7. Struttura dell’OMC
Per capire le ragioni che portano a compiere questo passo
bisogna partire dall’analisi dell’evoluzione del commercio estero negli USA.
La bilancia in conto corrente degli USA presentò un
deterioramento importante nella bilancia dei beni, a partire dagli anni ’60.
Tuttavia la bilancia dei servizi era positiva e nell’ambito dei servizi le
entrate per la vendita di tecnologia erano notevoli. Pertanto ci furono alcune
vendite positive ed alcuni bonifichi negativi, (guerra del Vietnam e Corea).
Gli USA lasciarono che altri paesi industrializzati
diventassero competitivi nel commercio dei beni, ma il settore dei servizi non
conosceva concorrenza e la bilancia tecnologica non era paragonabile con nessun
altra.
Alla fine degli anni ’80, cominciò un periodo di
rivoluzione tecnologica che attualmente ha un peso economico crescente, nei
servizi ad alto valore aggiunto e in quello delle merci non materiali.
I cambiamenti tecnologici e strutturali nella bilancia di
pagamenti determinarono il contenuto delle negoziazioni del 1986, nel round
Uruguay. In questo Round i distinti blocchi economici presentarono distinte
agende di negoziazione
Bisogna anche tenere in conto che il GATT contemplava
negoziazioni solo riguardo i prodotti agricoli, i servizi ne erano esclusi.
Obiettivi dei principali gruppi o blocchi economici nella 2ª
metà degli anni 80:
a, Gli USA erano interessati a essere i primi esportatori nel
commercio internazionale dei cereali, erano anche interessati ad aprire un
processo di negoziazione che includesse i servizi e la loro liberalizzazione,
avendo un vantaggio notevole in questo settore.
b, La UE, aveva interesse a liberalizzare i servizi ma non il
mercato agricolo.
c, Il Giappone era interessato a sviluppare una cornice di
negoziazioni che liberalizzasse i servizi, inoltre voleva evitare che gli altri
blocchi entrassero in una spirale protezionistica.
d, I paesi sottosviluppati erano interessati a liberalizzare
il commercio di prodotti, a riuscire ad eliminare il sistema protezionistico per
il settore tessile e avevano anche un interesse particolare nel miglioramento
delle misure eccezionali stabilite dal GATT, che permettevano ai paesi
sviluppati di non firmare alcuni accordi di riduzione doganale.
Le contropartite a questi obiettivi furono le seguenti:
a, La UE doveva fare un maggiore sforzo nella liberalizzazione del settore
agricolo.
b, I paesi sottosviluppati erano quelli che dovevano fare il
maggiore sforzo nella liberalizzazione dei servizi, perché i servizi tra paesi
sviluppati erano già molto avanzati.
c, Gli USA erano il paese che aveva minori difficoltà nell’offrire
contropartite. La sua agricoltura era meno protetta di quella europea e solo il
settore tessile doveva offrire una maggiore contropartita.
Il Round Uruguay fu una complessa negoziazione di tre
fattori:
- Riduzione del protezionismo agricolo.
- Riduzione del protezionismo tessile nei paesi sviluppati.
- Base per la liberalizzazione dei servizi, cosa che non si
poteva fare in ambito GATT e che rese necessaria la creazione di un nuovo
organismo, l’OMC, oltre al fatto che il GATT non aveva la capacità di
imporre ai paesi il compimento di quello che veniva pattuito.
Siccome il settore dei servizi era il più protetto nei paesi
sottosviluppati, i quali opposero una maggiore resistenza alla loro
liberalizzazione, era necessario un organismo con una certa autonomia che
potesse imporsi di fronte a questi.
La negoziazione all’interno del Round Uruguay, dopo vari
anni, diede luogo ad un’evoluzione relativamente importante. I paesi
sviluppati che prima del Round Uruguay avevano una tariffa media all’importazione
del 3’6, dopo il round passarono al 3’9, dal 20% al 40 %. Nei paesi
sottosviluppati ci fu anche una piccola riduzione del contrabbando di prodotti
provenienti dall’estero.
Questa evoluzione, dal punto di vista del resto dei paesi
sviluppati non ha una grande importanza. In Spagna, queste negoziazioni non
ebbero molta importanza rispetto all’ingresso nella UE. Nel 1986 l’apertura
spagnolaall’Europa presuppose un importante calo dei dazi. Con il round
Uruguay, calò di un punto, ma è molto meno di quanto comportò l’incorporazione
nella UE.
La Spagna aveva aumentato le barriere protezionistiche
agricole. L’adesione alla UE comportò una riduzione di tali protezioni, ma
queste si attesarono all’8 percento, che è una percentuale molto maggiore di
altri paesi. Nella pratica si ebbe un’importante riduzione ma si mantenne un
elevato protezionismo agricolo.
In quanto al protezionismo tessile il dazio medio presentava
grandi differenze. Da una parte, la produzione tessile era sottoposta all’Accordo
Multifibre, che era illegale e che stabiliva un meccanismo di contingentamento
(limitazione alle quantità da importare), non protezionista, che, in
realtà,costituiva un elevato protezionismo industriale da parte dei paesi
sviluppati.
L’accordo al quale si arrivò nel Round Uruguay, prevedeva
che i termini di questo si estinguessero, in forma progressiva, tra il 1995 e il
2005, liberalizzando in primo luogo quelle partite di prodotti meno importanti
dal punto di vista della produzione interna dei paesi sottosviluppati. In cambio
della liberalizzazione del tessile, i paesi sottosviluppati si videro obbligati
ad accettare la costituzione dell’OMC, cioè a negoziare la liberalizzazione
del settore dei servizi. E alcune attività del settore dei servizi sono quelle
in cui i paesi sottosviluppati hanno possibilità di sfruttamento, per esempio
il turismo.
Un’altra questione che riguarda il settore dei servizi è
la possibilità di non pagare i diritti d’autore nella riproduzione di dischi,
videocassette, fotografie, etc.
Uno dei compromessi dell’OMC è stato quello di obbligare i
paesi sottosviluppati a pagare questi diritti d’autore e proibire la
falsificazione illegale del Software. Il costo che avrebbe per le imprese di
quei paesi sarebbe molto elevato.
Nella negoziazione finale sull’OMC tra il 1993 e il 1994,
sotto la pressione dei gruppi ecologisti si aggiunse un’area di lavoro
dedicata ad analizzare l’impatto della liberalizzazione del commercio nell’ecosistema.
Un altro dei punti che si volle introdotto fu quello della
Clausola Sociale. Il fatto che in alcuni paesi non si proibisse il lavoro
minorile o lo schiavismo, o lavoro non remunerato, facilitava la vendita dei
prodotti di quei paesi, sul mercato mondiale, a prezzi molto bassi, si tratta di
ciò che è conosciuto come DUMPING sociale, che consiste nel vendere un
prodotto ad un prezzo minore del costo di produzione. Quest’argomento non fu
introdotto nell’OMC a causa dell’opposizione di alcuni paesi
sottosviluppati, soprattutto asiatici, e soprattutto a causa dell’opposizione
delle multinazionali che utilizzano questo tipo di lavoro per ottenere bassi
prezzi di produzione. Per esempio: l’80% delle scarpe sportive si fabbricano
in Cina sfruttando il lavoro infantile.
Per il futuro si prospetta l’affermazione di questa nuova
organizzazione che, come è stato dimostrato nell’ultima riunione a Cancun,
non ha la necessaria trasparenza e perfino legittimità davanti agli occhi di
molti governi e paesi del Terzo Mondo.