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Maria Rosaria Del Ciello
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Collaboratrice e ricercatrice rivista “Proteo”

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Le privatizzazioni dei servizi nella Pubblica Amministrazione e negli enti locali
Maria Rosaria Del Ciello

 

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Le privatizzazioni dei servizi nella Pubblica Amministrazione e negli enti locali

Maria Rosaria Del Ciello

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Fino al 1995 i trasporti pubblici locali erano disciplinati dalla legge 151 del 1981. Con la legge 549 del 1995 sulle "misure di razionalizzazione della finanza pubblica" la prospettiva cambiò radicalmente in quanto:

- vengono trasferite le competenze alle regioni;

- vengono forniti alle regioni stesse gli strumenti finanziari per assolvere tali funzioni.

In termini di gestione si trasferiscono alle amministrazioni regionali e locali il personale, i beni strumentali e le risorse necessarie all’esercizio dei servizi di trasporto pubblico locale [1].

c) Settore idrico

Anche in questo settore è prevalsa la logica neoliberista che vede nella gestione privata la cura migliore per sanare le inefficienze del sistema.

La "legge Galli" si propose infatti di dare a tutta la materia un nuovo assetto in grado di assicurare da un lato il servizio idrico integrato secondo dimensioni ottimali e dall’altro di consentire l’afflusso di capitali privati soprattutto in fatto di gestione più che di nuove realizzazioni.

Diversi punti meritano la nostra attenzione:

• Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche;

• L’uso dell’acqua per il consumo umano è prioritario rispetto agli altri usi del medesimo corpo idrico;

• Le direttive generali sono di competenza dello Stato (programmazione della razionale utilizzazione delle risorse, criteri per la gestione del servizio idrico integrato, misure per il risparmio idrico, modalità per il riutilizzo delle acque reflue, criteri in materia di trattamento delle acque reflue, ecc.);

• La competenza delle Regioni riguarda la delimitazione degli ambiti territoriali ottimali, il superamento della frammentazione delle gestioni e il controllo degli scarichi inquinanti;

• La tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico, determinata tenendo conto, fra l’altro, della qualità della risorsa e del servizio fornito;

Nella sostanza questa legge mirava a risolvere tre punti fondamentali della crisi dell’attuale sistema idrico:

1. La frammentazione delle gestioni: non sempre i piccoli enti possono garantire una corretta gestione del servizio, per cui occorre passare a dimensioni più ampie delle attuali.

2. La frammentazione del ciclo: il trattamento, la distribuzione e la depurazione dovranno essere controllati da una unica struttura che si occuperà della gestione del ciclo integrale.

3. Lo scompenso tra le tariffe ed il costo del servizio: il bilancio dovrà essere chiuso in pareggio.

Questa legge tuttavia non è sufficiente da sola per avere un valido servizio nel settore; non dimentichiamo che la corretta attuazione della 183 sulla difesa del suolo, che la legge Galli richiama e ingloba, prevede che le autorità di bacino definiscano e aggiornino periodicamente il bilancio idrico diretto ad assicurare l’equilibrio fra le disponibilità di risorse reperibili o attivabili nell’area di riferimento e i fabbisogni per i diversi usi.

L’abolizione dell’attuale frammentazione del servizio però non significa necessariamente passare ad una gestione imprenditoriale del "servizio idrico integrato", come invece vorrebbe la legge [2].

 

d) Rifiuti solidi e urbani

Nel 1999 Legambiente e FISE Assoambiente hanno realizzato una ricerca [3], la prima del genere nel nostro Paese, con l’obiettivo di fornire un’immagine attendibile sulla gestione dei rifiuti industriali in Italia. L’indagine ha analizzato le dichiarazioni registrate con il MUD (Modello Unico di Dichiarazione) nel 1997 (dati relativi al 1996) e le dichiarazioni fornite direttamente dalle regioni e dalle province. Sono queste infatti i soggetti preposti al rilascio delle autorizzazioni all’esercizio degli impianti di smaltimento e trattamento dei rifiuti.

Cosa è emerso in sintesi da questa ricerca?

La produzione di rifiuti registrata con il MUD nel 1996 è stata di circa 22,5 milioni di tonnellate; le regioni maggiormente produttrici di rifiuti sono risultate Lombardia, Veneto e Piemonte; il divario tra Nord e Centro-Sud è sottolineato poi dal confronto con il PIL (a prezzi di mercato 1995), come può essere facilmente dedotto dalle tabelle riportate.


[1] AA.VV., "Un supporto decisionale per le aziende del trasporto pubblico locale", Quaderni ISRIL, 1/1996.

[2] HyC-HYDROCONTROL (Centro di Ricerca e Formazione per il Controllo dei Sistemi Idrici), "DISPOSIZIONI IN MATERIA DI RISORSE IDRICHE, Legge n. 36 del 5 gennaio 1994", Cagliari.

[3] Legambiente/FISE-Assoambiente, "Indagine sulla produzione e lo smaltimento dei rifiuti industriali", marzo 1999, in: www.e-gazette.it.