Movimento dei lavoratori e sinistra in Paraguay
Peter Lambert
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Dal Maggio al Settembre 2002 il Paraguay è stato agitato da
proteste della società civile che per un breve periodo hanno minacciato l’amministrazione
del Partito Colorado, e ne hanno bloccato con successo le principali e
più caratterizzanti politiche economiche. Una vasta alleanza di movimenti
sociali e di sezioni della società civile raggruppate entro l’appena formato Congreso
Democràtico del Pueblo (CDP) hanno lanciato una mobilitazione altamente
efficace contro le misure anti-terrorismo ed il pacchetto di riforme economiche
dell’amministrazione di Luis Gonzàles Macchi. Una strategia a livello
nazionale fatta di marce, dimostrazioni e blocchi stradali ha condotto alla
decisione senza precedenti del governo di accettare tutte le istanze del CDP,
inclusa la sospensione indefinita di tutti i piani di privatizzazione.
Questa è stata la più grande e più vittoriosa protesta di
massa dall’inizio della transizione alla democrazia nel 1989, che riflette il
disincanto e l’alienazione popolare nei confronti sia della politica
istituzionalizzata sia di una elite politica distante e corrotta. Addirittura,
questa è stata la prima volta da quando ha preso il potere nel 1946 che un
governo del partito Colorado è stato costretto ad arrendersi alla protesta
popolare, ed è stata la prima volta in America Latina che un processo di
privatizzazione è stato fermato nel suo moto da una opposizione popolare
coordinata.
Inoltre, la vittoria nelle elezioni dell’anno successivo
(2003) di Nicanor Duarte Frutos, un membro del partito Colorado al
potere, ha coronato una campagna elettorale degna di nota per l’inclusione di
molte delle istanze principali della protesta del 2002, come l’alleviamento
della povertà, una retorica anti-privatizzazione, misure per ridurre la
corruzione, ed una riforma democratica dello stato. Diversamente dai suoi
predecessori, Duarte ha fatto ogni sforzo per mostrarsi come un uomo del popolo,
opposto alle elites di potere tradizionali, e desideroso di mostrarsi fermo nell’opposizione
a quelli che egli stesso definiva pacchetti economici imposti dall’estero e
neoliberalismo selvaggio. Almeno retoricamente, Duarte si ritrovava spalla a
spalla con una nuova generazione di presidenti, che include Lula, Chàvez e
Kirchner, e che ha parlato della necessità di porre le riforme economiche e
sociali in favore dei poveri prima delle richieste della finanza internazionale.
La crescita di movimenti sociali e di nuovi discorsi di sinistra in molta parte
dell’America Latina sembrava infine aver raggiunto il Paraguay, spesso visto
come il cimitero della sinistra.
Questo articolo esamina la traiettoria storica della sinistra
in Paraguay nel secolo XX, concentrandosi principalmente sullo sviluppo dei
movimenti sociali e della sinistra politica durante la transizione alla
democrazia che culminò con gli eventi del 2002 e del 2003. Si argomenta che
mentre non vi è stata alcuna ri-emergenza della sinistra politica tradizionale,
ci sono segni di una “resurrezione della società civile” (O’Donnell &
Schmitter 1986: 26) che sta spingendo per l’adozione di politiche
tradizionalmente associate con la sinistra. Il successo del 2003 sembra aver
stimolato una fazione dominante dello stesso Partido Colorado, almeno
retoricamente, verso una piattaforma politica a favore dei poveri ed
anti-globalizzazione. Tuttavia, rimane da vedere se questo significhi la
crescita di un autonomo e radicale movimento di base o anche un ritorno della
sinistra.
1. Prospettiva Storica
Pur non essendo mai stata una grossa forza politica, la
nascente sinistra politica in Paraguay nella prima metà del secolo XX si
ritrovò minata dal ruolo avuto in due grandi conflitti; la sua opposizione alla
Guerra del Chaco con la Bolivia (1932-1935) e la sonante sconfitta dell’alleanza
ribelle, della quale faceva parte, nella brutale guerra civile del 1947.
Certamente la decisione di opporre, in un’atmosfera di nazionalismo eccitato
al massimo, quella che era evidentemente una invasione boliviana, minò molto
dell’appoggio popolare che i partiti Comunista (PCP) o Socialista (PSR)
stavano costruendo [1]. La decisione di combattere con l’alleanza ribelle
dominata dai Liberali durante la guerra civile del 1947 ebbe conseguenze anche
più severe, con la distruzione della sinistra non-Colorado in Paraguay
ed il suo susseguente esilio e scomparsa dalla scena politica.
Tuttavia, questi eventi hanno nascosto problemi più
strutturali, radicati nello sviluppo storico della politica e dell’economia
del Paraguay, che rimangono fattori chiave nella spiegazione della debolezza
della sinistra. In primo luogo, il Paraguay nella prima metà del ventesimo
secolo non ha avuto alcun processo significativo di industrializzazione, e
quindi è rimasto una economia basata in maniera predominante sul settore
rurale, con una classe operaia urbana ridottissima. I partiti della sinistra
sono stati incapaci di attrarre appoggio popolare, rimanendo essenzialmente una
sinistra senza lavoratori e contadini (Arditi e Rodrìguez, 1987). Si trattava
infatti di partiti con una mentalità urbana in una società prevalentemente
rurale, che di conseguenza avevano poca influenza sulla maggioranza rurale e non
poterono ottenere l’appoggio dei sindacati che stavano emergendo. Questi
mostrarono una chiara tendenza a non fidarsi di alleanze con partiti politici
(Medina, 1987). In termini di ideologia, il carattere anti-ideologico dei
partiti principali del Paraguay (Liberal, Colorado e brevemente Febrerista)
[2]
risultò in alleanze politiche più di indole personale, familiare e
clientelistica che ideologica. Tutti i partiti includevano un ampio spettro di
posizioni ideologiche. Alla fine, il partito che con più successo ha costruito
radici tra i contadini, attraverso un discorso nazionalista, agrario e
populista, è stato il Partido Colorado.
La dittatura anti-comunista del generale Alfredo Stroessner
(1954-1989) ha prevenuto qualsiasi ri-emersione della sinistra. Il regime,
basandosi sulla lealtà dei suoi due pilastri, le forze armate ed il Partito Colorado,
operò uno stretto controllo sull’organizzazione sindacale (per mezzo della
ufficialista Confederaciòn Paraguaya de Trabajadores - CPT), la politica
locale e la società (attraverso la rete di sezioni di partito o seccionales
e di caudillos locali Colorado) e sulla opposizione politica. La
repressione dell’opposizione reale (come la invasione guerrigliera del 1959 -
64) [3], sospetta o
semplicemente immaginata, minò ulteriormente qualsiasi organizzazione.
Addirittura, mentre la sinistra politica era degna di nota per la sua assenza,
la sua immagine (specie quella del comunismo) fu coerentemente usata da
Stroessner come giustificazione della repressione e della dittatura. Inoltre,
Stroessner manipolò e sviluppò con successo il discorso populista e
nazionalista del Partito Colorado (che si era appropriato di molti
discorsi di sinistra) per consolidare l’ampia base di supporto popolare che il
partito aveva nella maggioranza povera e rurale.
L’opposizione politica che effettivamente emerse fu
permessa o tollerata da Stroessner come parte di una facciata democratica che
prevedeva la partecipazione dell’opposizione alle elezioni, che serviva
solamente a permettergli di fingere una legittimità democratica (Arditi, 1992).
Poiché qualsiasi vera opposizione politica che potesse minacciare il sistema
era proibita, l’opposizione fu limitata alla lenta crescita di movimenti
sociali. L’emersione negli anni 60 dei movimenti di base sociali, la Leghe
Agrarie Cristiane (ligas agrarias campesinas) fu significativa perché
rappresentò il primo movimento contadino indipendente dai partiti politici ed
il primo movimento di opposizione di sinistra basato sui contadini (Medina,
1997). Sebbene fossero severamente represse nella metà degli anni 70, queste
leghe ispirarono la crescita di altre organizzazioni contadine negli anni 80,
tutte organizzate primariamente su base locale con domande concernenti la terra
e, sempre più, la democrazia.
Con il procedere degli anni 80, ci fu una impennata nell’organizzazione
dei movimenti sociali, con significativo accesso e dominanza politica del Partido
Colorado. Nel 1980 fu fondato il Movimiento Campesino Paraguayo
(MCP), che continuava il lavoro organizzativo delle LAC, mentre nel 1985 la
formazione del Movimiento Intersindical de Trabajadores (MIT) ruppe il
monopolio del potere della CPT, che era dominata dal partito Colorado,
creando lentamente lo spazio per la ri-emersione di sindacati indipendenti di
opposizione. Nel 1987 l’arrivo della Federaciòn de Estudiantes
Universitarios Paraguayos (FEUP) ruppe in modo simile il monopolio del Partido
Colorado sulla organizzazione degli studenti. Per il 1989 organizzazioni di
contadini, sindacati, studenti e donne stavano cominciando a riempire un vuoto
politico, simultaneamente evitando alleanze con i partiti politici di
opposizione [4].
2. Dominazione Colorado nella Nuova Democrazia
Qualsiasi speranza di un sollevamento popolare contro
Stroessner fu prevenuto dal colpo di palazzo dell’uomo forte militare di
Stroessner, il Generale Andrès Rodriguez, nel 1989. Questi cominciò
immediatamente un processo di apertura democratica controllata. Eppure, malgrado
la sua stretta associazione con la dittatura di Stroessner, dal 1989 il Partito
Colorado ha dominato dal punto di vista elettorale. Sebbene il partito sia stato
squassato dagli apparentemente interminabili e distruttivi fazionalismi, e le
preferenze elettorali siano scese da più del 70% nel 1989 ad appena il 37% nel
2003, il fatto è che il partito Colorado ha vinto ogni singola elezione
presidenziale e legislativa [5].
Molto del suo successo è dovuto ad una rete clientelistica continuata,
specialmente diffusa in campagna, ma anche alla sua abilità ad adattarsi ed a
rinnovarsi, per divenire dalla sera alla mattina il partito della democrazia e
della modernizzazione mantenendo al contempo le sue credenziali nazionaliste, e,
cosa ugualmente importante in termini pratici, i suoi legami con i militari, il
settore pubblico ed i contadini.
Quello che veramente colpisce delle elezioni dal 1989 è il
fallimento della sinistra, o anche della opposizione moderata, di offrire una
sfida unita, progressista e seria alla dominanza del Partito Colorado, malgrado
quest’ultimo sia stato caratterizzato da corruzione rampante, fazionalismo ed
inefficienza. Questo non vuol dire che la sinistra non abbia avuto successi. Nel
Maggio 1991 una coalizione di cittadini, sinistra e gruppi sindacali - ma non la
sinistra politica - formò Asunciòn para Todos (APT) [6]
sotto la leadership di Carlos Filizzola, e vinse le elezioni municipali di
Asunciòn. Tuttavia, questo successo locale ed urbano non si è ripetuto a
livello nazionale [7]. Il PLRA [8] è rimasto l’opposizione principale, ma
malgrado alberghi correnti di sinistra, esso è limitato dalla sua identità “qualunquista”,
da una piattaforma politica moderata e da faide interne. Il Partido Encuentro
Nacional (PEN) emerse nel 1993 per sfidare la dominazione Colorado e PLRA,
ma è rimasto un’alternativa moderata e principalmente urbana. Anche quando
questi due partiti si sono uniti nel 1998 sotto il “programma dei sogni” di
Carlos Filizzola e Domingo Laìno (entrambe figure precedentemente associate con
la sinistra), sono finiti sconfitti dal Partido Colorado. Infine, nelle
elezioni del 2003 un altro partito moderato, urbano e non-ideologico, il Partido
Patria Querida (PPQ) è venuto fuori ma senza essere capace di sfidare in
maniera seria il Partito Colorado [9].
Le cause di tutto questo sono multiple ma riflettono
debolezze storiche della sinistra in Paraguay. I movimenti politici della
sinistra rimangono prevalentemente urbani, con poche radici profonde in
campagna, come ben dimostrato dal fallimento dell’APT che non è diventato una
forza politica nazionale da urbana che era. Il risultato è che non sono stati
capaci di inserirsi nella cultura, o tekò, della maggioranza di lingua
Guaranì [10]. Questo è
legato al fatto che la sinistra non ha trovato alcuna unità dietro un discorso
coesivo, un’ideologia o una strategia, e perciò non è stata capace di
rappresentare una valida alternativa politica a livello nazionale. Invece, è
rimasta una forza di minoranza divisa e prevalentemente urbana. Questo è
esacerbato dalla natura non-ideologica di tutti i maggiori partiti, che
contengono fazioni (spesso in guerra) provenienti dall’intero spettro
politico. Questa sinistra è dunque dispersa in partiti più ampi (specialmente
il PEN, il PLRA e nel 2003 il PPQ) sotto piattaforme politiche moderate,
riformiste e non ideologiche, o quando cerca di correre sola, come nel caso dell’ala
apertamente di sinistra del PT, rimane una forza elettorale molto minore e
principalmente urbana.
D’altro canto, malgrado i legami con la dittatura di
Stroessner e l’inefficienza, corruzione e fazionalismo caratteristiche della
gestione del potere durante la transizione, il Partido Colorado rimane la
forza politica più forte e diffusa, al potere dal 1946 attraverso guerra
civile, dittatura e democrazia. Ha poco meno di 1 milione di membri affiliati,
equivalente al 43% del registro elettorale o al 20% della popolazione, ed una
vasta rete di 394 seccionales o uffici locali. In più, è riuscito a
mantenere un alto grado di potere istituzionale, controllo dei ranghi
burocratici e collegamenti con le forze armate, mentre a livello locale ha
mantenuto il suo potere basato sulle lealtà familiari ed affettive, il
clientelismo, e la sua presenza attraverso le seccionales. Il suo fascino
è meno ideologico (contiene elementi da vari tipi di posizioni politiche) ma
basato sulla risonanza del suo discorso populista e nazionalista tra i contadini
e la sua profondamente radicata comprensione dell’identità nazionale e della tekò
della maggioranza povera. Addirittura, l’associazione del partito con l’identità
nazionale è tale che durante la transizione ha potuto mantenere la sua pretesa
di essere il partito del Paraguay, come ben reso dallo slogan delle elezioni
municipali del 1996 “somos todos colorados”. Come ha detto il
Presidente Duarte, essere Colorado è più di una scelta politica; è una
cultura, persino una religione [11].
[1] Fondato nel 1928, il PCP è stato illegale per la maggior
parte della sua esistenza. La sua popolarità crebbe negli anni 40 ma le sue
fortune furono irreversibilmente danneggiate dalla guerra civile del 1947, il
coinvolgimento in movimenti guerriglieri falliti e la repressione sotto la
dittatura di Stroessner. Il PSR fu fondato nel 1914. Malgrado fosse un partito
piccolo, è stato il solo partito apertamente di sinistra a vincere un posto al
Congresso nel 1923.
[2] Il Partido Revolucionario Febrerista (PRF) è uscito dalla rivoluzione
Febrerista del 1936. Esso è rimasto un partito di opposizione legale sotto
Stroessner fino al 1977. Più tardi si è unito all’alleanza di opposizione Acuerdo
Nacional. Nelle elezioni dal 1989 si è gradualmente ridotto all’insignificanza.
[3] Negli anni 1959 - 1964 un certo numero di unità di guerriglia dell’opposizione
in esilio tentarono di invadere l’Argentina. Data la mancanza di appoggio tra
i contadini, furono spazzate via dalle forze anti-insurrezionali.
[4] Per una analisi in profondità dell’emersione dei movimenti
sociali sotto Stroessner vedi Arditi e Rodrìguez, 1987.
[5] Nelle elezioni Costituenti del 1991 il Partito
Colorado ha vinto il 5% del voto, con un vantaggio del 28% sul PLRA. Nelle
elezioni legislative del 1993 ha guadagnato il 40%, non una intera maggioranza,
ma un vantaggio dell’8% sul PLRA e del 17% sul PEN. Nel 1998 è riuscito ad
ottenere il 54 % dei voti contro il risultato del gruppo combinato PEN/PLRA del
43%. E nel 2003, ha ottenuto il 37% contro il 24% del suo rivale più vicino, il
PLRA. Per un’analisi delle elezioni tra il 1989 ed il 1998 vedi Riquelme e
Riquelme 1997, e Lambert 2000. La sola elezione persa dal Partido Colorado
è stata l’elezione vice-presidenziale nel quale il candidato PLRA Julio
César Franco ha vinto con il piccolo margine dello 0.7%, una vittoria resa
possibile dalla improbabile alleanza del PLRA con il Partito di Lino Oviedo, l’UNACE.
[6] I principali
partiti della sinistra, il Partido Democràtico Paraguayo, il Partido
de Trabajadores ed il Movimiento Patria Libre, opposero tutti l’APT.
[7] Quando la principalmente urbana APT partecipò alle elezioni
costituenti del 1991 ottenne solo il 9% dei voti, malgrado il supporto dei
movimenti sindacali e della Chiesa. Nel 1993 il tentativo di formare un PPT (Paraguay
Para Todos) fallì ed il partito si unì all’appena formato Encuentro
Nacional, una coalizione centrista di dissidenti (ma senza Liberali di
sinistra, Colorados e Febreristas) sotto la leadership del
businessman Guillermo Caballero Vargas.
[8] Il Partido Liberal
Revolucionario Autèntica fu formato da elementi radicali del partito
liberale nel 1977 per una opposizione più combattiva al regime di Stroessner.
Nelle elezioni dal 1989 ha consolidato la propria posizione sia come principale
partito liberale sia come principale partito di opposizione, malgrado abbia
perso la propria identità di sinistra e persino qualsiasi significativa
differenza ideologica dai Colorados.
[9] È interessante che mentre si presentava come
il candidato di opposizione, il leader del PPQ, il businessman Pedro Fadul ha
ripetutamente sottolineato di essere “più Colorado dei Colorados”, forse
riflettendo la mancanza di alternativa politica proposta dal suo partito. (LASCR
15/42003:2)
[10] Il Paraguay ha due lingue ufficiali, lo spagnolo ed il Guaranì.
Sebbene lo spagnolo sia la prima lingua delle elite istruite urbane, il guaranì
e lo joparà (una mescolanza di guaranì e spagnolo) sono le lingue della
maggioranza povera rurale ed urbana. Il successo del Partido Colorado (ed
in molti sensi del PLRA) è in parte dovuto al suo successo nello sfruttare i
suoi legami linguistici, culturali e sociali con la maggioranza.
[11] Intervista con il corrispondente della BBC,
Andrea Marchaìn, 28.04.2003 in BBCMundo.com.