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Dario Stefano Dell’Aquila
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Dottorando in Istituzioni, Ambiente e Politiche per lo sviluppo economico, Università di Roma III

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Pensioni, privatizzazioni e povertà: l’economia senza politica Il nuovo Dpef 2008-2011
Dario Stefano Dell’Aquila

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Pensioni, privatizzazioni e povertà: l’economia senza politica Il nuovo Dpef 2008-2011

Dario Stefano Dell’Aquila

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Occorrerà pure discutere prima o poi, sul terreno delle concrete proposte politiche, della crescita delle disuguaglianze, che l’economia creativa del governo ha accentuato. O del fatto che in quindici anni il monte delle retribuzioni da lavoro dipendente ha perso parecchi punti di Pil a favore di altri redditi. Se anche simili argo- menti non saranno messi sul tavolo del centro- sinistra, le manovre correttive, i Dpef annuali, le riforme del mercato del lavoro e delle pensioni continueranno a fungere da copertura contabile dall’apparenza forbitamente razionale a un disegno politico grezzamente conservatore”. Luciano Gallino Il Documento di programmazione economico-finanziaria (Dpef 2008-11) è, a dirla con il tecnicismo normativo, «il documento con il quale si individuano gli andamenti tendenziali e si fissano gli obiettivi sulle principali grandezze di bilancio per un orizzonte temporale pluriennale». Presentato il 30 giugno di ogni anno, il Dpef è divenuto, nel corso del tempo, un documento di programmazione politica, che, pur nell’ambito di previsioni spesso lontane da realizzarsi, anticipa le linee di politica economica del governo e i provvedimenti che si adotteranno con la legge finanziaria.

Quello presentato il 30 giugno 2007 è il secondo documento di programmazione del governo di centro sinistra, il primo dopo la finanziaria del risanamento lacrime e sangue. E’ quindi importante verificare se si registri una svolta, o almeno una modifica della rotta della politica economica, se i partiti di sinistra sono riusciti a pesare nella coalizione di maggioranza .

Il documento è stato licenziato con il solo voto contrario del Ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecorario Scanio, contrario al Piano delle grandi opere e infrastrutture, allegato al documento di programmazione.

Nelle dichiarazioni di principio il Governo ha dichiarato che questo documento, «pone l’accento su un modello di crescita sostenibile sotto il profilo finanziario, sociale e ambientale Dopo gli interventi incisivi dei mesi scorsi, mirati a far uscire i conti pubblici da una situazione di emergenza, l’esecutivo intende agire adesso prioritariamente sul fronte dello sviluppo economico, senza tuttavia mettere a repentaglio gli equilibri di bilancio conseguiti»3. Il documento ha riscontrato il parere favorevole anche di Prc e Pdci4, ma contrariamente alle promesse (e al- le premesse) e al linguaggio forbito (il Dpef si apre con una citazione di Platone sull’interesse pubblico) vi sono più ombre che luci.

Mentre Rifondazione e Comunisti Italiani sottolinea- vano maggiori risorse per le pensioni minime, il commissario dell’Unione europea agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia esprimeva sul Dpef, prima ancora di aver ricevuto il testo del documento, approvato dal governo italiano: «profonda preoccupazione per il limitato consolidamento dei conti pianificato per il 2008 e gli anni seguenti, che non è in linea con gli orientamenti stabiliti dall’Eurogruppo»5

Come giustamente evidenziato da alcuni commenta- tori attenti questo rilievo critico ha portato tanto la parte centrista della maggioranza a difendere «il rigore economico» del documento e la sinistra a difenderne «l’equità sociale» rendendo «impossibile criticare ancora un impianto che solo la destra, pateticamente, si ostina a definire un cedimento alla sinistra radicale»6.

Vediamo allora in sintesi i contenuti più discussi del Dpef al di là delle previsioni che stimano la crescita del Pil confermata al 2% nel 2007 e all’1,7% nel 2008-2009; deficit pubblico rivisto al rialzo verso il 2,5% del Pil quest’anno, mentre scenderà al 2,2% il prossimo e all’1,5% nel 2009.

Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Tommaso Padoa-Schioppa, ha sottolineato che «i conti pubblici sono usciti dall’emergenza, ma il risanamento continua» Il governo sostiene che vista la tendenza non sarà necessaria una manovra correttiva. Annuncia quindi una finanziaria

Tema Scelta Dpef 2008-11 Prospettive Inflazione Programmata al 1,7% Su questa previsione verranno senza contrattazione misurati i rinnovi contrattuali Pensioni Aumento delle minime Una tantum Sistema pensionistico Revisione dei coefficienti Aumento dell’età pensionabile e conferma del modello di riforma Dini-Maroni Privatizzazioni Fincantieri Entro due anni cessione di metà di Fincantieri Alitalia Poste Italiane IPZS Tirrenia Patrimonio pubblico Cessione di beni tramite Conferma della progressiva dismissione l’Agenzia del Demanio del patrimonio pubblico; Servizi pubblici locali Ribadito l’impianto Privatizzazione e affidamento del ddl Lanzillotta al mercato dei servizi pubblici locali come trasporti e gas

leggera per il prossimo dicembre. La pressione fiscale ha raggiunto livelli molto elevati, vicini al 43% del Pil quest’anno, (massimo storico nel 1997, 43,7%) e quindi pro- spetta una riduzione delle aliquote di prelievo, subordina- te a risultati della lotta all’evasione. Di ipotesi c’è quindi la riduzione Ici sulla prima casa che ha immediatamente suscitato le proteste dei sindaci e il cui effetto rischia di essere vanificato da un aumento dei tributi locali.

Di positivo, nel documento, c’è la decisione di investire 2,5 miliardi di euro derivanti dall’extragettito per pensioni minime e stato sociale. Ma solo 1,3 miliardi sa- ranno destinati all’aumento delle pensioni più basse. La cifra restante non sarà destinata alla previdenza ma agli ammortizzatori sociali (7 miliardi) e alla competitività e produttività (3 miliardi destinati alla contrattazione de- centrata). L’aumento delle pensioni minime, una tantum di ottobre 2007, secondo le dichiarazioni del Ministro Tommaso Padoa Schioppa, per pensionati con rendi- menti più bassi potrebbe anche superare i 300 euro pro capite. Secondo il Ministro «se la platea di beneficiari sarà di tre milioni di persone, l’una tantum sarà di 300 euro. Se la platea sarà di 2,5 milioni di persone, l’aumento una tantum sarà di 360 euro». Si tradurrà quindi in un aumento lordo di circa 30 euro mensili. Per quanto riguarda lo Stato sociale, sebbene nel documento non manchi una parte dedicata alla povertà, nonostante qualche generico accenno non sono previste né misure di riforma strutturale (come la separazione della previdenza dalla assistenza) né l’introduzione di forme di contrasto alla povertà economica come il reddito mini- mo di inserimento.

A fronte di questa parte, ampiamente rivendicata dal- la sinistra, i contenuti del documento confermano una linea di politica economica che, nel perseguimento dei parametri di Mastricht, persegue un disegno grezzamente conservatore.

  Innanzitutto l’inflazione programmata è pari all’1,7% un dato sottostimato. E’ evidente il valore tutto politico di questa stima, che contrariamente a quanto previsto dagli accordi del 1993, è stato fissato senza alcuna concertazione. L’inflazione programmata è in- fatti la base su cui vengono calcolati gli adeguamenti nella contrattazione collettiva. Non solo, le risorse dedicate alla produttività confermano la tendenza a puntare sulla contrattazione decentrata o di secondo livello, riducendo così il potere contrattuale dei lavora- tori costretti a muoversi separatamente a livello di singola azienda7;

  Continuano le privatizzazioni. Confermata la cessione di metà della Fincantieri (si comincia sempre così) nonostante le proteste dei lavoratori interessati e la contrarietà del Prc8 e del Pdci9. Si cede una impresa largamente competitiva e punta di eccellenza del sistema industriale10. Completano il quadro la privatizzazione di quanto resta delle Poste Italiane, della Tirrenia e, addirittura, dell’Istituto poligrafico zecca del- lo Stato;

  Pensioni. L’aumento una tantum delle minime non modifica affatto la tendenza di questo ultimo decennio. Il governo infatti intende completare il processo di riforma iniziato negli anni ’90. Ovvero aumento dell’età pensionabile (scalone o meno) e avvio della previdenza complementare. E consapevole delle difficoltà di far decollare la previdenza complementare il governo conferma la scelta di destinare il Tfr e di rivedere i coefficienti per evitare la “gobba” che dovrebbe manifestarsi nel 203511;

  Servizi pubblici locali. Rispetto al documento dell’anno precedente vi è solo un breve accenno ai servizi pubblici locali. Breve,ma esaustivo perché richiama al disegno di legge Lanzillotta12 che prevede la trasformazione delle aziende dei servizi pubblici locali in s.p.a. e l’offerta dei servizi sulla base dei principi di concorrenza, mercato e relativo aumento delle tariffe per i cittadini;

  Beni pubblici. Si conferma una tendenza avviata già dal Ministro Giulio Tremonti che, nella spirale della finanza creativa, ha avviato anche la dismissione del patrimonio immobiliare pubblico. Il governo conferma infatti che l’Agenzia del Demanio proseguirà la vendita degli immobili pubblici.

Questo scenario, cui andrebbero aggiunte le scelte effettuate dal piano delle grandi opere infrastrutturali, mostra quanto sia in salita la strada per invertire realmente la direzione delle politiche economiche del centrosinistra. Sembra quasi che l’economia, ormai ridotta alla sola dimensione del mercato, non conceda alla politica alcuna scelta e che, al di là degli sforzi, delle lotte, ma anche di piccoli tatticismi, gli spazi per un’alternativa siano ancora tutti da conquistare.

1 Dottore di ricerca in Istituzione, ambiente e politiche per lo sviluppo economico. Ricercatore dell’Osservatorio Meridionale di Cestes-Proteo

2 L.Gallino, L’Italia in frantumi, Laterza, Bari, 2006, pag 145.

3 Una crescita robusta e sostenibile è condizione necessaria affinché il risanamento finanziario, dovuto alla manovra impegnativa e rigorosa dell’anno scorso, si traduca in un miglioramento duraturo. Ma per far sì che si trasformino in fenomeni strutturali, crescita e risanamento dovranno risultare anche socialmente equi e sostenibili dal punto di vista ambientale, come indicato nei capitoli specifici del documento.(Comunicato stampa 28 giugno 2007)

4 «In conclusione si tratta di un DPEF coerente e responsabile, con un respiro sociale, rispondente ad un patto intergenerazionale, come è stato giustamente detto, ma che punta allo sviluppo economico “condizione necessaria affinché il risanamento finanziario dovuto alla manovra impegnativa e rigorosa dell’anno scorso si traduca in un miglioramento duraturo» Luigi Marino Pdci in http://www.comunisti- italiani.it/

5 Cfr. la Repubblica del 29 giugno 2007

6 F. Piccioni, il Manifesto del 30 giugno 2007

7 Cfr. F. Piccioni, op.cit.

8 «Rifondazione Comunista ribadisce le forti preoccupazioni già espresse per i contenuti del Piano Industriale presentato dal management di Fincantieri e per la quotazione in borsa del gruppo». Maurizio Zipponi, responsabile Economia e Lavoro della segreteria del Prc, 21 maggio 2007 in www.rifondazione.it

9 Siamo assolutamente contrari alla proposta, avanzata dal sottosegretario Forcieri al salone navale di Parigi, di privatizzare, anche solo parzialmente, Fincantieri» Severino Galante, capogruppo Pdci alla Commissione Difesa, nota del 26 ottobre 2006 in http://www.comunisti- italiani.it/

10 Fincantieri è uno dei più importanti complessi canteristici navali d’Europa. Azienda pubblica italiana già di proprietà dell’IRI, è oggi controllata da Fintecna, finanziaria del Ministero dell’Economia. In Italia Fincantieri occupa quasi 9.400 addetti (circa 20.000 considerando anche quelli dell’indotto) che operano in 8 cantieri, due centri di progettazione, un centro di ricerca e due unità produttive dedicate alla fabbricazione di componenti meccaniche. Alla direzione generale di Trieste fanno capo i cantieri di: Monfalcone, Marghera e Sestri Ponente per le navi da crociera, Ancona, Palermo e di Castellammare di Stabia per le navi da trasporto e Muggiano e Riva Trigoso per le navi militari. La Fincantieri ha il controllo della Isotta Fraschini Motori spa di Bari che produce motori diesel e della società Cetena di Genova che svolge ricerche nel campo navale in collaborazione con le più importanti istituzioni italiane. Controlla anche Orizzonte Sistemi Navali S.p.A., società di ingegneria navale, costituita insieme a Finmeccanica, attiva nella progettazione e realizzazione di unità navali militari.

11 A tal proposito è bene ricordare quando dice Felice Pizzuti «La tanto paventata ‘gobba’ , consistente nell’aumento massimo di circa due punti del rapporto tra spesa pensionistica e PIL intorno al 2036 (comunque inferiore a quanto previsto per la media dei paesi europei), è subordinata al verificarsi di uno scenario nell’ambito del quale, nel prossimo mezzo secolo, il PIL dovrebbe crescere mediamente dell’1,5% l’anno. Con una crescita annua del PIL intorno al 2% (nell’ambito di un diverso scenario previsivo simile a quello adottato dalla Commissione europea nel Consiglio di Lisbona) la ‘gobba’ sparirebbe» in la Rivista de il Manifesto, n.43/03

12 Disegno di legge n. S772 recante delega al governo per il riordino dei servizi pubblici locali