Il Consiglio Nazionale del Commercio Estero (NFTC), una
coalizione di circa 600 industrie ed istituzioni finanziarie con sede negli USA,
ha citato in giudizio lo Stato del Massachusetts per questa legge. In un
tentativo di distanziarsi dalle accuse di mettere gli interessi economici al di
sopra dei diritti umani, il NFTC ha creato un gruppo di facciata chiamato Usa
Engage che si è presentato ufficialmente in una conferenza stampa nell’aprile
del 1997, nella quale si è definita come una “coalizione di base ampia che
rappresenta americani di tutte le regioni, settori e segmenti della nostra
società”. Immediatamente è iniziata a Washington D.C. una campagna intensiva
delle lobbies contro le leggi di acquisto selettivo.
In Europa, le imprese Ericsson, Unilever e Siemens, hanno
visto nella legge del Massachusetts un precedente pericoloso da annichilire. L’industria
ha mobilitato le sue forze affinché la Commissione Europea portasse la
questione davanti all’OMC. Varie importanti aziende giapponesi,come
Mitsubishi, Sony e Nissan, tra le maggiori colpite dalla legge del
Massachusetts, hanno applicato la stessa pressione sul governo giapponese.
Così non è una sorpresa che nell’ottobre del 1998 l’Unione
Europea e il Giappone abbiano reclamato la creazione di un tribunale dell’OMC,
con l’argomento che la legge del Massachusetts è discriminatoria e suppone
una violazione delle norme dell’OMC sulla contrattazione pubblica. Benché l’Unione
Europea abbia paralizzato il procedimento nel febbraio del 1999 (forse in un
movimento di conciliazione nell’amara guerra delle banane con gli Stati Uniti)
ha minacciato di resuscitare il caso se il governo federale statunitense non
prende azioni contro lo stato del Massachusetts.
Il caso Massachusetts-Birmania richiama molti interrogativi
sulla sovranità locale e nazionale ed il primato del commercio sugli obiettivi
sociali, allo stesso modo sottolinea l’irregolare equilibrio di forze nella
UE. Nel settembre del 1998, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione
nella quale si richiama la Commissione a mettere fine ad ogni commercio, turismo
ed investimenti di imprese con base nella UE in Myanmar, e critica la decisione
della Commissione di invocare un tribunale dell’OMC. Ma, secondo un portavoce
della Commissione, “violare le norme dell’OMC non aiuta nessuno. La chiave
in questo caso è il fallimento degli Stati Uniti nel fare onore ai suoi
compromessi internazionali”.
Fonte: Corporate Europe Observatory (CEO), “The WTO
Millennium Bug: TNC Control over Globale Trade Politics”, edito nel n.4 del
Corporate Europe Observer, Luglio 1999. Pagina web: http://www.xs4all.nl/ ceo.