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LO SVILUPPO ECO-SOCIO COMPATIBILE

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ALESSANDRO GATTO
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INVITO ALLA LETTURA

ALESSANDRO GATTO

Ecologia ed Economia: un matrimonio che si deve fare

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Il libro di Luciano Vasapollo, dal titolo: “L’acqua scarseggia...ma la papera galleggia”, parafrasando una vecchia espressione popolare, è indicativo ed esemplificativo di una situazione mondiale di degrado ambientale che finalmente si sta comprendendo in maniera inequivocabile: le risorse naturali non sono infinite. Corre l’obbligo, quindi, di prestare la giusta attenzione a quelli che sono i limiti di uno sviluppo economico, o meglio di uno “sviluppismo”, così come viene definito dall’autore, che non può percorrere da solo una strada senza tener conto degli equilibri della Natura. Non sempre i temi della tutela della biodiversità, del risparmio delle risorse naturali o della riconversione della produzione dell’energia in maniera ecocompatibile, vengono recepiti nella giusta accezione dall’opinione pubblica ed ancor meno dai Governi di quei Paesi che definiamo “sviluppati” o “in via di sviluppo”, che ad arte coniano esigenze di crescita indefinibili che sfociano sempre in un improbabile progresso per la popolazione. In realtà si tratta di un alibi per continuare a percorrere la via dello “sviluppismo” inteso solo come crescita del profitto economico per pochi. Ben venga, dunque, l’introduzione reale ed applicato del cosiddetto PIL Verde. Un concetto che potrebbe rappresentare concretamente il matrimonio tra Ecologie ed Economia. Un matrimonio che però dia lo stesso valore ad entrambi i partner, senza che l’Economia debba far per forza ombra sull’Ecologia, come avviene ancora oggi quando si parla di sviluppo sostenibile. Il PIL Verde tiene in debito conto anche il concetto dell’Impronta Ecologica, cioè lo spazio fisico di territorio e di risorse naturali che ognuno di noi consuma in base ai propri stili di vita. Questo spazio o “impronta” è tanto più grande quanto più è sfrenato ed esagerato lo stile di vita consumistico. Nei cosiddetti Paesi Occidentali questo spazio viene esteso sempre più a causa dell’utilizzo smodato di energia, risorse naturali e di beni ed oggetti creati con il criterio “dell’usa e getta” e dell’accorciamento della vita stessa della merce. Quindi tutto lo spreco di energia, acqua ed altre risorse naturali è legato alla produzione di questi oggetti, molto spesso anche inutili. Anche l’alimentazione umana o degli animali domestici ricopre un ruolo predominante nell’allargamento dell’estensione di tale indice di sfruttamento della Natura (l’impronta ecologica appunto). Ovviamente l’iperproduzione di alcuni particolari tipi di alimenti generano in maniera esponenziale la distruzione di ecosistemi naturali e provocano grande perdita di biodiversità. Il valore della biodiversità, neologismo coniato per rappresentare la diversità della Vita, intesa a livello di geni (DNA), a livello di specie biologiche e a livello di ecosistemi diversi, non viene ancora considerato in maniera esaustiva circa l’utilità che ha nei confronti della protezione delle popolazioni umane. Sembra lontano dalle esigenze quotidiane il valore della protezione della biodiversità. Però, non appena si comprende che la nostra vita sulla terra è legata indissolubilmente alla varietà della Vita, allora anche la protezione di una piccola orchidea o la tutela di alcuni rarissimi insetti può diventare attività indispensabile tesa alla nostra stessa sopravvivenza. L’economia sviluppistica dominante, invece, ha prodotto in tempi troppo brevi un’alterazione degli equilibri naturali che già oggi possiamo definire molto preoccupanti. Ma il futuro ci appare ancor meno rassicurante vista la direzione in cui sta viaggiando la locomotiva economica mondiale, ancora imperniata sul massiccio sfruttamento dei combustibili fossili per la produzione di energia e di beni di largo consumo. L’auspicio del matrimonio tra Ecologia ed Economia è proprio quello di attuare uno sviluppo in cui si rispettino gli equilibri della Natura, conservando un pianeta che sia vivibile anche per chi verrà a viverlo dopo di noi.

* Biologo-Ecologo e Consigliere del direttivo del WWF Campania.