Ruolo del sindacato nella gestione dell’ambiente: necessità o utopia?

GILBERTO JAVIER CABRERA TRIMINO

1. Progresso tecnico-scientifico, Economia Ecologica ed Educazione Ambientale Sindacale

La gestione ambientale da parte del sindacato è ormai una necessità, si deve quindi considerare la formazione ambientale del sindacato come una componente fondamentale affinché questa importante organizzazione possa essere preparata per giocare un ruolo di avanguardia, nelle aree di sua competenza, a favore di uno sviluppo sostenibile. Questo significa potenziare la cultura ambientale nel sindacato come processo generale, al fine di garantire un doppio risultato: contribuire ad una presa di coscienza da parte della popolazione per ciò che riguarda i problemi ambientali e stimolare il desiderio di partecipazione attiva alle attività finalizzate alla soluzione di questi problemi. Questo indirizzo dell’Educazione Ambientale Sindacale corrisponde alle linee generali tracciate dalla Conferenza Intergovernamentale sull’Educazione Ambientale (EA) tenutasi a Tbilisi nel 1977 (Cabrera, 1990). Quanto detto fa riflettere su come la EA sia divenuta parte integrante dell’educazione sindacale, così come ne fa parte l’educazione intellettuale, quella polito-ideologica, l’educazione fisica, morale, estetica ecc. Quindi, se mancasse, l’educazione sindacale non sarebbe più completa. Nasce da qui l’importanza e la necessità che tutti i sindacati, in particolare quelli che istruiscono i lavoratori nelle scuole sindacali, si diano il compito di prepararsi per rispondere a questa richiesta che nasce dalle istituzione e va molto al di là delle frontiere dei singoli paesi. A Cuba non esiste formazione sindacale che non contempli il punto di vista ambientale, con un approccio scientifico che porti ad una corretta formazione dei sindacalisti nel campo della protezione ambientale; in questo modo si ottiene un effetto moltiplicatore favorito dall’elaborazione di un sistema di orientamento dei valori e dalla formazione di una politica ambientale cosciente che possa ripercuotersi positivamente sulla società. Tenendo presente quanto è stato detto, è fondamentale tener conto del fatto che l’accelerazione del progresso tecnico-scientifico è impossibile senza l’uso razionale delle risorse naturali, il che suppone la necessità di introdurre tecnologie finalizzate al risparmio delle risorse, alla riorganizzazione della produzione, all’adozione di soluzioni tecnologiche efficaci ed alla riorganizzazione del meccanismo economico dell’economia nazionale di cui l’Economia Ecologica è un fattore fondamentale. L’attuazione di questi compiti da parte dei sindacati implica necessariamente che all’interno dell’aspetto ambientale si dia particolare valore alla specificità della Rivoluzione Tecnico-Scientifica nell’attuale tappa dello sviluppo socio-economico cubano ed al programma di formazione della coscienza ambientale cubana, attraverso la Strategia Nazionale di Educazione Ambientale nell’ambito della relazione sindacato-università-società intesa come sistema (Cabrera, 2006). Le soluzioni dei compiti elencati presuppongono la presa di coscienza, da parte dei sindacati, dell’urgenza di una direzione ambientale, data l’importanza dell’ambiente e del suo significato strettamente legati agli obiettivi della società; la stessa importanza va data all’educare alla responsabilità verso lo stato dell’ambiente e verso le conseguenze delle azioni di ogni uomo e di ogni donna in questo ambito. Proprio all’interno della sfida educativa, legame sindacato-università-società-economia, è importante sottolineare come a Cuba i concetti fondamentali dell’Educazione Ambientale e della Formazione Ambientale vengono concepiti all’interno dei paradigmi socio-educativi. “Per formazione ambientale intendiamo il processo formale di istruzione accademica e di formazione psico-sociale di specialisti in scienze sociali e naturali, teoriche o applicate, per l’individuazione e la soluzione dei problemi dell’ambiente. Questa processo comprende tre livelli: a) i processi di presa di coscienza di chi entra nelle scuole sindacali, relativamente ai problemi ambientali e con un approccio multisettoriale; b) la ricerca della relazione tra problemi ambientali e lo specifico campo lavorativo, comunitario, sociale e familiare; c) l’acquisizione delle abilità che consentano l’uso di metodi, tecniche e strumenti, propri di uno specifico lavoro, utili per intervenire preventivamente e/o in modo correttivo sui problemi ambientali” (PNUMA, Formación Ambiental 1993). Per quello che riguarda gli obiettivi della sfida educativa: relazione sindacato-università, società e ambiente, in particolare per quanto riguarda la formazione economico-ecologica per la lotta sindacale contro la desertificazione, tali obiettivi si possono raggiungere con la creazione di un sistema di formazione in cui il lavoro metodologico, la crescita professionale e l’autoformazione dei docenti dei formatori sindacali; sono questi i fattori chiave per riuscire ad integrare le diverse prospettive inter e transdisciplinari che permettono di lavorare per un mondo ecologicamente ed economicamente sostenibile. E’ per questo che è particolarmente importante che gli specialisti incaricati della formazione sindacale possiedano una seria preparazione nel campo ambientale. Per arrivare ad una vera preparazione ecologica dei sindacati, per prima cosa si deve sviluppare la cultura ambientale tra i professionisti incaricati della formazione; in questo modo potranno essere affrontati scientificamente i problemi legati all’interazione e all’unità dialettica del paradigma società-natura-economia, dell’uomo e della donna nel proprio habitat. In altre parole, la partecipazione dell’università e dei sindacati alla soluzione di tali problemi, in particolare nella lotta contro la desertificazione, costituisce una necessità fondamentale per lo sviluppo umano sostenibile che deve riflettersi in modo ecointerdipendente sullo sviluppo dell’integrazione tra insegnamento, preparazione e abilitazione dei quadri e sull’estensione universitaria in modo da ottenere l’acquisizione delle conquiste della scienza e della tecnica. Partendo dalla relazione sindacato-università-società-ambiente si devono perfezionare i meccanismi in modo da ottenere la massima espressione della cooperazione sindacato-università-società, sarà proprio questo ad influire in modo significativo sull’impatto scientifico-tecnologico, economico, sociale e culturale dell’università sulla relazione società-natura. Questo aspetto è oggi fondamentale per ottenere un vero vincolo sindacato-università-società-ambiente che favorisca i meccanismi tesi a potenziare l’azione congiunta del sindacato, dell’università, del settore produttivo e dei servizi. Si tratta di una vera necessità del mondo contemporaneo; solo così l’istituzione universitaria diventerà più efficiente e più efficace, garantendo una maggiore qualità, produttività e competitività. E’ inoltre molto importante sottolineare che, per ottenere una vera relazione sindacato-università-società-ambiente, nella formazione professionale degli insegnanti universitari e dei docenti delle scuole sindacali si devono sviluppare conoscenze e abilità pedagogico-ecologiche nell’ambito della formazione ambientale. Si deve quindi contribuire ad evidenziare la necessità di un cambiamento socio-ambientale oltre che economico-ecologico, è questo il passaggio che devono affrontare università e sindacato, contribuendo così ad uno sviluppo umano sostenibile a Cuba. Il contenuto concreto dei programmi della formazione sindacale ambientale deve essere adeguato ai contenuti della preparazione transdisciplinare e ecointerdipendente, pur mantenendo le caratteristiche proprie di ciascun sindacato. Questo significa che i sindacati devono riflettere in modo chiaro, come sistema, la relazione sindacato-università, società e ambiente. Come già detto è importante sottolineare, all’interno della relazione sindacato-università, società e ambiente, l’influenza dell’istruzione universitaria e sindacale per raggiungere uno sviluppo umano sostenibile. Nell’ottica di questa relazione si deve approfondire in modo scientifico la necessità di sviluppo degli approcci ecointerdipendenti, transdisciplinari e interscientifici per quanto riguarda l’Educazione Ambientale (EA) e la Formazione Ambientale (FA). Tali approcci sono condizioni fondamentali per lo sviluppo di una formazione sindacale più qualificata e competitiva come richiederà la società futura. D’altra parte si deve riconoscere che c’è sempre maggior consenso sulla necessità di potenziare il ruolo dei sindacati affinché possano svolgere in modo più efficiente e più efficace il loro ruolo sociale. Le esigenze e le aspettative dei sindacati diventano sempre maggiori visto che lo sviluppo economico dipende sempre più dalla produttività di uomini e donne, produttività che a sua volta dipende dal livello educativo e dalla coscienza ambientale raggiunta. Per ottenere che la formazione sindacale ambientale diventi parte fondamentale della relazione sindacato-università, società e ambiente, è necessaria una riflessione sul fatto che sia l’educazione sia la formazione, dal punto di vista delle Scienze dell’Educazione, attraversano trasversalmente ogni disciplina, scienza, attività dei servizi e della produzione e che l’educazione sindacale è un punto molto importante per giungere allo sviluppo umano sostenibile. E’ inoltre necessario segnalare che, nei paradigmi socio-educativi della formazione sindacale ambientale, si deve concepire l’ambiente in modo olistico in un’ottica che superi la posizione ecologica purista, proponendo come centro dell’analisi dei problemi ambientali le forme di organizzazione delle società umane. Tenendo presente quanto detto fin qui, è interessante sottolineare che “l’ambiente appare come l’insieme di condizioni esterne (fisiche, biologiche e sociali) che influiscono sull’uomo e derivano fondamentalmente dalle relazioni sociali” (Sánchez v., Guiza B., 1989). L’ambiente viene anche definito come sistema di elementi abiotici, biotici e socioeconomici, elementi con cui interagisce l’uomo che, adattandosi al sistema, lo trasforma e lo usa in modo sostenibile per soddisfare le sue necessità (CITMA, 1995). Si tratta di un sistema aperto, di formazione storica, prodotto delle relazioni tra natura e società. L’uomo nella sua attività, soprattutto produttiva, esercita un impatto sulla natura, impatto che ha diverse forme e diversa intensità, ma che provoca nell’ambiente naturale diversi tipi di cambiamento che spesso hanno un recupero lento, quando non siano irreversibili. Il vincolo sindacato-università, società e ambiente deve riflettere come i cambiamenti prodotti dai processi che portano alla desertificazione possono determinare impatti imprevisti sulla società e che potrebbero avere conseguenze nefaste(Bucek y Lacina, 1983). Questi impatti producono cambiamenti le cui conseguenze si riflettono sulla sfera economica e su quella sociale, provocando una bassa produttività e cattiva qualità dei prodotti il che a sua volta provoca altre conseguenze come i cambiamenti nella specializzazione dell’economia e i problemi nell’uso delle risorse naturali. Le conseguenze sociali principali sono collegate al deterioramento della salute pubblica, all’incremento della mortalità, oltre al deterioramento della qualità della vita. Altre conseguenze possono essere le modifiche nella struttura demografica e la migrazione, Gli elementi citati, definiti dalla nostra attuale legislazione ambientale come “danno ambientale” fissando le azioni di “recupero” favorendo programmi territoriali di gestione ambientale, come nel caso del Programma di Lotta alla Desertificazione, sono parte organica della relazione sindacato, università, società, ambiente e tendono a potenziare l’influenza dell’educazione universitaria e sindacale nella ricerca della società durevole. (vedi Cabrera, 2006) 2. Interdisciplinarità e relazione sindacato, università, società e ambiente

Il tema dell’interrelazione tra sindacato, istruzione superiore, ambiente e sviluppo è fonte di costante attenzione e di un interesse scientifico crescente; è proprio in questa interrelazione che si incontrano i grandi problemi causati dall’umanità alle basi naturali su cui poggia la sua stessa esistenza ed è qui che il sindacato gioca un importante ruolo a favore di uno sviluppo sostenibile. Oggi si focalizza l’attenzione su come favorire lo sviluppo umano sostenibile; la complessità del problema deriva dalla crescita accelerata della popolazione, dai problemi ambientali causati dall’aumento dello sfruttamento delle risorse, dalla crescente accumulazione degli scarti derivati dai processi produttivi e dai modelli di consumo dominanti. Tutto questo ha creato la necessità di costituire, sia in ambito sindacale sia universitario, un insieme di conoscenze derivate dai diversi campi del sapere che, in modo interdisciplinare e sistematico, possano trovare una soluzione. E’ quindi fondamentale che le università e le scuole sindacali integrino in modo armonico le conoscenze socioeconomiche, ecologiche e socio-psico-pedagogiche in modo da contribuire allo sviluppo di relazioni interattive sull’importanza della inter e transdisciplinarietà nel sistema sindacato, università, società e ambiente. Quanto detto implica che la formazione sindacale preveda il lavoro ecointerdipendente, diventando uno strumento affinché sia in ambito produttivo sia socioeducativo si potenzi l’analisi della funzione sociale dell’università e del sindacato e si contribuisca alla nascita di strumenti di regolamentazione ambientale trasparenti e socialmente consensuali che stimolino la crescita preservando l’ambiente. E’ inoltre importante sottolineare che quando analizziamo alcune delle tendenze del lavoro interdisciplinare e multisettoriale nei diversi ambiti produttivi e socioeducativi in America Latina e nei Caraibi, si nota una convergenza di conoscenze diverse su una problematica concreta e generalizzata, convergenza che deriva dalla preoccupazione per lo sviluppo umano sostenibile. E’ comunque necessario che in ogni contesto sindacale si agisca con forza per favorire il riordino delle priorità, ponendo l’accento sulla pratica socioambientale dei sindacati in interazione con il contesto socioeconomico. Si deve andare più in là dell’applicazione psicosociologica, pedagogica o tecnica . Attraverso il lavoro interdisciplinare e multisettoriale, cioè, si deve produrre una più stretta integrazione società-natura-economia-ambiente, questo genererà un importante processo di interscambi teorici, metodologici, concettuali e terminologici sulla formazione sindacale, avendo come premessa un insieme di discipline sia delle scienze sociali, naturali, esatte o tecnologiche inserite nelle realtà dei problemi della popolazione; problemi economici e socioambientali della realtà latinoamericana sia per quanto riguarda i settori produttivi che dei servizi, nella comunità, nella nazione e nella regione. Allo stesso modo è necessario tener presente che la matrice complessa che risulta dal trasferimento e dalla generalizzazione delle metodologie, l’uso metaforico delle nozioni, l’importanza analogica e la ridefinizione strategica dei concetti tra diverse teorie, fenomeno che si è sempre manifestato nella storia delle scienze (Leff, 1992), viene ora rafforzata e condizionata dal potenziale applicativo della conoscenza che esercita un’attrazione intuitiva su chi cerca di riflettere sui limiti che il mondo naturale stabilisce per il benessere degli esseri umani. Lo studio di questi interscambi teorici e la sua realizzazione nella relazione sindacato, università, società e ambiente, è divenuto un fattore fondamentale per poter valutare gli effetti di conoscenze e scoperte di questo processo interdisciplinare e multisettoriale su diversi ambiti del sapere portando a conoscere e a risolvere la problematica concreta dell’interrelazione popolazione-ambiente-sviluppo all’interno di ecosistemi colpiti dai processi che portano alla desertificazione. Si deve dar avvio ad una adeguata retroalimentazione socioambientale dei sindacati per poter spiegare, in modo chiaro e preciso, la necessità di poter contare su giudizi e prese di decisioni tendenti a migliorare lo sviluppo dei processi di gestione sindacale, con l’obiettivo di elevare la qualità di vita della popolazione e la qualità ambientale in generale. E’ per quanto spiegato fin qui che si chiede all’università e al sindacato di svolgere il loro ruolo sociale, che nelle forme e nei metodi utilizzati nella direzione e nell’esecuzione dei processi universitari e nella formazione sindacale si prenda coscienza dell’importanza della prospettiva ecointerdipendente, attraverso il lavoro interdisciplinare, in modo da ottenere una migliore integrazione tra insegnamento, produzione, ricerca e azione sindacale, un sistema questo che corrisponde alle aspettative della nuova etica della sopravvivenza e della sicurezza umana. Si deve poi sottolineare che nella direzione dei processi di formazione sindacale un posto particolarmente rilevante deve essere occupato dagli avanzamenti teorici, metodologici e tecnici che coinvolgono l’etnografia, la geografia, l’urbanizzazione, l’economia, il diritto, l’architettura, la pianificazione ecc., oltre ai contributi per la costituzione di politiche sindacali di gestione sostenibile a favore dell’organizzazione sociale e produttiva, tenendo presenti le caratteristiche della crescita della popolazione, la crisi ambientale e le esigenze dello sviluppo umano sostenibile in America Latina e nei Caraibi. La comprensione da parte dei sindacati della problematica economica, sociale e ambientale della Strategia Nazionale di Lotta alla Desertificazione, ha avuto bisogno di un insieme di conoscenze che contribuissero a garantire l’efficienza e l’efficacia dei processi di gestione sindacale in modo che questi potessero contribuire allo sviluppo umano sostenibile cubano. Si deve comunque segnalare che il lavoro interdisciplinare e multisettoriale del sindacato non riflette ancora sufficientemente questa comprensione. E’ per questo che l’avvicinamento sistematico, olistico e interdisciplinare, limitato alla riorganizzazione del sapere disponibile ma disperso, che non tiene conto della ecointerdipendenza, dei punti chiave totalizzanti e della popolazione come oggetto e soggetto dello sviluppo, è insufficiente a soddisfare la richiesta di conoscenze fondamentali per la nuova etica della sopravvivenza e della sicurezza umana di fronte alla desertificazione. Inoltre, se si osserva che la strategia epistemologica di un insieme di scienze permette di analizzare diversi problemi teorici causati dalla interrelazione di diversi processi materiali, si può sostenere che la problematica del vincolo sindacato-università, società e ambiente, necessario allo sviluppo umano sostenibile a Cuba, richiede nuove conoscenze teoriche e pratiche nella formazione sindacale finalizzate alla produzione di beni e servizi. Di conseguenza si deve sottolineare che il ruolo sociale delle università cubane deve servire ad evidenziare che l’oggetto della relazione sindacato, università, società e ambiente viene concepito all’interno di una metodologia sistematica, inter e transdisciplinare dato che propone un cambiamento di punto di vista nell’approccio alle relazioni educazione-popolazione-ambiente-sviluppo, tentando così di comprendere i problemi di questa relazione per quanto riguarda le sue linee fondamentali di interazione multicausale con le situazioni sociali, economiche e ambientali ed in funzione delle caratteristiche e delle esigenze poste all’educazione dallo sviluppo umano sostenibile (Cabrera, 2006). In questo contesto vale la pena riflettere sul fatto che, sebbene ci siano dei progressi significativi, ci sono ancora molte carenze ed è necessario continuare a lavorare su questa tematica da diversi punti di vista. E’ per questo che dobbiamo potenziare la transdisciplinarità e la cooperazione multisettoriale, strumenti indispensabili. La cooperazione può essere definita come un processo di interscambio tra diversi campi e rami della conoscenza scientifica, trasferendo da uno all’altro metodi, concetti, termini e corpi teorici che verranno poi incorporati ed assimilati dalla disciplina che li ha importati; si induce così un processo di progresso/regresso della conoscenza, caratteristico dello sviluppo scientifico. Dobbiamo anche accennare a quelli che sono gli effetti più negativi di questo processo transdisciplinare; tali effetti negativi nascono dal non riconoscimento degli obiettivi specifici delle varie scienze e del loro campo di applicazione, dalla trasgressione dei significati teorici e pratici dei propri concetti, causata dal desiderio di unità dei livelli di materialità del reale o dagli obiettivi di efficienza funzionale della burocrazia amministrativa, guidati dalla crescente razionalità tecnologica della società. Per quanto riguarda i paradigmi socioeducativi utilizzati per collegare il sistema di formazione sindacale al contesto economico e socioambientale, è necessario essere attenti ad evitare una visione riduzionista, la stessa che ha portato alla ricerca di principi ontologici o di leggi generali della materia. Ma allo stesso tempo è importante chiarire che, attuando le interrelazioni tra sindacato, università, società e ambiente, dobbiamo tener presente l’importanza di favorire l’aspetto positivo del processo transdisciplinare. E’ proprio questo aspetto positivo che contribuisce al progresso delle conoscenze sindacali per quanto riguarda i concetti e le metodologie importate da altre scienze e da altri settori; in questo senso alcune categorie filosofiche e termini tecnici sono rielaborati nel contesto della relazione sindacato, università, società e ambiente, fino ad acquisire un significato proprio nel tessuto tecnico e pratico del nostro sviluppo, risultando così utili a specificare l’oggetto della conoscenza attraverso il legame docenza, ricerca e estensione. Tutto questo significa ottenere una comprensione migliore dei diversi approcci ecointerdipendenti, applicando i processi derivati dalla relazione educazione, società, ambiente e sviluppo nel contesto della nuova etica della sopravvivenza e della lotta contro la desertificazione. D’altra parte oltre al paradigma convenzionale della conoscenza frazionata della realtà obiettiva della relazione uomo-natura, dovuta alla priorità data alla massimazione del profitto imposta dai centri di potere, emerge un nuovo concetto olistico di multicausalità che pone in interrelazione gli impatti sulla sfera ecologica, culturale, ambientale, sociodemografica ed economica. Secondo questo concetto le conseguenze dell’impatto acquisiscono un vero protagonismo all’interno della caratterizzazione dell’oggetto della relazione sindacato-università-società-ambiente che viene vista come un sistema teso alla conoscenza della realtà dell’impatto della globalizzazione sulle relazioni sindacato-educazione-società-natura. Quanto sostenuto fin qui implica che, sul terreno dell’economia e dell’ambiente, le università si trovano ad affrontare la sfida di contribuire a far sì che la formazione sindacale sia all’altezza delle esigenze dello sviluppo umano sostenibile, esigenze che hanno sempre più bisogno di efficienza ed efficacia. I sindacati, in questa relazione educazione, società e sviluppo, devono includere l’ambiente negli studi teorici e metodologici, nella ricerca, ma soprattutto nei molteplici aspetti dell’azione sindacale. Allo stesso modo, la prospettiva ambientale dello sviluppo promuove la necessità, attraverso il vincolo sindacato, università, società e ambiente, di utilizzare strategie che generino metodi di analisi e di valutazione degli impatti ambientali allo scopo di inserire “funzioni di danno” all’interno delle funzioni di produzione inserite nel lavoro sindacale. Indubbiamente, come già detto, la formazione sindacale deve essere uno spazio di riflessione che sottolinei come, oltre alla risposta di una teoria alle richieste “esterne” poste dai problemi ambientali della società, siano nate teorie che, sostenute dai progressi delle scienze fisiche, hanno messo in questione le basi meccaniciste della teoria economica neoclassica ed hanno proposto vie alternative per la conduzione e la valutazione dei processi produttivi (Hogan, 1992a). E’ inoltre importante sottolineare che la inter e transdisciplinarità ci permette di valutare in modo certo il consenso del mondo scientifico nel sostenere che lo sviluppo sostenibile implica maggiore produttività senza però colpire gli interessi delle future generazioni. Le proiezioni di valutazione degli effetti delle conoscenze generate da questi processi transdisciplinari della formazione e della gestione sindacale, sono possibili solo partendo da criteri di scientificità per ciascuna teoria e all’interno della specificità della pratica scientifica di ciascun sindacato. Conclusioni Gran parte della società cubana non riesce a condividere con facilità la preoccupazione per i processi che portano alla desertificazione, il cambiamento climatico, l’effetto serra, la riduzione dello strato di ozono ed altri temi che, a livello mondiale, colpiscono l’ambiente; questa incapacità è dovuta alla mancanza di un’adeguata cultura ambientale olistica. I problemi di sopravvivenza tra 20 anni o anche più hanno poca importanza per chi manca di una vasta cultura ambientale e deve affrontare difficoltà quotidiane causate dall’impatto del blocco nordamericano contro Cuba, dalla globalizzazione neoliberista e dall’ingiusto ordine economico internazionale. In che modo i Sindacati devono prepararsi per affrontare le incognite relative a futuri scenari di desertificazione a Cuba? Fin dove potranno ampliare le proprie giurisdizioni e compiti per arrivare ad una concezione ecosociale della lotta alla desertificazione? Quali sono le nuove variabili da prendere in considerazione per ipotizzare il carattere sociale dell’impatto dei processi che porteranno alla desertificazione? E quale l’impatto delle misure da adottare per giungere ad una soluzione, misure a livello sindacale, individuale, familiare, comunitario, regionale e nazionale? Il costo sociale e ambientale dell’impatto dei fattori che portano alla desertificazione a Cuba ed i grandi sforzi che sta compiendo lo Stato cubano per evitare i danni maggiori, dovrebbe essere uno dei temi fondamentali di cui tener conto all’interno delle relazioni sindacato-società in generale ed in particolare negli studi di specializzazione sindacale, vista l’interazione di questa problematica e visti i diversi aspetti presentati dai diversi scenari del cosiddetto nuovo ordine mondiale, scenari che hanno carattere planetario. La richiesta da parte degli organismi nazionali di una rapida ricerca di meccanismi di decisione per affrontare un problema di tale livello, potrebbe essere l’inizio e l’impulso per rivedere le attuali scale ed i meccanismi di decisione, tenendo conto contemporaneamente dei diversi livelli coinvolti (nazionale, provinciale, municipale, comunitario, familiare e individuale). La posizione del sindacato, nell’attuale situazione nazionale, è eccezionale data l’importanza del suo lavoro. Non possiamo dimenticare che il sindacato possiede un ruolo particolare vista la sua importante funzione socioambientale e produttiva. In questa nuova frontiera si pone come luogo di circolazione di tutto il sapere e di tutte le attività della società ( Cabrera, 2007). La dimensione dell’importanza dell’attività ambientale del sindacato, tesa a potenziare il contributo allo sviluppo umano sostenibile a Cuba, non si limita ad una fusione di ruoli tecnocratici (estremo obiettivo), né è un semplice insieme di visioni poetiche (estremo soggettivo). Il sindacato con il suo agire, con il suo essere l’espressione puntuale delle diverse alternative di trasformazione sociale a beneficio dei lavoratori e delle lavoratrici, sostenuto dalla forza del nostro modello socialista, è uno strumento fondamentale per arrivare a decisioni che corrispondano ai postulati dello sviluppo umano sostenibile ed alle aspirazioni del nostro popolo. Si deve inoltre tener presente che, in funzione dell’attuale trasformazione paradigmatica, l’agire ambientale del sindacato e le sue conoscenze non possono costituire un sistema chiuso, a fianco di altri sistemi; devono piuttosto essere anticamera dell’incontro transdisciplinare e intermetodologico di tutti i saperi possibili, proprio per il loro specifico carattere sociale. L’importanza dell’agire sindacale all’interno dei vari saperi della società mostra la sua tempra quando si stabiliscono connessioni per derivazione e contrapposizione che riescono a risolvere i problemi che mettono in pericolo il tessuto sociale. (Vedi: Ibañez, J. “Del algoritmo al sujeto. Perspectivas de la investigación social, Ma¬drid,1987). Una prova di quanto detto è l’urgente necessità di rafforzare l’agire sindacale nel reale spazio di incontro transdisciplinare e interistituzionale nell’ambito della Strategia Nazionale dell’Educazione Ambientale e della Strategia Nazionale di Lotta alla Desertificazione, favorendo così diverse alternative di soluzione adeguate alla diversità degli ecosistemi colpiti dalla desertificazione e dalla siccità a Cuba. Ci troviamo di fronte ad una grande sfida, non si può rimandare il rafforzamento della cultura ambientale sindacale, si potrà così lottare contro l’analfabetismo ambientale e a favore della costruzione della nuova cosmovisione della dimensione ecointerdipendente dello studio delle relazioni sindacato, popolazione, risorse naturali, ambiente e sviluppo umano sostenibile grazie alla forza del nostro modello socialista. E’ per questo che abbiamo grandi possibilità, il che significa che le opzioni scelte per potenziare la formazione ambientale al fine di ottenere il perfezionamento della partecipazione sindacale nella gestione ambientale olistica nei prossimi dieci anni avrà enormi ripercussioni per l’abitabilità futura degli ecosistemi e per il miglioramento della qualità della vita della popolazione cubana.

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Centro Studi Demografici, Università de L’Avana; RED DE MEDIO AMBIENTE del Ministero dell’Istruzione Superiore