Rubrica
IL PUNTO, LA PRATICA, IL PROGETTO

Copyright - Gli articoli si possono diffondere liberamente citandone la fonte e inserendo un link all'articolo

Autore/i

MICHELE FRANCO
Articoli pubblicati
per Proteo (11)

Argomenti correlati

Nella stessa rubrica

Economia socio-ecologica politica e alleanza di lotta di resistenza contro lo sviluppismo capitalista
Luciano Vasapollo

“Beati gli ultimi, perché saranno subprime” Disuguaglianza e crisi finanziaria
Vladimiro Giacché

La precarietà esistenziale come identità sociale: una operazione ideologica
Filippo Viola

Il Decreto Rifiuti del governo Berlusconi è un ulteriore salto di qualità autoritario e rappresenta l’esemplificazione pratica dello stato d’eccezione
MICHELE FRANCO

Il capitalismo compassionevole del Berlusconi IV. La politica della carità tra tagli alla spesa pubblica e ticket sanitari
Dario Stefano Dell’Aquila

Com’è che non riesci più a volare? La crisi di Alitalia e il capitalismo di piccolo cabotaggio
Paolo Graziano

Morire di lavoro.Il fenomeno delle morti bianche
MARIO DEL FRANCO


Home
Autori
Rubriche
Parole chiave

 

 

 

Il Decreto Rifiuti del governo Berlusconi è un ulteriore salto di qualità autoritario e rappresenta l’esemplificazione pratica dello stato d’eccezione

MICHELE FRANCO

Formato per la stampa
Stampa

1. Profilo fascistizzante

La Campania è sempre stata un territorio dove si sono testate modalità di governance e di controllo sociale che, di volta in volta, hanno diluito l’ordinaria legislazione vigente sostituendola con articolati normativi più centralizzati e di stampo squisitamente autoritario. Ogni volta che il territorio è stato investito da emergenze1 sociali l’apparato amministrativo locale è andato prima in fibrillazione e poi in crisi ed è stato esautorato da figure politiche e giuridiche anomale le quali, nella loro azione concreta, sono oscillate da una scoperta politica affaristica e speculativa ad una sorta di bonapartismo in salsa vesuviana. Questo processo è servito, unicamente, ad accelerare il generale processo di blindatura e di verticalizzazione delle istituzioni a scapito di ogni scampolo di formalismo democratico. L’ultima crisi/rifiuti rappresenta - senza neanche gli abituali elementi di mistificazione che la comunicazione deviante mette in atto in questi frangenti - la linea di condotta dei poteri forti capitalistici in un contesto specifico come l’area metropolitana napoletana. Fin dall’inizio di questa vicenda il ceto politico regionale (prima il centrodestra e poi il centrosinistra) ha realizzato un sodalizio affaristico e criminogeno assieme a settori importanti del sistema delle imprese (Fiat ed Impregilo) e della criminalità organizzata riconducibile ai cartelli ed ai sodalizi camorristici vincenti. Questa sinergia antisociale è stata gestita attraverso una struttura operativa di tipo straordinario la quale, oltre ad incubare l’attuale disastro ambientale, ha prodotto una molteplicità di relazioni trasversali, dentro e fuori i palazzi istituzionali, da cui sono scaturiti inauditi arricchimenti personali e le fortune elettorali delle varie cordate economiche e finanziarie riconducibili a questo o quel segmento del ceto politico dominante. Anche la tanto strombazzata, da parte del morente governo Prodi, nomina a Commissario Straordinario per l’emergenza rifiuti del superpoliziotto, Gianni De Gennaro, è stata una ulteriore tappa di questo processo di concentrazione dei poteri finalizzato all’annichilimento e al depotenziamento di ogni insorgenza contraddittoria verso l’operato delle istituzioni. Tralasciamo alcuni aspetti non troppo accessori (il vice di De Gennaro, il generale dell’esercito Giannini, era uso presentarsi alle riunioni con i sindaci o con la stampa in tuta mimetica da combattimento..) e concentriamoci su un aspetto che svela il vero significato della funzione e dall’azione di questi Commissari Straordinari. Come può definirsi, anche dal punto di vista del diritto borghese, una attività istituzionale, che nell’ambito delle sue competenze, può imporre l’apertura di una discarica o di un inceneritore in dichiarata e palese deroga ai vincoli ambientali, sanitari, ecologici ed agli stessi standard suggeriti dell’Unione Europea? E come si può definire un ruolo, come quello che è stato interpretato da Gianni De Gennaro (ed ora da Bertolaso), il quale poteva decidere arbitrariamente, disponendo di grandi risorse finanziarie, ed infischiandosene dei pareri delle comunità locali? La risposta è nell’evoluzione e nel lento sfilacciarsi di quella democrazia rappresentativa di stampo universalistico e la immanente deriva verso una evoluzione delle forme istituzionali ed amministrative di tipo dispotico2. L’uso dispiegato e continuato dell’istituto del commissariamento - nell’ambito delle gestioni/crisi - riflette, ben oltre il caso della Campania, una pericolosa tendenza autoritaria a scapito di ciò che residua delle libertà democratiche, frutto del vecchio compromesso sociale tra capitale e lavoro, e traccia un indelebile profilo fascistizzante dentro l’attuale ciclo imperialistico del tramonto e della morte della politica.

2. Il governo del Cavaliere: i rifiuti del consenso

L’arrivo di Berlusconi a Palazzo Chigi è stato segnato da un grande attivismo mediatico ed operativo nei confronti della crisi dei rifiuti in Campania. Il primo Consiglio dei Ministri - svolto a Napoli agli inizi di Maggio - è stata una grande vetrina in cui Berlusconi, con rinnovato piglio decisionista, ha annunciato la linea dura del governo contro ogni protesta popolare riabilitando, di nuovo, la figura di Guido Bertolaso e prospettando un Decreto Legge ad hoc per aggirare ogni ostacolo. Naturalmente, il Cavaliere che è notoriamente un animale politico di qualità, ha chiesto (ed ottenuto subito) una collaborazione bipartizan alle istituzioni locali in cambio di una sospensione delle incalzanti richieste di dimissioni verso l’Amministrazione Comunale di Napoli e quella alla guida della Regione Campania. Ed è con questo humus politico d’accompagnamento che è stato varato il famigerato Decreto Rifiuti con l’astuto e ben pianificato corollario mediatico teso alla persuasione ed alla formazione coatta del consenso pubblico. Come correttamente ha scritto Pietro Sebastianelli, del Laboratorio Millepiani di Caserta (Alcune note sul Decreto emergenza rifiuti e sul diritto di resistenza - giugno 2008)”...nel suddetto decreto, i caratteri emergenziali si accentuano in modo evidente: aumentano i poteri conferiti al commissario (ora Sottosegretario di Stato), vengono previste deroghe alle leggi ordinarie in materia di salute, ambiente e governo del territorio e, last but not least, si raffinano gli strumenti di repressione contro le insorgenze sociali. I poteri conferiti al commissario straordinario - a parte il passaggio al ruolo di Sottosegretario di Stato che accentua il carattere di normalità e stabilizzazione delle misure eccezionali - alludono ad una funzione di governo complessivo dell’intero ciclo di smaltimento dei rifiuti: poteri di esproprio, comando delle forze di polizia e delle forze armate per quanto concerne la difesa e l’allestimento delle discariche, nonché la possibilità di “richiedere alle autorità competenti l’adozione di ogni provvedimento necessario all’esercizio delle prerogative di pubblica sicurezza”. Il fenomeno dell’emergenza rifiuti in Campania ha prodotto dunque un concentrato di tecniche di governo eccezionali che sfuggono al controllo democratico delle istituzioni locali. Per questo motivo è opportuno parlare di “laboratorio campano”: il decreto legge stabilisce funzioni di governo prive di qualsiasi forma di legittimità che non sia la funzionalità dell’azione rispetto allo scopo, saltando a piè pari la rappresentanza delle istituzioni locali, ridotte a mere appendici del potere centrale”.

3. Necessità di una risposta fondata sull’autorganizzazione contro le produzioni di morte

Con buona pace di chi ritiene che siamo in presenza di una particolare impuntatura della politica del governo Berlusconi vogliamo ribadire che è tutta la vicenda riguardante l’uso antisociale della cosiddetta emergenza/rifiuti ad essere impregnata e fondata su questa filosofia antipopolare. Anche gli osservatori più “distratti” dovrebbero riflettere su questa situazione per trarne le opportune conclusioni politiche. Nelle dinamiche in corso ed in quelle che si approssimano è possibile cogliere lo stravolgimento del diritto, l’uso spudorato e strumentale dei media, la repressione ad opera degli apparati statali accanto ai tentativi, scoperti ed indecenti, di monetizzare il rischio salute delle popolazioni coinvolte da queste vere e proprie produzioni di morte. In questi dispositivi normativi è possibile visualizzare il complesso puzzle di questa particolare rappresentazione dello stato di eccezione. Mai come ora questa categoria del controllo sociale, esce dalla letteratura, è si materializza nel gorgo della metropoli. Contro tale mix di provvedimenti, nei mesi che stanno alle nostre spalle, si sono battuti, spesso in forme non comunicanti tra loro, varie esperienze di autorganizzazione sviluppatesi nei territori, in alcuni quartieri delle città e persino in comuni (come quello di Sant’Arcangelo Trimonti, in provincia di Benevento, dove si sta realizzando una discarica di monnezza di oltre 700.000 tonnellate) in cui la popolazione non arriva alle 1000 unità. Questo movimento - dalla forma composita, dalla composizione sociale diversificata e da una direzione politica non assimilabile a nessuna tipologia classicamente definibile - è costretto, di fatto, ad impattare, spesso inconsapevolmente, con elementi nuovi di gestione capitalistica dei processi di crisi. Una simile condizione oggettiva, destinata nel corso degli avvenimenti ad assumere, sempre più, tratti di tipo costitutivo e fondante degli assetti statuali del potere e dei mutati meccanismi di valorizzazione del capitale e pone ai movimenti di lotta ed all’insieme degli attivisti sociali (tra cui molti afferenti alle organizzazioni del Sindacalismo di Base ed Indipendente) problemi di tipo interpretativo e di lettura della realtà inediti. Una novità che si palesa con una velocità di tempi incalzante a cui occorrerà dedicare riflessione e nuovi cimento del conflitto. Su tale versante della battaglia culturale, della ricerca teorica e della lotta politica e sindacale la nostra rivista si mette a disposizione di questa necessità3.

Federazione Regionale della Campania dell’RdB/CUB

In occasione della gestione del post/terremoto, dell’emergenza lavoro, della “lotta alla criminalità” e dell’emergenza rifiuti sono stati istituiti Commissari Straordinari, con conseguente apparato di uomini e mezzi, i quali hanno esautorato le ordinarie funzioni amministrative dentro un presunto dispositivo di verticalizzazione delle leve di comando i cui risultati, anche dal punto di vista delle esigenze della razionalità capitalistica, sono stati disastrosi

Quel che accade in Campania, su questo versante della governance, non è una particolarità tipica della metropoli partenopea, frutto, magari, di un presunto arretramento sociale. Processi di questo tipo sono in corso nelle principali metropoli imperialiste particolarmente nei contesti in cui il conflitto sociale, nelle sue diversificate forme e modalità, prevale sulla “politica”. Infatti da Parigi a Berlino, passando per Los Angeles e Londra nei momenti topici di mobilitazioni radicali è stata messa in campo questa modalità di comando, controllo e disciplinamento della società

Ricordiamo ai nostri lettori che il CESTES ed il suo Osservatorio Meridionale hanno dedicato alcuni studi al tema dei rifiuti ed al collegato affaire speculativo. Articoli e materiali sono consultabili e scaricabili dal sito web di PROTEO o possono essere richiesti scrivendo alla redazione