Fino al 1995 i trasporti pubblici locali erano disciplinati
dalla legge 151 del 1981. Con la legge 549 del 1995 sulle "misure di razionalizzazione
della finanza pubblica" la prospettiva cambiò radicalmente in quanto:
- vengono trasferite le competenze alle regioni;
- vengono forniti alle regioni stesse gli strumenti finanziari
per assolvere tali funzioni.
In termini di gestione si trasferiscono alle amministrazioni
regionali e locali il personale, i beni strumentali e le risorse necessarie
all’esercizio dei servizi di trasporto pubblico locale [1].


c) Settore idrico
Anche in questo settore è prevalsa la logica neoliberista che
vede nella gestione privata la cura migliore per sanare le inefficienze del
sistema.
La "legge Galli" si propose infatti di dare
a tutta la materia un nuovo assetto in grado di assicurare da un lato il servizio
idrico integrato secondo dimensioni ottimali e dall’altro di consentire l’afflusso
di capitali privati soprattutto in fatto di gestione più che di nuove realizzazioni.
Diversi punti meritano la nostra attenzione:
• Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte
dal sottosuolo, sono pubbliche;
• L’uso dell’acqua per il consumo umano è prioritario rispetto
agli altri usi del medesimo corpo idrico;
• Le direttive generali sono di competenza dello Stato (programmazione
della razionale utilizzazione delle risorse, criteri per la gestione del servizio
idrico integrato, misure per il risparmio idrico, modalità per il riutilizzo
delle acque reflue, criteri in materia di trattamento delle acque reflue, ecc.);
• La competenza delle Regioni riguarda la delimitazione degli
ambiti territoriali ottimali, il superamento della frammentazione delle gestioni
e il controllo degli scarichi inquinanti;
• La tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico,
determinata tenendo conto, fra l’altro, della qualità della risorsa e del servizio
fornito;
Nella sostanza questa legge mirava a risolvere tre punti fondamentali
della crisi dell’attuale sistema idrico:
1. La frammentazione delle gestioni: non sempre i piccoli
enti possono garantire una corretta gestione del servizio, per cui occorre passare
a dimensioni più ampie delle attuali.
2. La frammentazione del ciclo: il trattamento, la
distribuzione e la depurazione dovranno essere controllati da una unica struttura
che si occuperà della gestione del ciclo integrale.
3. Lo scompenso tra le tariffe ed il costo del servizio:
il bilancio dovrà essere chiuso in pareggio.
Questa legge tuttavia non è sufficiente da sola per avere un
valido servizio nel settore; non dimentichiamo che la corretta attuazione della
183 sulla difesa del suolo, che la legge Galli richiama e ingloba, prevede che
le autorità di bacino definiscano e aggiornino periodicamente il bilancio idrico
diretto ad assicurare l’equilibrio fra le disponibilità di risorse reperibili
o attivabili nell’area di riferimento e i fabbisogni per i diversi usi.
L’abolizione dell’attuale frammentazione del servizio però
non significa necessariamente passare ad una gestione imprenditoriale del "servizio
idrico integrato", come invece vorrebbe la legge [2].
d) Rifiuti solidi e urbani
Nel 1999 Legambiente e FISE Assoambiente hanno realizzato una
ricerca [3],
la prima del genere nel nostro Paese, con l’obiettivo di fornire un’immagine
attendibile sulla gestione dei rifiuti industriali in Italia. L’indagine ha
analizzato le dichiarazioni registrate con il MUD (Modello Unico di Dichiarazione)
nel 1997 (dati relativi al 1996) e le dichiarazioni fornite direttamente dalle
regioni e dalle province. Sono queste infatti i soggetti preposti al rilascio
delle autorizzazioni all’esercizio degli impianti di smaltimento e trattamento
dei rifiuti.

Cosa è emerso in sintesi da questa ricerca?
La produzione di rifiuti registrata con il MUD nel 1996 è stata
di circa 22,5 milioni di tonnellate; le regioni maggiormente produttrici di
rifiuti sono risultate Lombardia, Veneto e Piemonte; il divario tra Nord e Centro-Sud
è sottolineato poi dal confronto con il PIL (a prezzi di mercato 1995), come
può essere facilmente dedotto dalle tabelle riportate.

[1] AA.VV., "Un supporto
decisionale per le aziende del trasporto pubblico locale", Quaderni ISRIL,
1/1996.
[2] HyC-HYDROCONTROL (Centro
di Ricerca e Formazione per il Controllo dei Sistemi Idrici), "DISPOSIZIONI
IN MATERIA DI RISORSE IDRICHE, Legge n. 36 del 5 gennaio 1994", Cagliari.
[3] Legambiente/FISE-Assoambiente, "Indagine sulla produzione e lo
smaltimento dei rifiuti industriali", marzo 1999, in: www.e-gazette.it.