Pochi conoscono il significato di questa parola, ma molti ne conoscono gli effetti.Il termine ‘mobbing”, mutuato dall’etologia, indica il comportamento aggressivo praticato nei confronti di un individuo della stessa specie allo scopo di isolarlo.Pur non avendo identificato il fenomeno, contraddistinto da questo termine ai più sconosciuto, sono molte le persone che quotidianamente ne subiscono le conseguenze.Il “mobbing”, infatti, nasce e si sviluppa sul posto di lavoro.Il termine venne coniato dal prof.Heinz Leymann, in Germania nel 1990, in occasione della presentazione dei suoi primi studi sul fenomeno; una forma di conflittualità suo posto di lavoro tra colleghi. Le forme che esso può assumere sono molteplici: dalla semplice emarginazione alla diffusione di maldicenze, dalle continue critiche alla sistematica persecuzione, dall’assegnazione di compiti dequalificanti alla compromissione dell’immagine sociale nei confronti di clienti e superiori. Nei casi più gravi si può arrivare anche al sabotaggio del lavoro e ad azioni illegali. Lo scopo di queste azioni, che si identificano con il Mobbing, è quello di eliminare o accantonare una persona che è divenuta scomoda distruggendola psicologicamente e socialmente in modo da provocarne il licenziamento o da indurla alle dimissioni. Le ricerche hanno dimostrato che le cause di questo fenomeno vanno ben oltre i fattori caratteriali: si fa mobbing su una persona perché ci si sente surclassati ingiustamente o per gelosia, ma anche per costringerla a licenziarsi senza che si crei un caso sindacale. Esistono vere e proprie strategie aziendali messe in atto a questo scopo.Le conseguenze possono essere anche molto gravi sia per i “perseguitati” che per la stessa azienda che registra un calo significativo della produttività nei reparti interessati.
Ricerche condotte all’estero hanno dimostrato che il fenomeno del Mobbing può provocare anche l’invalidità psichica tanto da indurre a parlare di malattia professionale.In Svezia un’indagine statistica ha dimostrato che il mobbing provoca tra il 10 e il 20% dei suicidi.Nella stessa Svezia ed in Germania ha costretto centinaia di migliaia di “vittime” al prepensionamento o addirittura al ricovero in clinica psichiatrica con conseguente danno economico per l’azienda e l’intera società civile.Secondo le prime ricerche in Italia oltre un milione di lavoratori soffrono per il Mobbing, mentre circa 5 milioni di persone sono comunque indirettamente coinvolte.
Il dott.Harald Ege, ricercatore presso l’Università di Bologna ed autore di pubblicazioni sul problema “Mobbing”, può essere considerato uno dei maggiori conoscitori, se non il primo a livello nazionale, del fenomeno in questione.Sembra che al livello parlamentare sia stato dato il via ad un disegno di legge in proposito per la tutela dei lavoratori: lo stesso Ege è stato chiamato a relazionare sul problema in sede di commissione parlamentare.
L’A.U.G.E. ha così deciso di organizzare una conferenza, il prossimo 8 aprile ad Ancona, in occasione della quale il dott.Ege ed i suoi collaboratori (un avvocato ed uno psicologo) relazioneranno sul problema del Mobbing fornendo ai convenuti un ampio e chiaro quadro delle problematiche ad esso legate.
L’iniziativa della conferenza ha registrato l’adesione immediata degli organismi istituzionali che si sono mostrati molto sensibili al problema: dall’Università di Ancona che ospiterà la manifestazione, il Consiglio Regionale, la Provincia di Ancona, il Comune di Ancona, le organizzazioni sindacali, l’UPI (Unione Province Italiane), l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ed altri, tutti hanno offerto il loro contributo. L’A.U.G.E. , il cui presidente curerà la presentazione, sarà lieta di fornire tutte le informazioni sulla manifestazione che si terrà presso la Facoltà di Economia e Commercio (ex Villa Rey) dell’Università di Ancona, sabato 8 aprile ore 9,30.