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Divieto di segnalazione: siamo medici e infermieri, non siamo spie
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Divieto di segnalazione: siamo medici e infermieri, non siamo spie

Maurizio De Santis

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Al momento di andare in stampa, il problema della delazione medica è superato perché sul governo è piovuta una tale valanga di dissenso e contrarietà da imporgli una marcia indietro. Ora spunta la delazione dei dirigenti scolastici, che non si sa che fine farà. Se anche questa dovesse andar male, si cercherà un’altra figura di delatori. Pertanto, questo articolo, grazie all’incapacità del governo di affrontare con serietà i problemi che veramente affliggono il Paese, ritrova tutta la sua attualità e giustificazione, anche provocatoria, che si propone.

1. Il problema Lega Mentre i parlamenti e i governi del mondo sembrano impegnati ad uscire dalla crisi economica generalizzata con programmi di breve, medio e lungo periodo destinando risorse finanziarie estremamente importanti, nei nostri palazzi ci si spreme le meningi per partorire ronde e delazioni; come si dice in tono scherzoso: si fa quel che si può; da noi solo questo si può! Abbiamo delle eccezionali menti politiche! Purtroppo, è il conto che gli Italiani devono pagare al loro sire Silvio Unico (abbondantemente votato) e che questi, a sua volta in una sorta di partita di giro, deve pagare al Carroccio per poter governare. Per anni, soprattutto a destra ma anche a sinistra, è stato fatto l’occhietto ai cel’hoduristi del nordest che, elezione dopo elezione, occhietto dopo occhietto, oggi rappresentano una forza con cui doversi confrontare. Alle ultime elezioni politiche la Lega ha preteso che nell’accordo programmatico della coalizione fosse inserito un ennesimo passo avanti nel cammino verso la secessione: la legge sul federalismo e, in particolare, quella sul federalismo fiscale. Probabilmente, la grave congiuntura internazionale ne deve aver frenato le spinte attuative dilazionando nel tempo la creazione di un pacchetto di misure ad hoc. A questo punto, i ministri leghisti si sono trovati di fronte il problema di surrogare il federalismo con qualcos’altro, pena la perdita di consensi. Prendiamocela con gli stranieri! Come non cavalcare la tigre del fatto che questi sono spesso ubriachi; ubriachi al volante, guidano uccidendo la gente; stuprano donne; rubano? Problemi che sono, purtroppo, una realtà. Una realtà che viene però rappresentata attribuendo principalmente agli stranieri le colpe degli eventi delittuosi; è facile e colpevole, condizionare scientemente l’opinione pubblica sottolineando che l’autore di un delitto è un extracomunitario (termine abusato come vedremo poi). Mentre quando la stessa cosa è causata da un nostro connazionale, si tralascia di sottolineare la provenienza geografica. E poi vedremo (avanti nell’articolo) come il ministro leghista Maroni sia costretto a dire la verità vera sugli stupri! I media hanno colpe gravissime nella distorsione della realtà! Troppe volte si inserisce un colpevole in una categoria: una guardia giurata ha ucciso...; uno studente ha investito...; un disoccupato ha rubato...; un clandestino ha fatto...! La notizia dovrebbe essere passata annunciando solo l’evento: l’attribuzione enfatizzata di tale evento a questa o quella categoria fa si che l’opinione pubblica, spesso distratta dai propri problemi, recepisca il messaggio che le responsabilità di un atto criminoso siano diverse a seconda della categoria che lo commette. Certo, nel nordest il problema immigrazione è molto sentito per il forte tasso di arrivi dall’estero; e se qualcuno se ne giova (fabrichétte), i più ne percepiscono solo il peso. E allora, se ai padani non si da il federalismo fiscale, cosa gli si può propinare per raccogliere e conservare il loro consenso? Ottimo scoop la creazione del medico-investigatore che, nel fare l’anamnesi, innanzitutto domanda: regolare o clandestino (probabilmente questa voce verrà inserita nelle cartelle cliniche: la scienza si adegua ai tempi!). Un colpo d’astuzia non indifferente; anzi, ciliegina sulla torta, ci mettiamo pure le ronde. Queste già imperversavano in varie città: quale miglior occasione di questa per istituzionalizzarle? Come non far sentire ai propri cittadini (meglio sudditi-elettori) che il governo è loro vicino risolvendo il problema della sicurezza su cui per anni si è pompato e ci si sono basate le campagne elettorali? Come non far sentire la propria condivisione del problema? Adesso i picchiatori sanno come passare il tempo senza incorrere nei rigori della legge; pensate che era dai tempi del Fascismo che nessuno pensava più a un Ku-Klux-Klan fatto in casa. Il rischio, altrimenti, è che i muscoli si atrofizzino e che bisogna fare allenamento solo col cervello. Ora, tutto a posto: il cervello non verrà più incomodato perché è stato legalizzato il movimento dei bicipiti. Quindi, pronti a menar giustizia!

2. Economia e irregolarità Così come non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, molti dimenticano, per non ricordare che le attrattive dell’immigrazione furono sapientemente illustrate e caldeggiate proprio in Padania. Diversi anni fa il settimanale TV7, storica trasmissione di approfondimento socio-politico-culturale del Tg1 (è cominciata nel 1963), in un servizio proveniente dalla campagna bresciana, ci mostrava un magrebino sorridente e soddisfatto che, in una sorta di spot di Pubblicità Progresso, illustrava gli aspetti, positivi per lui, di aver trovato lavoro in quella zona, di essere stato accolto a braccia aperte dalla gente del luogo (meglio, dagli imprenditori del luogo, quelli della fabrichétta) e malcelatamente consigliava anche ai suoi connazionali di spostarsi in quelle terre. Che necessità avevano i media, che allora si chiamavano più semplicemente organi di informazione, di diffondere questo messaggio accattivante? Probabilmente si può rispondere con un semplice dato, quello ufficializzato dal CNEL il 20 febbraio di quest’anno: i lavoratori stranieri guadagnano, mediamente, 7000 euro l’anno in meno dei corrispettivi lavoratori italiani. Un bel risparmio, che ne dite? E qui parliamo dei cosiddetti regolari. Gran parte di noi fa questo risparmio (certo non paragonabile a quello delle imprese). Chi non ha fatto lavori in casa rivolgendosi a operai non italiani? E le badanti e le colf, non sono mica nostrane. Ed è proprio il gioco delle qualifiche (regolare/irregolare) che va a favore, in misura maggiore, di quel risparmio. Cosa c’è di meglio che creare una categoria di persone (irregolari, clandestini e quant’altro di peggio si possa dire) che non dovendo comparire, pena l’espulsione, la galera e altre amenità simili, siano disposti a lavorare senza pretendere assicurazione, posto di lavoro fisso, pensione, assistenza sanitaria: in totale senza pretendere? Probabilmente la legge Bossi/Fini non era riuscita, nella misura desiderata, a creare tutto quell’ampio ventaglio di scelta di schiavi da reclutare giorno per giorno, a volte ora per ora, per far risparmiare di più quei poveri titolari delle famose fabrichétte. E dire che noi facciamo pesanti campagne di stampa perché non vengano comprati i prodotti del lavoro dei bambini per dimostrare la nostra civiltà e indignazione. Sarebbe bello se analogamente ci sdegnassimo di acquistare quello che viene prodotto da uomini-schiavi. A Roma, quando qualcuno fa confusione perché gli altri non capiscano nulla, si dice: la butta in caciara! In effetti la stanno buttando in caciara. E a chi e a cosa serve tutto ciò? Il mondo è attraversato da un periodo di crisi economica che alcuni definiscono peggiore di quello del 1929. Sua maestà Berlusconi ha più volte esplicitato la sua ricetta per controllare questa crisi: col sorriso sulle labbra, bisogna comprare, comprare, comprare. Solo così riprende l’economia. A prescindere che la gran parte delle imprese che sono in Italia non sono più italiane; per cui se ripartono gli acquisti, gli utili finiscono sempre all’estero. A prescindere che molti dei nostri patriottici imprenditori producono all’estero dove hanno trasferito le aziende: quindi se fuori del nostro paese si rimette in moto l’economia, i proventi finiscono nelle tasche dei vari titolari delle aziende. Se poi le economie non ripartono il governo, con i soldi statali che non sono di un’entità astratta ma di noi cittadini, fornirà i sostegni alle imprese e noi ci beccheremo meno stipendio, meno scuole, meno assistenza sanitaria e meno pensione! Tenendo presente questo, ora esco e vado a spendere col sorriso sulla faccia! In questo periodo di crisi si susseguono le riunioni dei G. accompagnate da un numero diverso (7, 8, 20), a seconda del numero di paesi che non si vuole invitare per evitare che diano fastidio. Una volta, le riunioni dei G servivano a creare la globalizzazione, ovverosia il mercato globale: quello per cui i paesi avvoltoio tentavano di succhiare il sangue agli altri. Di conseguenza nacquero i no-global, i gruppi di opposizione che presagivano il disastro di queste operazioni. Pertanto, mentre i G (forse significa gaglioffi) arraffavano gli ultimi spiccioli nelle nostre tasche, i no-global imparavano che con i manganelli della polizia si può ricavare molto sangue. A conti fatti, ad ogni G corrispondeva un aiuto dei governi alle imprese (per noi la cosa è più semplice perché governo e impresa sono la stessa persona!) e qualche centinaia di migliaia di posti di lavoro persi nel mondo. Giustizia è fatta! In questo contesto, prendere coscienza di quanto avviene rappresenterebbe un grave rischio per la stabilità dei rapporti governo-cittadini. Ed allora ti creo un problema più a portata di mano per la capacità intellettiva del volgo nostrano e, con qualche leggina che nemmeno nell’antichità si sarebbero sognati di promulgare, ti faccio vedere come il tuo governo è sempre vicino al cittadino (meglio se ricordato come elettore perché a questo servono i sudditi: ad eleggere) ed in quattro e quattr’otto riesco a dare l’illusione che qualcosa è cambiato. Perciò ecco uscire dal magico cappello il Rumeno stupratore. Perché lo stupro è un delitto ignobile... però solo se commesso dai Rumeni contro i quali i menator di mani nostrani fanno delle spedizioni punitive, ma solo contro gli immigrati. Infatti a Frosinone c’è un povero signore italiano che, dopo aver stuprato una donna rumena, ignominia dell’ignominia, lo hanno mandato ai domiciliari dove sta aspettando almeno qualche velata invettiva; perché non è giusto che il poverino finisca così nel dimenticatoio: è una discriminazione razziale! Se poi gli angeli del diritto, i trogloditi dai pugni facili, quello hanno, visto che sono depauperati del cervello, per lavare l’affronto di uno stupro malmenano un povero ed onesto venditore di kebab, oppure si divertono a dar fuoco ad un indiano, è tutto a posto, va bene così! Sono i figli del me ne frego (di democratica memoria, noi siamo tra i più grossi esportatori di democrazia); in fondo sono in sintonia con il loro messia, il nuovo Papa che hanno, Silvio Unico, che, per esempio, se ne frega del referendum sul nucleare e fa accordi internazionali per la costruzione di nuove centrali atomiche (la volontà popolare è servita!). Sono sicuro comunque che, volendo smentire noi maldicenti, Silvio Unico se ne fregherà, per coerenza, anche del referendum sulla pubblicità televisiva che tanti euro addusse alle sue casse personali (poi il sogno svanisce e continuiamo a seguire i consigli della regia). Ignobile è anche la sottolineatura mediatica del paese di origine di chi commette reato, perché sul Codice Penale sono previsti solo i reati e le relative pene e per queste non c’è distinzione per provenienza: quindi il delitto è uguale chiunque lo abbia commesso, mentre da noi non sembra che sia più così; il rischio delle diversificazioni, anche se può sembrare una corbelleria, è che un giorno quelli con reddito superiore ad una certa cifra potranno uccidere, mentre quelli con reddito più basso, se lo faranno, saranno dei delinquenti e rinchiusi in cella. In questa civiltà dell’incultura e dell’ignoranza vengono sostanziati comportamenti barbarici della violenza contro violenza, della denigrazione di un popolo per i delitti di un singolo. E’ questa la rivalsa di chi per tutta la vita è stato definito: pizza, mandolino e mafia. Noi italiani dovremmo ricordarci più spesso di quanta sofferenza ci dava essere chiamati maccheroni. Ora noi denigriamo gli altri, quelli più deboli, quelli costretti ad emigrare perché abbiamo distrutto le loro economie per favorire le nostre: bella forza da VIGLIACCHI!

3. Imbrogli, imbroglioni, imbrogliati La naturale propensione del popolo italico a farsi infinocchiare dagli imbonitori (il gioco delle tre carte è di casa nostra), ha fatto si che sono anni che ci imbrogliano sull’immigrazione e noi, acriticamente, ci beviamo quello che ci propinano. Se io chiedo a qualcuno di separare una serie di nazioni, ad esempio, USA, Australia, Austria, Romania, Polonia, Slovenia, Svizzera, sulla base dell’appartenenza o meno alla Comunità Europea, è facile sentirne delle belle. Perché? Perché il concetto di extracomunitario, ormai, nella pratica comune viene abusato con una connotazione negativa o erronea. Infatti, uno Svizzero o uno statunitense possono essere considerati “comunitari” semplicemente perché occidentali. Un rumeno viene volgarmente considerato extracomunitario perché nell’immaginario collettivo fa parte di quei gruppi di persone che, secondo l’opinione pubblica, delinquono più frequentemente. TUTTO FALSO. Gli stupratori sono prevalentemente rumeni. TUTTO FALSO. Il 24 febbraio di quest’anno il Viminale, quel palazzo dove è insediato il ministero dell’Interno, il cui ministro è l’on.le Maroni (LEGHISTA!!!) ci fa sapere che il 60,9% degli stupri è compiuto da italiani (personalmente concordo con Telefono Rosa che questo dato sia sottostimato, poiché la maggior parte di questi delitti avviene in famiglia, per cui spesso non vengono nemmeno denunciati), mentre il 7% circa da rumeni. Allora, leghista Maroni: perché hai creato le ronde, perché hai fatto passare la delazione medica facendo intendere che c’era un problema di immigrati suscitando oltretutto una risposta emotiva della milizia fascista di casa nostra che è andata a colpire per, dicono loro, fare giustizia? È un comportamento regolare da parte di un ministro della repubblica? Lampedusa. Non è un’isola, ma il punto di attracco di quasi tutti gli emigranti. TUTTO FALSO. Passano soprattutto altrove. Il nostro altruismo è tale da farci creare i centri di accoglienza. E li ci stava Medici Senza Frontiere (semplicemente Premio Nobel per la Pace nel 1999), però non piaceva e l’hanno sbattuta via. A qualcuno dava fastidio. E noi guardiamo a sud, scrutiamo il mare. Oggi il mare è calmo e ci saranno sbarchi. Siamo umani e pensiamo che molti moriranno durante il viaggio. ORRORE! Un paese prevalentemente cattolico pensa sempre alla vita altrui. Infatti quando abbiamo colonizzato e distrutto le economie più deboli affamando gente ci siamo preoccupati tanto. Anzi siamo inorriditi. Tanto la domenica ci si confessa e tutto passa. E mentre guardiamo a sud, a nord entra questo mondo e quell’altro. Infatti, quando i rumeni erano extracomunitari (e lo erano davvero perché ancora non facenti parte della Comunità Europea ora invece ne fanno parte), sono entrati numerosissimi in Italia (è la comunità più numerosa). Certo, non passavano da Lampedusa, perché il giro sarebbe stato troppo lungo. Passavano tranquillamente dai confini delle Alpi. Di lì passano tutti quelli che vengono dall’Europa dell’Est... Ci dicevano di guardare a sud e noi ubbidivamo. Siamo stati distratti, non abbiamo potuto vedere quello che accadeva a nordest perché avevamo gli occhi puntati da un’altra parte. Eppure ci dicevano di guardare dove guardavamo. Poi siamo venuti a sapere che i nostri sempre più patriottici imprenditori sono andati a frotte a trasferire le fabrichètte in Romania dove trovano manodopera in svendita. Sento già i soliti malpensanti che inventano la commedia del baratto immigrazione-insediamenti industriali. Peccato che non siamo più nel medioevo, perché se no le streghe malpensanti sarebbero state giustamente mandate al rogo. Vi pare che i nostri fautori del made in Italy fanno cose del genere? Portare fabbriche all’estero significa guadagni per l’industria, mentre l’immigrato è un onere sociale a carico del cittadino e significa che il cittadino, con più oneri, ha anche meno posti di lavoro e meno welfare: ben gli sta! Si possono pensare atrocità del genere? Solo il diavolo comunista può adombrare una simile realtà! Ci adeguiamo alle leggi europee. TUTTO FALSO. È vero che in Europa molte legislazioni sono severe nei confronti dell’immigrazione ma, per contro, offrono un trattamento umanitario a chi è costretto a lasciare tutto in cerca di lavoro. Per noi la famiglia è la cosa più importante. Lo dicono a gran voce tutti i conviventi, i divorziati e separati del nostro Parlamento che cattolicamente condividono in materia le parole del Papa e della Chiesa. Viva la Famiglia, quella con la effe maiuscola. Per cui nel pacchetto sicurezza hanno pensato bene di aumentare le difficoltà per i ricongiungimenti familiari. Se c’era Fantozzi avrebbe detto: come è umano lei (tralasciando signor Ministro). E guardiamo verso Lampedusa. Orrore, altra gente muore. Facciamo una bella cosa: diamo i soldi a Gheddafi perché faccia morire questa gente lontano dai nostri occhi (il luogo preferito sono le galere libiche, quanto di più umano si possa pensare). Siamo troppo sensibili. La vita è un bene da difendere a tutti i costi. È vero, preferiamo che la gente venga fatta morire fuori dalla nostra portata. La prostituzione (soprattutto quella delle rumene) ci disgusta: prostituitevi in casa così non c’è più questa piaga. Pare che per molti una cosa non esista se non è a portata di occhi. È un comportamento civile ed umano. forse un po’ come quello degli struzzi! Noi stiamo espellendo a destra e a manca! Per quanto Maroni si sforzi, da calcoli fatti, non potrà espellere più del 2% del milione circa di irregolari. Ci adeguiamo all’Europa. TUTTO FALSO. Nel nostro continente, gli altri paesi hanno deciso di regolarizzare i presenti. Noi no, anzi li irregolarizziamo.

4. L’epidemia di peste e la colonna infame Ai giudici che, in Milano, nel 1630, condannarono a supplizi atrocissimi alcuni accusati d’aver propagata la peste con certi ritrovati sciocchi non men che orribili, parve d’aver fatto una cosa talmente degna di memoria, che, nella sentenza medesima, dopo aver decretata, in aggiunta de’ supplizi, la demolizion della casa d’uno di quegli sventurati, decretaron di più, che in quello spazio s’innalzasse una colonna, la quale dovesse chiamarsi infame, con un’iscrizione che tramandasse ai posteri la notizia dell’attentato e della pena.

Durante la stesura dell’ultima versione dei Promessi Sposi (1840), Alessandro Manzoni narra di un processo per unzione accaduto a Milano durante la pestilenza del 1630. La diffusa e miope credenza popolare circa il potere che avrebbero avuto alcune persone (gli untori) di diffondere la peste ungendo con oli particolari i luoghi frequentati dalla gente, fa da sfondo a questa vicenda che parte dalla denuncia di due popolane nei confronti di Guglielmo Piazza (Commissario di sanità) che, sottoposto a tortura, confessa il suo reato (non commesso) ed anzi vi coinvolge il suo barbiere, Gian Giacomo Mora, nonché il nobile spagnolo Don Giovanni Gaetano Padilla. Mentre quest’ultimo viene scagionato (per il suo lignaggio: il nostro mondo non è per niente cambiato!), gli autori del delitto vennero giustiziati e la casa di Mora distrutta. Accanto alle rovine di quella casa fu eretta una colonna a memoria detta appunto la colonna infame. Questa colonna, in seguito, fu abbattuta perché divenne invece simbolo dell’infamia dell’errore giudiziario. Tramite l’analisi storico-giuridica compiuta da Manzoni, vengono posti in risalto lo strapotere dei giudici e, soprattutto, i danni da ignoranza. Un’ignoranza, figlia della paura dell’epidemia di peste. Gli storici hanno calcolato che per questa malattia, l’ignoranza s’intende, Milano a quei tempi perse 150.000 cittadini. Parliamo del XVII secolo e delle scarse conoscenze scientifiche. Ai giorni nostri, invece, promulghiamo leggi che istituzionalizzeranno gli untori: ci riferiamo al pacchetto sicurezza passato al Senato nel febbraio di quest’anno, che aumenterà il numero degli invisibili tanto da creare sacche di popolazione che, per timore dell’espulsione, non si rivolgerà mai agli ospedali.

5. Ghettizzazione e conseguenze sulla salute Non è lo scopo primario di questo articolo quello di fare un excursus scientifico dei problemi di sanità pubblica che scaturiranno dalla definitiva approvazione di tali nefandezze; però, per opportuna conoscenza e completezza del discorso e perché i lettori siano informati, bisogna spendere alcune parole anche su questo argomento. Il servizio sanitario nazionale italiano si caratterizza per la qualità delle prestazioni offerte e per la diffusione capillare delle prestazioni stesse. Questo ci consente di essere un paese in cui l’aspettativa di vita dei suoi cittadini è tra le più alte del mondo. Grazie a ciò, non eravamo più a rischio, per esempio, per malaria, tubercolosi ed altre malattie infettive. Malattie con le quali il nostro organismo non ha più l’abitudine a confrontarsi e quindi a reagire. Tra l’altro, l’uso eccessivo e scriteriato degli antibiotici e di quei presidi atti a rendere abatterico il mondo intero, sta causando la selezione di ceppi di germi (ad es. il BK, quello della TBC) quasi indifferenti alle terapie. Se a questo uniamo l’abitudine ad igienizzare in maniera spropositata il nostro corpo, che risulta tonico dal punto di vista muscolare (perché facciamo palestra) mentre è atonico nei confronti del combattimento contro funghi, virus e batteri, il prodotto che ne scaturisce è un aumento del rischio di epidemie. Tenuto conto di ciò, cosa fa un buon re? Fa delle leggi che peggiorano la situazione. Per lo meno da noi è così! La legge sulla delazione medica avrà come effetto che gli irregolari, che aumentano sempre di più, si rivolgeranno sempre meno agli ospedali per evitare l’espulsione. Per cui ci saranno in giro più persone malate. I cittadini-sudditi-elettori saranno esposti a rischi maggiori per la salute. Come non apprezzare la nostra famiglia reale che premia il suo popolo con un po’ di germi in più e i suoi imprenditori con un po’ di manodopera in più a prezzi sempre più bassi? Che dire della magnanimità-carità cristiana-generosità-altruismo-rispetto per la vita con cui si sta facendo in modo che i bambini stranieri, che un giorno potevano diventare italiani, non vengano vaccinati perché i loro genitori rifuggiranno gli ospedali temendo ritorsioni? Grande paese l’Italia! La stanno facendo veramente grande!!! Secondo me invece la stanno facendo grossa... (ai puntini i lettori possono sostituire la parola che desiderano). Perché chiedere ai medici di denunciare gli irregolari? Le forze di polizia non sono in grado di scovarli? La cosa è strainquietante comunque la si metta!! Se le forze di polizia sono in grado di trovare i clandestini, allora istituire la delazione medica è un modo per reintrodurre una pratica fascista, quella appunto della delazione. Verranno nuovamente creati i responsabili degli stabili, le squadracce e quant’altro partorì Benito? Se le forze di polizia, invece, non sono in grado di rintracciare gli irregolari, la cosa è sempre inquietante. È possibile che un apparato, così dotato di mezzi, armi e sofisticazioni tecnologiche, non sappia rintracciare delle persone di cui tutti conoscono i luoghi frequentati? È quasi straziante dover scegliere quale delle due ipotesi sia la peggiore. Fandonie; non è vero niente; non cambierà nulla; solo demagogia comunista! Il 18 febbraio di quest’anno, l’agenzia Adnkronos-salute (certamente non comunista) ha pubblicato i risultati di una ricerca svolta presso i maggiori nosocomi di Roma e Milano per valutare l’impatto emotivo sugli stranieri non regolari della legge sulla delazione medica. Mediamente il calo degli accessi degli stranieri negli ospedali considerati è stato del 10-15% con punte al nord del 50%. Alcuni sono arrivati in condizioni molto gravi perché, per paura, hanno dilazionato nel tempo il ricorso al pronto soccorso. Viva l’Italia! Fandonie? Demagogia comunista? Pertanto, in vari ospedali si è pensato di esporre dei cartelli in cui si dice: «In questo ospedale non si denuncerà nessuno».

6. Le reazioni Parlerò solo di quelle che non sono ascrivibili a esponenti e ad associazioni di sinistra e delle quali nemmeno Silvio Unico può teorizzare una leggera nuance di Marxismo. Perché, ancora prima del discorso ideologico, ce ne è uno di carattere intellettivo legato al buon senso e già basta questo per far comprendere lo scempio che si va compiendo in Parlamento. Siamo passati dai fazzoletti rossi di Garibaldi a quelli bianchi dei Democristiani ed ora abbiamo quelli verdi dei Padani. Il tricolore è salvo e l’Italia affonda! Sarà meglio non citare più quello che è scritto sul Palazzo della Civiltà e del Lavoro all’EUR a Roma: «UN POPOLO DI POETI DI ARTISTI DI EROI DI SANTI DI PENSATORI DI SCIENZIATI DI NAVIGATORI DI TRASMIGRATORI»

La scritta dovrà essere sostituita con: «UN POPOLO DI DELATORI»

(Da L’osservatore Romano del 7 febbraio 2009): La Caritas Diocesana di Roma ha deciso di potenziare l’attività che i medici svolgono con gli stranieri privi di permesso di soggiorno, e paventa gli effetti pericolosi che una simile norma potrebbe avere sulla sanità pubblica. La Conferenza Episcopale Italiana ricorda come il grado di civiltà di un paese si misuri anche con l’assistenza che può offrire a ogni persona debole e vulnerabile che si trovi sul suo territorio. Vincenzo Saraceni, presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, ribadisce che un conto è denunciare un criminale e un conto è denunciare un clandestino. La delazione medica diventerà un boomerang per la stessa popolazione, nel momento in cui gli stessi immigrati, davanti a una norma di questa natura saranno evidentemente portati a non rivolgersi alle strutture sanitarie e quindi a diventare dei potenziali diffusori di malattie. Secondo la Società Italiana di Pediatria e la Federazione Italiana Medici Pediatri c’è il pericolo di far diventare invisibili migliaia di bambini fatti nascere clandestinamente fuori degli ospedali, tolti dalle scuole e privati dell’assistenza sanitaria, vaccinazioni comprese. Sarei tentato di pensare che bambini invisibili potrebbero essere utili nel commercio di organi: sono tentato, ma non lo scrivo! Al Policlinico Umberto I di Roma un’assemblea di medici ha gridato a gran voce che nessuno avrebbe fatto il poliziotto. Ed è stato ribadito che la proposta del governo è assurda: nessun medico, di qualsiasi ideologia, potrà mai accettare di denunciare gli irregolari. Un’altra assemblea di medici, questa volta a Napoli, ha definito la legge xenofoba e razzista. I medici napoletani ne hanno colto un aspetto particolare che, sicuramente, i legislatori nostrani non hanno valutato per ignoranza (nel senso che ignorano questo aspetto, mentre avrebbero il dovere di esserne a conoscenza). Secondo loro, il provvedimento rischia di far aumentare i ricoveri perché, se non ci si fa controllare, le malattie peggiorano e le prestazioni ospedaliere diventano più alte di quelle territoriali, con notevoli aumenti nei costi per la sanità pubblica. Il responsabile di Dedalus Andrea Morniroli ritiene che queste misure colpiranno tutta la comunità ed in particolare, alcune categorie a rischio come le donne straniere che si prostituiscono e, che se non si controllano possono contagiare i clienti e anche le loro fidanzate italiane. A Bologna, l’Ordine dei Medici locale minaccia sanzioni per quegli iscritti che dovessero denunciare gli immigrati irregolari. Vengono minacciati ricorsi alla Corte Costituzionale. Anche gli Avvocati di Strada hanno fatto sentire la loro voce annunciando che, nelle 18 città in cui sono presenti, costituiranno dei collegi di difesa gratuiti per tutti i medici che dovessero essere denunciati. Parlavamo di Bologna ed ecco il pensiero di uno dei suoi cittadini più autorevoli: il Presidente della Camera Gianfranco Fini (il cui partito è elemento fondamentale per la formazione del governo): l’alternativa all’integrazione è l’aumento delle fobie, dell’intolleranza, della xenofobia. Infine, visto che siamo in Europa, sentiamo cosa ne pensa Pier Virgilio Dastoli, direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. La norma sui medici-spia è palesemente in contrasto con i principi europei e verrebbe bocciata dalla Corte di Giustizia Europea. La Carta dei Diritti di Nizza prevede che il diritto alla salute sia per tutti gli esseri umani (attendiamoci una legge che tolga la qualifica umani a qualche gruppo di esseri viventi!), non solo per i cittadini comunitari. Si sta creando un circolo vizioso: le paure dei cittadini nutrono politiche populiste che, a loro volta spingono sulle paure. In paesi come l’Italia, la Spagna e la Francia i governi mettono l’accento sulla sicurezza più che sulla libera circolazione. Di fronte all’invecchiamento e al calo della popolazione europea, l’immigrazione legale costituisce una risorsa irrinunciabile per l’Unione. Nel momento in cui si impediscono i ricongiungimenti familiari e si creano situazioni di maggiore disagio per gli immigrati, come vuole l’attuale disegno di legge, aumenta l’esclusione e, di conseguenza, la criminalità (ndr: proprio l’effetto voluto. Bel colpo!).Per quanto riguarda invece l’introduzione del reato di immigrazione clandestina sarebbe meglio fare accordi a monte con i Paesi d’origine. Ad esempio, i flussi dall’Albania degli anni Novanta sono finiti perché sono stati fatti accordi seri con Tirana. Quest’ultimo pensiero potrebbe risuonare come critica per gli accordi Italo-Libici, poiché alcune ong umanitarie avrebbero denunciato episodi (e non solo episodi) di torture perpetrate dai Libici nei confronti dei migranti dall’Africa sub-sahariana. Per cui Dastoli sostiene che l’Unione deve controllare come vengono utilizzati i soldi dati a questi Stati per il controllo dell’immigrazione clandestina, con pattugliamenti congiunti fatti anche dall’UE e l’invio di missioni europee. Per il 17 marzo la SIMM (Società Italiana Medicina delle Migrazioni) con Medici Senza Frontiere e l’adesione di tante sigle sindacali mediche e paramediche, hanno proclamato una giornata di mobilitazione contro l’infamia della delazione medica da svolgersi in numerosissime città italiane. Il logo della mobilitazione è:

Per finire segnalo la posizione espressa da quella regione che di rosso ha solo splendidi tramonti, la Sicilia. Nonostante sia terra di conquista di re Berlusconi Unico, il 25 febbraio scorso ha emanato una circolare che non è perfettamente in linea con il pacchetto sicurezza del governo.

Questa circolare non ha bisogno di essere commentata. Esprime l’OBBLIGO per gli operatori sanitari di occuparsi della salute di chiunque italiano e non, regolare e non, senza disparità!

7. Gli obblighi del medico Un giorno mi sono laureato in medicina e, per lavorare, mi è stato detto che dovevo giurare su una serie di articoli, che avevo un codice deontologico, che avevo degli obblighi di legge e che il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione (quella che Silvio Unico dice essere di matrice bolscevica: secondo me è invidioso perchè non gli è mai riuscito di mettersi un colbacco in testa).

Il giuramento Il moderno giuramento, che sostituisce quello originale di Ippocrate, prevede tra l’altro l’obbligo di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica. Di osservare il segreto su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell’esercizio della mia professione o in ragione del mio stato.

Il segreto La legislazione italiana definisce il concetto di segreto professionale e indica la violazione di tale segreto come reato nell’art. 622 del codice penale. La pena varia da una sanzione pecuniaria a un anno di reclusione.

Il codice deontologico Il codice di deontologia medica è un corpus di regole di auto disciplina predeterminate dalla professione, vincolanti per gli iscritti all’Ordine che a quelle norme devono adeguare la loro condotta professionale. Approvato e depositato il 3 ottobre 1998 dal Consiglio Nazionale della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri). Art. 3 - Doveri del medico: Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza nel rispetto della libertà e dignità della persona umana, senza discriminazioni di età, sesso, di razza, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace come in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera. Art. 5 - Esercizio dell’attività professionale: .....(omissis); non deve soggiacere a interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi natura. Il medico deve denunciare all’Ordine ogni iniziativa tendente a imporgli comportamenti non conformi alla deontologia professionale, da qualunque parte essa provenga. Art. 9 - Segreto professionale .....(omissis). Il medico non deve rendere al Giudice testimonianza su ciò che gli è stato confidato o è pervenuto a sua conoscenza nell’esercizio della professione. Art. 17 - Rispetto dei diritti del cittadino: Il medico nel rapporto con il cittadino deve improntare la propria attività professionale al rispetto dei diritti fondamentali della persona.

La Costituzione italiana Parla del diritto alla salute da riferirsi all’individuo e non limitatamente al cittadino: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) Nel Trattato istitutivo di questa organizzazione, sottoscritto il 22 luglio 1946 da 61 paesi, e con emendamenti successivi si legge: ...(omissis) il godimento del miglior stato di salute raggiungibile costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano senza distinzione di razza, religione, opinioni politiche, condizione economica e sociale; richiamando con ciò quanto affermato nell’articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

8. Conclusioni Mi appello a sua maestà Silvio Unico. Maestà, vale la pena aumentare i rischi di epidemie, fregarsene dei codici deontologici, della Costituzione, del giuramento d’Ippocrate, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del codice penale per dare fumo negli occhi ai Padani? Sì è solo fumo negli occhi e lei lo sa. Facciamo una cosa; siccome lo Stato è contro il fumo, sia coerente: eviti di venderne!