7 Dicembre 1999. Presentata in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare per l’“Istituzione del Reddito Sociale Minimo (rsm)”
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ARTICOLATO DELLA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE :
“ISTITUZIONE DEL REDDITO SOCIALE MINIMO (RSM)”CAPO I
DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 1 (Requisiti soggettivi di accesso)
1. E’ prevista la corresponsione di un reddito
sociale minimo in favore dei soggetti in possesso dei seguenti requisiti :
a) residenza nel nostro paese da almeno due anni;
b) iscrizione alle liste di collocamento da almeno un anno;
c) reddito imponibile annuo percepito non superiore a cinque
milioni, fatta salva l’ipotesi di cui all’art. 5 della presente legge;
d) appartenenza a nucleo familiare con reddito imponibile
annuo non superiore a trentacinque milioni per nuclei composti da due persone e
a quarantacinque milioni per nuclei composti da tre persone; per ogni ulteriore
componente il nucleo familiare il suddetto limite di reddito sarà elevato di
lire sei milioni.
2. Il reddito sociale minimo verrà corrisposto dal
Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, per il tramite degli Uffici
Provinciali del Lavoro e della Massima Occupazione.
3. Presso il Ministero del Lavoro e della Previdenza
Sociale viene istituito l’Ufficio Centrale per il rilevamento dello stato
di disoccupazione e per l’erogazione del reddito sociale minimo, con
specifici compiti di coordinamento dell’attività degli Uffici Provinciali del
Lavoro e della Massima Occupazione, come da regolamento ministeriale da
adottarsi entro il termine di giorni novanta dall’approvazione della presente
legge.
Art. 2 (Entità del reddito sociale minimo)
1. L’entità del reddito sociale minimo da
corrispondere annualmente a ciascun soggetto in possesso dei requisiti di cui
all’art. 1 è di dodici milioni di lire.
2. La somma indicata non è sottoposta ad alcuna forma di
tassazione.
Art. 3 (Calcolo ai fini pensionistici del reddito
sociale minimo)
1. Il periodo di fruizione del reddito sociale minimo va
calcolato ai fini pensionistici, con i criteri e le modalità che saranno
indicate nel Decreto legislativo che il Governo è delegato ad adottare nel
termine di giorni novanta dall’approvazione della presente legge.
Art.4 (Rivalutazione del reddito sociale minimo)
1. L’importo sopra indicato va rivalutato annualmente
sulla base degli indici I.S.T.A.T. del costo della vita.
Art.5 (Riduzione del reddito sociale minimo)
1. L’importo indicato all’art.2 sarà ridotto della
metà per i soggetti che svolgono attività lavorative da cui si consegue un
reddito inferiore all’ammontare del reddito sociale minimo.
CAPO II
PROCEDIMENTO DI VERIFICA
Art.6 (Sanzioni amministrative)
1. E’ prevista per il datore di lavoro in caso di
mancata attestazione della esistenza del rapporto di lavoro intercorrente con il
soggetto che fruisce del reddito sociale minimo una sanzione amministrativa, da
comminarsi a seguito del procedimento di cui agli articoli 14 e seguenti della
legge 24 novembre 1981 n. 689, e pari all’ammontare delle somme che il
soggetto avrebbe dovuto percepire quale corrispettivo del lavoro svolto, con
riferimento ai minimi previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro
della categoria.
Art.7 (Decadenza)
1. Si prevede in ogni caso la decadenza dal diritto di
percepire il reddito sociale minimo nell’ipotesi in cui il lavoratore ottenga
un lavoro a tempo pieno.
CAPO III
DISPOSIZIONI FINALI
Art. 8 (Tariffe sociali nei servizi essenziali)
1. Si prevede in favore dei soggetti titolari del diritto
al reddito sociale minimo, anche nell’ipotesi di riduzione di cui all’art.
5, la gratuità dell’accesso ai trasporti urbani ed al servizio sanitario,
nonché l’esclusione di ogni onere per l’iscrizione e la partecipazione a
corsi ed esami di formazione professionale e di istruzione, anche di grado
universitario.
2. E’ previsto altresì per gli stessi soggetti il
dimezzamento dei costi delle utenze relative alle forniture di gas e acqua, e la
determinazione di una tariffa sociale con riferimento al servizio di
elettricità e di telefonia fissa attraverso il versamento delle relative quote
ai soggetti erogatori del servizio, da determinarsi da parte dal Governo con
decreto legislativo che sarà adottato nel termine di giorni novanta dall’approvazione
della presente legge.
3. Per gli stessi soggetti è previsto un canone sociale
per l’utilizzo degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, da prevedersi
a mezzo di legge regionale.
4. Accedono ai benefici previsti dal presente articolo
anche i soggetti titolari di pensioni sociali e minime nonché i componenti di
nuclei familiari ricompresi nei limiti di reddito di cui all’art. 1, primo
comma, lettera d) della presente legge
Art. 9 (Copertura finanziaria)
1. Per la copertura finanziaria nel primo anno di
applicazione della legge si prevede una imposta straordinaria, denominata labor
tax, consistente in una addizionale una tantum del 2.5% sulla tassazione dei
redditi di impresa.
2. Per la copertura in via definitiva degli oneri
derivanti dall’erogazione del reddito sociale minimo si prevede:
a) l’incremento dell’aliquota di imposizione sugli
interessi derivanti da titoli pubblici ed equiparati al 30 per cento, prevedendo
comunque per i possessori di titoli pubblici ed equiparati la possibilità di
optare per l’indicazione nella dichiarazione annuale dei relativi interessi ed
altri proventi percepiti e dell’ammontare dei titoli pubblici ed equiparati
posseduti, ai fini dell’applicazione di un’aliquota di imposta del 12.5 per
cento sui redditi riferiti ad un valore complessivo di titoli posseduti non
superiore a duecentocinquanta milioni di lire, e del 25 per cento sui redditi
riferiti alla parte del valore dei titoli che eccede i duecentocinquanta milioni
di lire. In tali casi l’imposta viene applicata a titolo non definitivo e la
tassazione è soggetta a conguaglio in sede di dichiarazione dei redditi ;
b) la tassazione dell’incremento di valore di titoli
azionari (IN.VA.T.A.), ovvero del guadagno in conto capitale, con previsione di
una aliquota di imposta che in ogni caso deve corrispondere ad un unico livello
del trenta per cento ;
c) l’inserimento nella dichiarazione annuale dei redditi di
ogni reddito da capitale, ai fini dell’applicazione delle imposte dirette; a
tal fine anche le aliquote e le ritenute sui redditi da capitale saranno
accorpate su un unico livello corrispondente al trenta per cento;
d) la tassazione dei trasferimenti di capitale all’estero
riguardanti tutte le transazioni internazionali di capitale finanziario a
carattere speculativo, con l’applicazione di un’aliquota sino al 3 per cento
con riferimento alle operazioni aventi durata non superiore ai sette giorni, di
un’aliquota sino al 2,5 per cento per operazioni aventi durata non superiore
ai 30 giorni, con previsione di una aliquota dell’1,8 per cento su operazioni
di durata superiore ai trenta giorni;
e) l’introduzione di una tassa sull’innovazione
tecnologica che produce decremento occupazionale, consistente in una addizionale
del tre per cento sull’ I.V.A.
APPELLO AI CAPOGRUPPO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
E DEL SENATO
COMUNICATO DEL COMITATO PROMOTORE
NAZIONALE PER IL REDDITO SOCIALE MINIMO
7 dicembre 1999
CONSEGNATE oltre 62.000 FIRME
IN PARLAMENTO PER LA PROPOSTA DI LEGGE
DI INIZIATIVA POPOLARE
“ISTITUZIONE DEL REDDITO SOCIALE MINIMO, (RSM)”
Ci troviamo da circa venti anni davanti ad un forte processo
di finanziarizzazione dell’economia; processi di globalizzazione a connotati
finanziari che perseguono semplicemente la loro logica interna tendente alla
massimizzazione dei profitti complessivi, attraverso incrementi di dividendi,
interessi e capital gain, a scapito dell’occupazione e delle condizioni di
vita di tutti i lavoratori, occupati e non. Il risultato più immediato è l’aumento
della disoccupazione che si va trasformando in strutturale, incrementando la
schiera dei precari, dei marginali, degli emarginati, della “disoccupazione
occulta”, i disoccupati non ufficiali, precarizzando la qualità della
vita.
La previsione di un Reddito Sociale Minimo (RSM) vuole
contrapporsi alla dissoluzione dello Stato sociale proponendo già da subito la
riqualificazione di tutti gli strumenti di protezione sociale e l’aumento dei
livelli delle pensioni sociali e minime, unificando e rilanciando l’iniziativa
dei nuovi soggetti del lavoro, del non lavoro, del lavoro negato, dai
disoccupati, ai precari, ai pensionati, rafforzando nel contempo la capacità
contrattuale della forza lavoro occupata.
E’ per questo che l’Unione Popolare, il Centro
Studi Trasformazioni Economico-Sociali (CESTES), la rivista PROTEO, l’Associazione
Progetto Diritti, il Centro Sociale Intifada insieme a decine di
sigle dell’associazionismo di base che hanno dato vita al Comitato
Promotore Nazionale per il Reddito Sociale Minimo, hanno lanciato una
battaglia culturale, politica e sociale, che vuole avere dimensioni europee, a
partire da una proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione del
Reddito Sociale Minimo. Tale intervento va attuato attraverso nuove scelte di
politica fiscale, che colpiscano innanzitutto le tante aree esistenti di
elusione ed evasione.
L’articolato legislativo proposto prevede un importo del
Reddito Sociale Minimo di lire dodici milioni annui (non soggetti a tassazione);
i requisiti per l’accesso prevedono la regolare residenza nel nostro Paese da
almeno due anni, l’iscrizione alle liste di collocamento da almeno un anno,
reddito imponibile annuo percepito non superiore a 5 milioni, e appartenenza a
nucleo familiare con reddito imponibile annuo non superiore a 35 milioni. L’importo
sopra indicato va rivalutato annualmente in base agli indici ISTAT; è prevista
inoltre la riduzione del cinquanta per cento dell’importo nell’ipotesi di
svolgimento di attività lavorative che comunque producono un reddito inferiore
all’ammontare del reddito minimo e la decadenza dal percepimento dello stesso
nell’ipotesi in cui si ottenga un lavoro a tempo pieno; ciò permette di
rivolgere tale istituto non solo ai disoccupati ma anche a coloro che svolgono
lavoro precario, sottopagato o che hanno forme di sottoccupazione. Il periodo di
fruizione del RSM deve essere calcolato ai fini pensionistici e prevede inoltre
in favore di soggetti titolari del Reddito Sociale Minimo forme di reddito
indiretto e differito attraverso l’accesso gratuito ai servizi fondamentali
(trasporti urbani, servizio sanitario, studi, ecc.) e il dimezzamento dei costi
delle utenze relative alle forniture di gas, luce, acqua, telefono, rifiuti,
oltre a un canone sociale per l’utilizzo degli alloggi di edilizia
residenziale pubblica. Si è calcolato che le risorse necessarie per le spese
conseguenti all’introduzione della nuova normativa ammonteranno a circa
cinquantamila miliardi di lire annui che andranno reperite esclusivamente
attraverso varie forme di tassazione sui capitali. Un terreno, infatti,
immediatamente praticabile è quello di applicare una efficace imposta
patrimoniale, di colpire le rendite finanziarie e i grandi patrimoni, di tassare
realmente e uniformemente i guadagni in conto capitale (capital gain), di
ridurre le agevolazioni verso le imprese. Si tratta di reperire, quindi, le
risorse finanziarie per l’istituzione del Reddito Sociale Minimo non dalla
fiscalità generale, ma dalla tassazione dei capitali, anche attraverso una
Tobin Tax finalizzata alle prestazioni sociali per la povertà, la
disoccupazione, per creare nuovi posti di lavoro a pieno salario e pieni
diritti.
Una battaglia civile europea, in armonia con la previsione
della Carta sociale comunitaria, per il lavoro, per la dignità di ogni
cittadino. Noi firmatari - disoccupati, studenti, casalinghe, pensionati,
precari, sottoccupati e provenienti da diverse aree di impegno professionale,
politico, culturale e sociale - auspichiamo che attraverso l’approvazione
della legge si avvii una nuova stagione di riforme.
Invitiamo, pertanto, i capogruppo della Camera dei Deputati e
del Senato e i singoli parlamentari interessati a questa proposta di legge, ad
intraprendere iniziative politiche e parlamentari per sollecitare e agevolare l’iter
di discussione per giungere a legiferare sull’Istituzione del Reddito Sociale
Minimo in Italia, così come anche se in forme diversificate tale istituto è
presente negli altri paesi europei; ponendo, quindi, anche il nostro Paese in un
ambito avanzato di civiltà europea.
Per contatti e iniziative:
CESTES
Tel./fax 0670491956
e.mail: cestes@tin.it
luvasapo@box.tin.it