Ipotesi di sviluppo alternativo a compatibilità socio-ambientale. Linee di ricerca

AZZURRA RANIERI

1. Critica alla crescita Gli esempi di crescita economica senza benessere e viceversa sono vari, considerando che tra gli elementi che influiscono sul benessere e che non si contabilizzano nel Pil si possono citare, tra gli altri, l’ambiente equilibrato e non deteriorato, la distribuzione socialmente equa del reddito e della ricchezza, le aspettative sulla qualità della vita futura e la felicità del tempo liberato dal lavoro. Robert F. Kennedy descrisse già negli anni ’60 le limitazioni nell’impiego del Pil come misura dello sviluppo e, riferendosi a quello degli Stati Uniti affermò: “Il nostro Prodotto Interno Lordo comprende l’inquinamento dell’aria, la pubblicità delle sigarette, le ambulanze che puliscono le autostrade dalla carneficina che provocano gli incidenti stradali; comprende le serrature speciali per le nostre porte e le carceri per coloro che le violano; il PIL comprende la distruzione delle sequoie e quella del lago Superiore; comprende il napalm e il costo dei missili, di una testata nucleare, di veicoli blindati che circolano nelle nostre strade. Nonostante ciò il Prodotto Interno Lordo non comprende la salute dei nostri figli, la qualità della loro educazione e l’allegria dei loro giochi. Non valuta la nostra intelligenza e il nostro coraggio, né la nostra saggezza né il nostro apprendimento. Misura tutto, insomma, tranne ciò che dà valore alla vira...”1 Nel testo di L. Vasapollo si vuole analizzare l’economia attuale da un diverso punto di vista, per far ciò è fondamentale introdurre la crescente critica alla crescita senza benessere, che mette in discussione il concetto stesso di sviluppo, di povertà, di bisogni, di globalizzazione, introducendo il concetto di “scelta economica” differente, cultura e cooperazione.

2. Sviluppo e benessere socio-economico Il volume è pervaso da una profonda consapevolezza della contraddizione insita nel capitalismo: “sotto il profilo teorico, le condizioni di produzione si riferiscono a tutto quello che è trattato come merce nonostante non sia stato prodotto come merce in base alla legge del valore, o legge dei mercati.”2. Tale tematica è affrontata anche da Silvio Barò Herrera3 il quale sottolinea come il valore d’uso sia utilizzato dalle economie capitaliste per far fronte ai problemi di accumulazione, imponendo nuove necessità basate esclusivamente sui bisogni di status: le potenze economiche utilizzano il valore d’uso, ignorando le reali necessità, esclusivamente per consolidare la propria posizione egemonica. Questo stato di cose ha portato alla definizione di nuove strade da percorrere e strategie da attuare per ristabilire una relazione tra benessere economico e benessere sociale tenendo conto della natura e dell’umanità, considerando le risorse naturali come patrimonio globale e il presente come base per costruire un futuro migliore. Nel mondo attuale è possibile osservare molteplici esempi di crescita economica senza sviluppo, questo è vero soprattutto perché sono del tutto ignorati i tre principi che garantiscono lo sviluppo reale:
  Crescita socio-economica
  Diminuzione della povertà
  Tutela degli ecosistemi. Nell’ottica economica lo sviluppo sostenibile si è concretizzato con la nascita di nuove concezioni economiche che mirano a garantire anche e soprattutto lo sviluppo umano: alla base di un’economia sostenibile si devono considerare le risorse come parte integrante del processo produttivo, e sviluppare una volontà, fondata sulla conoscenza, di creare nuovi stili di vita che prendano l’abbrivio da nuovi modi di produrre4. Osservando il mondo è chiaro che il raggiungimento di obiettivi di benessere è perseguibile esclusivamente considerando il tutto come un insieme di monadi che si muovono verso una sola direzione: portando conoscenza alla base, modificando e sviluppando il benessere localmente e coerentemente con i bisogni delle singole aree è possibile allora ottenere un profondo risanamento delle economie nazionali.

“L’essenza del successo sta nel concepire il processo nell’ambito di una strategia di sviluppo locale”5 che tenga conto di un disegno basato su: 1. Ampia partecipazione 2. Adattamento al territorio 3. Carattere pratico concreto 4. Coordinamento dei differenti attori/agenti 5. Propiziare l’accesso a servizi di informazione strategici

Con questa nuova conoscenza è possibile introdurre le tematiche principali su cui si basano le critiche all’economia attuale: a. Critica al concetto di sviluppo come crescita del valore aggiunto b. Critica al valore d’uso come bisogno di status c. Critica alla concezione neoliberista del mercato

La critica del punto a si basa sulla consapevolezza di associare alla mera crescita economica dei punti che rappresentino il coinvolgimento sociale, come garanzia di livelli di qualità consoni.6 Le proposte per superare questa problematica sono riconducibili ai concetti di Sviluppo Polidimensionale (sviluppo che cerca di livellare le disparità Nord-Sud, superando la diffusione della povertà e lo sfruttamento delle risorse naturali), e di Sviluppo Comunitario (concetto di sviluppo locale come base dello sviluppo globale). La critica del punto b è riassumibile con l’affermazione “Il valore d’uso oggi è un mezzo per consolidare le posizioni di dominio internazionale”7. Il punto c mira a criticare la concezione neoliberista del mercato che vede al centro il concetto di sviluppo senza limiti, inserito in un contesto di concorrenza selvaggia. Tutto questo ha portato alla creazione di disuguaglianze che trovano riscontro nello sfruttamento senza etica delle risorse naturali che anziché essere “di tutti” sono ad appannaggio “di pochi”. Le critiche si uniscono in una sola voce nel momento in cui si parla del PIL come misura di benessere. E’ a questo punto che appare chiaro come una misura legata alla quantità non può in alcun modo essere rappresentativa anche della qualità. Gli economisti si sono profusi nell’ideazione di alternative valide alla valutazione del benessere tramite il PIL; molte si basano sulla considerazione delle tre grandezze che monitorano lo stato sociale: istruzione, reddito pro capite ed aspettative di vita alla nascita8.

3. Quantità non significa qualità: un’analisi dei dati Partendo dalle considerazioni precedenti è nata un’analisi concepita come dimostrazione empirica di quanto sopra riportato, con lo scopo di dimostrare quindi che il benessere qualitativo di una nazione non è necessariamente legato all’andamento del PIL, e comunque che quantità non significa qualità. Dalla lettura del libro sono scaturite alcune idee che sono state oggetto di elaborazione in chiave statistico-economica per verificare alcune ipotesi.9 Gli stati del bacino oggetto di analisi sono stati scelti in quanto rappresentativi del complesso ed eterogeneo panorama economico internazionale, ed i dati cui si fa riferimento sono stati pubblicati nel 2005 dalla Banca Mondiale e dall’Undp nei rapporti annuali. “Uno degli indicatori del livello di vita di un paese è considerato il PIL pro capite, cioè il valore del PIL totale diviso per il numero di cittadini. Se il PIL cresce più in fretta della popolazione si considera che migliora il livello di qualità della vita, se la popolazione cresce più in fretta del PIL si dice che il livello di vita peggiora. Dato che il PIL pro capite non tiene in conto il costo della vita di ogni paese, questo indicatore non è in realtà un misuratore del livello di qualità della vita della popolazione di un paese, poiché occulta il vero sviluppo umano, espresso in primo luogo dal potere d’acquisto reale ed in secondo luogo dai benefici sociali che riceve la popolazione. In tal senso è stato pubblicato dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNPD) nel 1990 un altro indicatore del livello di vita: l’indice di sviluppo umano (ISU). Questo si esprime su una scala da uno a cento e tiene conto del PIL pro capite, del grado di alfabetizzazione e della speranza di vita della popolazione”.10 L’indice di sviluppo umano è stato creato sulla base del pensiero di A. Sen: “La base oggettiva dello sviluppo è quella di creare uno stato di benessere per le persone così da garantire una vita lunga e sana. Lo sviluppo umano è un processo di allargamento delle scelte delle perone, ad ogni livello di sviluppo, le tre variabili essenziali sono la salute, la conoscenza e la possibilità di accedere alle risorse necessarie per il raggiungimento di un adeguato standard di vita”.11 In economia esistono degli indicatori, detti di sviluppo, che monitorano il livello della qualità della vita attraverso la sinterizzazione di valori come:
  Il Tasso di alfabetizzazione
  Le aspettative di vita alla nascita
  Il PIL a PPA
  La Percentuale di bambini sottopeso rispetto all’età
  Il Tasso di disoccupazione

Tali indicatori si pongono nell’ottica di superare un indicatore esclusivamente quantitativo come il PIL a partire dal PIL stesso cercando di fornire informazioni sulla sfera economica e sociale; i principali sono12:

  ISU (Indice di Sviluppo Umano)
  IPU-1 (Indice di Povertà per i Paesi in via di sviluppo)
  IPU-2 (Tasso di Povertà per i paesi OCSE selezionanti)
  ISG (Indice di Sviluppo di Genere)
  MEG (Misura dell’Empowerment di Genere). Nella Tabella 1 sono riportati una serie di indicatori e di aggregati il cui scopo è quello di rappresentare il livello del benessere sociale. Viene fornita una graduatoria internazionale costruita proprio sulla base di tali misurazioni.13

Gli indicatori alternativi di sviluppo sono stati creati con l’intento di fotografare il reale stato dello sviluppo umano. La struttura stessa di tali indicatori conduce all’interpretazione dei risultati ottenuti nella Tabella 1, risultati che mostrano un paese come Cuba, considerato del terzo mondo in base al livello di Pil, occupare posizioni di eccellenza nel momento in cui si considerano indicatori e valori legati al benessere reale della popolazione. Certamente la sola “conoscenza” non è di per sé condizione sufficiente a garantire il progresso ed un incremento sostanziale della qualità della vita. Non è comunque possibile creare un ponte fra progresso sociale e progresso economico che si collochi alla base dello sviluppo in senso globale escludendo una base di coscienza. Bisogna inoltre ricordare che la definizione di questi indicatori è spesso legata ad un certo grado di arbitrarietà data la grande quantità di variabili (frequentemente non facilmente misurabili con dei numeri) che agiscono in contesti molto vasti, ma questo non riduce di certo il loro contributo nell’accrescere la consapevolezza sui fenomeni sociali e sull’impatto del cambiamento sugli individui, le famiglie e le comunità.

Nella tabella presentata in precedenza è senz’altro preoccupante il dato riguardante le disuguaglianze sociali (IPU-1, IPU-2): questo fenomeno è una piaga direttamente imputabile alla conduzione attuale dei governi. Accanto ad una minoranza di benestanti che al Nord ma anche al Sud, approfittando dell’estensione accelerata della logica venditrice, i tre quarti dell’umanità continuano a vivere in condizioni inaccettabili di miseria ssoluta. Ecco perché le organizzazioni internazionali hanno deciso non di consacrarsi allo “sviluppo”, ma di “affrontare il problema della povertà.”, è bene ricordare che la povertà non è solamente un problema economico, ma una problematica “multidimensionale” rappresentativa di una “vulnerabilità sociale”. Per poter entrare nel vivo della questione è necessario chiarire il concetto di “Politiche Sociali”14, le quali si propongono la trasformazione delle condizioni di vita mediante un meccanismo di distribuzione e redistribuzione della ricchezza sociale che permetta il massimo di equità e di giustizia sociale, al fine di sviluppare tre dimensioni che garantiscono il benessere:
  le condizioni materiali di vita della popolazione
  la struttura sociale e l’equa distribuzione della ricchezza sociale
  la formazione di una nuova coscienza sociale di cooperazione e solidarietà tra gli individuie i gruppi. Queste dimensioni trovano un rappresentazione in:
  sanità
  istruzione
  assistenza sociale.

4. Appendice: i risultati di un’analisi dei dati

“Cuba è un buon esempio di tutto ciò che può essere ottenuto con la trasformazione dei rapporti di proprietà vigenti nel modello economico. L’abbandono della vecchia formula capitalista oggi a Cuba è un progetto che si è materializzato. La piccola isola caraibica, aggredita e bloqueada permanentemente dagli Stati Uniti, è stata in grado di portare avanti un programma di sviluppo economico e sociale che è la dimostrazione più evidente della forza e della giustezza del socialismo come soluzione per affrontare l’enorme sfida che costituisce lo sviluppo nelle attuali condizioni internazionali. La pianificazione economica ha dimostrato la sua efficacia e l’attualità in piena regola, capace di promuovere uno sviluppo che permette a questa piccola economia di fare parte del selezionato gruppo di paesi esportatori di prodotti biotecnologici unici al mondo e di far parte, sempre di più, dei paesi esportatori di servizi di alta tecnologia, cosa normale solo per le economie altamente sviluppate”.15 Dall’analisi dei dati si evince che quanto riportato non si ferma alla sfera teorica ma trova una giustificazione empirica. Mettendo a confronto 19 nazioni geo-economicamente differenti e rappresentative della realtà globale è apparso quanto segue. Una prima analisi sui macrodati è stata effettuata avvalendosi di indicatori economici ed indicatori alternativi di sviluppo16: l’osservazione di questi ultimi ha portato alla costituzione di una graduatoria17 che sovverte l’idea diffusa per cui il benessere è dato da un alto livello di PIL. Ancora più interessante risulta l’osservazione dei microdati ricavati disaggregando gli indicatori di Sviluppo alternativo, isolando quindi le componenti che caratterizzano lo sviluppo reale dalle componenti che mirano a sintetizzare esclusivamente lo sviluppo economico. Le variabili inerenti la sanità, l’istruzione ed il wellfare sono state osservate al fine di valutare quanto ognuna di esse impatti sul benessere reale ed in seguito nuovamente aggregate in cinque indicatori:18
  Indicatore dell’assolvimento dei bisogni primari
  Indicatore di utilizzo delle risorse (nell’ottica di benessere)
  Indicatore del livello di sanità
  Indicatore di spesa per i servizi (che già di per sé sono un ottimo indicatore del livello di qualità della vita)
  Indice del miglioramento dell’offerta sanitaria E proprio osservando le graduatorie inerenti tali indicatori si evince lo sviluppo sociale di Cuba, che occupa un ruolo predominante anche rispetto a nazioni occidentali del primo mondo.19 “L’alta qualificazione di lavoratori cubani, l’immagine del prodotto turistico, la diminuzione degli effetti sociali negativi e l’effetto positivo in tutti i settori del paese per la partecipazione diretta e indiretta dell’attività economica e alla salvaguardia delle garanzie sociali. Basta guardare in tal senso ai servizi medici, la cui base, fondata sul capitale umano come risorsa strategica sviluppata in termini culturali e di capacità tecniche e al contempo solidali, sulla piena garanzia di assistenza sanitaria a tutta la popolazione, sul carattere preventivo della medicina, sulla tecnica farmaceutica, sull’appoggio logistico integrale a tutto il sistema, ha permesso lo sviluppo di un impianto che non ha eguali in tutto il continente, Stati Uniti compresi. Il sistema scolastico garantito totalmente a tutta la popolazione e completamente gratuito, garantisce anche lo sviluppo di una risorsa umana avanzata sul piano culturale e della solidarietà indispensabile per affrontare l’impatto tecnologico mondiale”20. Ecco allora che l’analisi tecnica, l’osservazione diretta del fenomeno avvalora il fatto che “Cuba, con tutti i suoi limiti e alcune contraddizioni da risolvere e insite in qualsiasi processo rivoluzionario, è una dimostrazione evidente della superiorità del socialismo che aspira a creare una società che distrugga l’idea fatalista dell’inevitabilità delle regole del mercato, basate semplicemente sul fatto che un gruppo di uomini sfrutti economicamente tutti gli altri”21. Osservando la Tabella 2 risulta evidente che effettivamente considerando le variabili rappresentative del reale livello di benessere la graduatoria internazionale subisce delle modificazioni, la più interessante delle quali si riscontra per Cuba.

5. Brevi conclusioni I risultati ben si accorda con quanto presentato nel testo a cura di L. Vasapollo “L’Acqua scarseggia...ma la papera galleggia”: “è necessario includere gli elementi qualitativi del benessere e le trasformazioni strutturali del sistema per poter interpretare correttamente il livello di sviluppo di uno stato”26 , “considerando lo sviluppo sociale come inseparabile dallo sviluppo economco, (...)l’idea che un aumento del PIL sia una cosa buona e l’obiettivo da perseguire per tutti i paesi rientra sempre nel concetto di mondo globalizzato neoliberista che ha come valori essenziali quelli del mercato e dell’economicizzazioe capitalista del mondo. La rincorsa alla crescita del PIL che tutti i governi fanno non è altro che una «menzogna statistica», poiché in definitiva l’aumento del PIL non rappresenta sicuramente un miglioramento del livello di vita in tutti i cittadini di un paese”;27 e l’analisi sui dati l’ha ampiamente dimostrato.

Concludendo è possibile richiamare Albert Camus e le pagine che l’autore ha dedicato al mito di Sisifo: “Gli dei avevano condannato Sisifo a far rotolare senza posa un macigno sino alla cima di una montagna, dalla quale la pietra ricadeva per azione del suo stesso peso. Essi avevano pensato, con una certa ragione, che non esiste una punizione più terribile del lavoro inutile e senza speranza (...). Se questo mito è tragico, è perché il suo eroe è cosciente. In che consisterebbe, infatti, la pena se, ad ogni passo, fosse sostenuto dalla speranza di riuscire? L’operaio d’oggi si affatica, ogni giorno della vita, dietro lo stesso lavoro, e il suo destino non è tragico che nei rari momenti in cui egli diviene cosciente. Sisifo, proletario degli dei, imponente e ribelle, conosce tutta l’estensione della sua miserevole condizione: è a questa che pensa durante la discesa. La perspicacia, che doveva costituire il suo tormento, consuma, nello steso istante, la sua vittoria. Non esiste destino che non possa essere superato dal disprezzo”.

Collaboratrice di Cestes

Si veda L. Vasapollo “L’acqua scarseggia...ma la papera galleggia”, Jaca Book, Milano 2006, pp 233

J. O’Connor “La seconda contraddizione del capitalismo” in “Capitalismo, Natura, Socialismo” a cura di G. Ricoveri, Jaca Book, Milano 2006, pp24,25.

Per apprendimenti si veda “Una nuova lettura del valore d’uso alla luce degli sviluppi del capitalismo contemporaneo” di S. Barò Herrera, in “L’acqua scarseggia...ma la papera galleggia” a cura di L. Vasapollo, Jaca Book, Milano 2006, pp 181, 187.

Si veda per approfondimenti L. Vasapollo “L’acqua scarseggia...ma la papera galleggia” Jaca Book, Milano 2006 pp 13-65

L. Vasapollo 2006, pag 37

Si veda L. Vasapollo 2006 pp 81-92

L. Vasapollo 2006 pag 186

Per approfondimenti si veda L. Vasapollo 2006 pp 13-66, 227-250

La presente applicazione riprende in particolare negli aspetti statistico-economici quanto presentato nella tesi di Azzurra Ranieri “Analisi dello sviluppo economico-sociale attraverso l’utilizzo di differenti indicatori statistico-economico-sociali”, Facoltà di Scienze Statistiche dell’Università di Roma La Sapienza, Roma 26 Ottobre 2006, Relatore Prof. L. Vasapollo.

Si veda L. Vasapollo “L’acqua scarseggia ma la papera galleggia” Jaca book, Milano 2006, pp 14

Traduzione presa da UNDP, 1990, p 9-10.

Si veda Appendice 1

In un articolo di O. U. Hecchevarrìa, P. A. Medero e Y. Mendoza Carbonell “El calculo indirecto del PIB per capita de Cuba en terminos de PPA”, INIE, Cuba, La Habana, si sottolinea il fatto che comparando economie con livelli di entrate molto diversi e con forti disequilibri, è preferibile, e comunque più opportuno effettuare il confronto a PPA, tenendo così in considerazione il principio base per cui il potere d’acquisto di un dollaro varia in concomitanza con la differenza di pressi, nei vari paesi. E’ inoltre importante osservare che la percentuale di crescita del PIL e del PIL pro capite permette di visualizzare un’economia futura caratterizzata da uno scenario multipolare, dove troveranno uno spazio rilevante nazioni come la Cina e l’India, caratterizzate da una forte spinta di investimenti anche nel settore dei servizi.

Si veda Dagoberto Figueras Mato, Gertrudis Leticia Toledo Cabrera “Strategie di sviluppo economico nel rafforzamento della politica sociale” in “L’acqua scarseggia... ma la papera galleggia” a cura di L. Vasapollo, Jaca Book, Milano 2006, pp 109-123.

L. Vasapollo 2006, pp 246-247

Indicatori forniti dall’Undp. Indice di Sviluppo Umano (ISU), Indice di Povertà Umana per i paesi in via di sviluppo e per i paesi Ocse (IPU-1, IPU-2), Indice di Sviluppo di Genere (ISG), Misura dell’Empowerment di Genere (MEG).

Si veda Tabella 1

Si veda la Tabella 2 inserita nell’Appendice

Si vedano in tal senso anche i dato statistici ufficiali di fonti internazionali.

L. Vasapollo 2006, pp 247-248

L. Vasapollo 2006 p. 249

Pil pro capite, disuguaglianza reddituale, Spese pubbliche per sanità ed istruzione, Spese pro capite per sanità ed istruzione, Tasso di alfabetizazzione.

Aspettative di vita alla nascita, tasso di alfabetizazzione, Numero di bambini per insegnante

Posti letto ogni 1000 persone, Numero di medici ogni 1000 persone, Spesa pubblica per la sanità, spesa pro capite per la sanità, Aspettative di vita alla nascita.

Spese pubbliche per studente, Spese pubbliche per l’istruzione, , Spesa pubblica per le pensioni, Servizi (% di PIL).

Si veda l’introduzione di L.Vasapollo, Mayra Carmona Gonzàlez, Mayra Casas Vilardell, Carlos Lazo Vento, inserita in L.Vasapollo (2006).

Si veda la Postfazione della stessa pubblicazione di L. Vasapollo, Alfredo Jam Massò.