigere una divisione o un dipartimento attrae
fondi interni e contribuisce ad allocare le risorse verso usi che favoriscono
l’accumulazione.
Il problema è: quando i manager hanno raggiunto il top della
scala gerarchica e non hanno ulteriori prospettive di promozione interna, cosa
motiva il loro impegno e come è disciplinata e premiata la loro performance?
I manager non sono normalmente motivati dai profitti, ma dal potere, il prestigio
e la paga. Tipicamente queste tre variabili sono isomorfiche e variano tutte
nella stessa direzione in funzione della posizione nella scala gerarchica. E
poiché il numero totale di subordinati ad ogni data posizione è tanto maggiore
quanto più alta è la posizione, potere, prestigio e paga crescono al crescere
del numero di subordinati (Lydall, 1968; Simon, 1979; 1982). Ma il numero di
subordinati e l’altezza della scala gerarchica crescono con le dimensioni dell’impresa.
Così il modo migliore per massimizzare gli obbiettivi dei manager è di far cresce
le dimensioni, cioè alimentare l’accumulazione del capitale. Inoltre, poiché
i manager sono interessati non tanto a incrementi transitori di potere, prestigio
e paga, quanto ad aumenti permanenti, ciò che essi cercano di conseguire è la
crescita di lungo periodo. Una gerarchia interna funziona da struttura di governo
dell’accumulazione anche perché l’ampiezza della gerarchia è un valore in sé
dal punto di vista dei manager. La sua crescita è un premio per l’abilità nel
farla crescere, la sua contrazione è una punizione.
4. Le gerarchie esterne
La funzione disciplinare basata sulla competizione organizzativa
è ancora più efficace quando un’impresa è parte di una gerarchia esterna di
gruppi industriali. Questo è il tipo di struttura di governo prevalente nel
keiretsu giapponese e nel sistema tedesco di controllo bancario. Le imprese
fanno parte di gruppi industriali organizzati in coalizioni piramidali in cui
pacchetti azionari, vincoli di debito, interdipendenze tecnologiche, regole
consuetudinarie e formali e vari altri tipi di legami istituzionali sono usati
dalle imprese dominanti per supervisionare, controllare e disciplinare quelle
dominate.
Tali gruppi industriali sono normalmente guidati da una “banca
principale” che possiede, direttamente o indirettamente, piccoli ma efficaci
interessi nelle strutture proprietarie e creditizie delle altre imprese. Per
di più le banche principali intrattengono relazioni di clientela con i membri
del gruppo. Infine dei loro rappresentanti siedono nei consigli di amministrazione
(o negli Aufsichtsrat) delle imprese supervisionate. In questo sistema
i controllori “esterni” di un impresa non sono propriamente degli outsider,
poiché detengono rilevanti informazioni interne, supervisionano l’attività dei
manager, finanziano le loro decisioni d’investimento, li assistono nelle operazioni
di aumento di capitale e possono perfino promuoverli o rimuoverli dalle loro
posizioni. Ciononostante i manager supervisionati sono dotati di ampia autonomia
decisionale.
La funzione disciplinare in questa struttura di governo opera
attraverso il sistema della promozione dei buoni manager dalle piccole alle
grandi imprese, mentre i manager inefficienti, non solo sono puniti dal rallentamento
della crescita delle imprese da essi dirette, ma possono essere declassati,
licenziati o sidestepped. Così la funzione selettiva è associata a quella
disciplinare, in quanto il sistema della promozione-rimozione assicura anche
la migliore allocazione del personale tra le imprese: buoni manager alle imprese
grandi e dinamiche; cattivi manager a quelle piccole e pigre. La funzione finanziaria
infine opera attraverso le politiche finanziarie delle grandi banche che manovrano
le concessioni di credito e assistono le imprese supervisionate nelle operazioni
di aumento di capitale e nell’emissione di debito con lo scopo di favorire la
crescita di lungo periodo delle imprese più promettenti.
5. I mercati delle imprese e i mercati delle merci
Diversa è la struttura di governo dell’accumulazione basata
sui mercati delle imprese, che è quella prevalente negli USA, specialmente
nella forma che ha dato il meglio di sé negli anni ’80. [1] Le grandi imprese in questo sistema hanno
un azionariato molto disperso e sono effettivamente controllate dai manager.
I capitalisti finanziari sono normalmente poco interessati a controllare gli
insider, né hanno la necessaria competenza e la forza per farlo. Tuttavia
i mercati finanziari esercitano un certo controllo, in quanto i manager che
palesemente dispregiano gli interessi degli azionisti possono essere costretti
a rispondere agli scalatori. Una variabile cruciale in questa struttura di governo
è il valore dell’impresa. Le performance dei manager si riflettono nelle
valutazioni di mercato delle loro imprese ed è attraverso queste valutazioni
che operano le funzioni disciplinare, selettiva e finanziaria.
La finanza esterna affluisce facilmente alle imprese di alto
valore. Infatti, non solo tali imprese possono far ricorso con successo all’emissione
di nuove azioni, ma possono anche ottenere credito senza bisogno di alzare il
rapporto d’indebitamento. Non così per le imprese con cattiva performance e
bassa valutazione di mercato. In altri termini la funzione finanziaria in questa
struttura di governo tende a rinforzare gli effetti positivi che la crescita
e la profittabilità hanno sui flussi di cassa e l’autofinanziamento.
La valutazione di mercato funziona anche come meccanismo selettivo
e disciplinare. Innanzitutto fornisce segnali sull’abilità dei manager che contribuiscono
alla loro reputazione e aumentano le loro opportunità di trovare posti più prestigiosi
e meglio pagati in nuove imprese. Come è noto, la mobilità orizzontale dei manager
è più alta nel sistema americano che in quelli giapponese e tedesco. In secondo
luogo le paghe incentivanti sono molto usate in quel sistema e spesso assumono
la forma di schemi di remunerazione in parte legati al valore dell’impresa.
Così i buoni manager - buoni dal punto di vista del mercato - sono pagati meglio
dei cattivi e le differenze nelle paghe tendono a riflettere differenze nelle
valutazioni di mercato (Abowd, 1990; Rosen, 1990; Jensen e Murphy, 1990). In
terzo luogo, e soprattutto, i manager sono costantemente sotto la minaccia delle
scalate ostili. Tale minaccia può essere tenuta a bada da un alto valore di
mercato, tende però a mordere i manager incapaci, quelli che non riescono a
mantenere il valore dell’impresa all’altezza del suo potenziale.
La struttura di governo più diffusa nel mondo è quella basata
sul funzionamento dei mercati delle merci. Opera in tutte le economie
moderne, comprese quelle a capitalismo di stato, in quanto regola l’accumulazione
nelle piccole imprese e nei settori del commercio, dell’agricoltura e dei servizi.
Era la struttura dominante nel diciannovesimo secolo e lo è ancora nelle economie
dei paesi sottosviluppati.
I mercati delle merci sono qui definiti con riferimento sia
ai beni reali che al credito, ma escludendo la compravendita di azioni. La funzione
finanziaria opera attraverso l’allocazione dell’autofinanziamento e del credito
bancario. Le imprese che hanno successo nei mercati delle merci godono di alti
profitti e abbondanti flussi di cassa. Perciò possono autofinanziare il proprio
sviluppo. Inoltre la loro profittabilità assicura un accesso facile e non costoso
al credito esterno oltre che la capacità di ripagare il debito. Al contrario
le imprese inefficienti vanno incontro a difficoltà finanziarie e rallentamento
dello sviluppo. La funzione disciplinare è basata sui premi e le punizioni forniti
dai profitti e le perdite. I manager efficienti godono di alti profitti e alto
sviluppo e perciò vedono aumentare il proprio reddito, il potere e il prestigio.
Quelli incapaci sono puniti con le perdite e la diminuzione della reputazione.
Infine la funzione selettiva opera attraverso al competizione di mercato, un
ambiente in cui la lotta per la sopravvivenza è regolata dalla legge della giungla
rafforzata dalle leggi sul fallimento. Le imprese strutturalmente inefficienti
devono affrontare perdite permanenti e prima o poi sono espulse dal mercato.
Quelle più efficienti vincono nella lotta per la sopravvivenza, e crescono anche
mangiandosi le perdenti. La sopravvivenza implica la crescita, in un ambiente
caratterizzato dall’auto-valorizzazione del capitale. Così gli imprenditori
più adatti dal punto di vista dell’accumulazione crescono, quelli meno adatti
vengono eliminati.
[1] Dato il prevalente
interesse classificatorio di questa sezione, non è il caso di fare qui confronti
di efficienza tra i vari sistemi di governance, né di discutere i cambiamenti
che li stanno oggi trasformando.