Nel caso in questione il NAFTA è stato usato per ridurre una
forte protezione domestica di interesse pubblico. Consapevole dell’affinità
tra il piombo di tetratile e MMT e non volendo una ripetizione della storia
devastatrice del piombo da benzine, il governo canadese agì in accordo col
Principio di Precauzione. Il Principio di Precauzione è generalmente inteso nel
senso che, nei processi in cui c’è rischio per la salute pubblica o per l’ambiente,
ma per i quali i dati correnti sono insufficienti per quantificare o valutare
esattamente un rischio, il governo ha il diritto e la responsabilità di operare
per la sicurezza. Il principio è basato sul fatto che la scienza non sempre
fornisce opportunamente le informazioni necessarie alle autorità per
fronteggiare le minacce alla salute pubblica e all’ambiente. Come per l’esempio
della benzina col piombo, a volte sono necessari molti anni e numerosi studi di
lunga durata per comprendere in modo approfondito i pericoli di un nuovo
prodotto. Le regole del NAFTA e dell’OMC, che seguono una logica a breve
termine e pragmatica, stravolgono il Principio di Precauzione esigendo prove dei
danni causati da un prodotto prima che un’azione restrittiva possa essere
intrapresa. Tanto il governo canadese che quello degli Stati Uniti stanno
realizzando questi studi.
Informazioni estratte dal reportage di Public Citizen sul Capitolo 11 del
NAFTA relativo ai diritti
degli investitori, che il governo Bush intende estendere all’ALCA.
Investitori e nuovi diritti e privilegi in ambito NAFTA.
Secondo le nuove regole del NAFTA, un “investitore” che
ha il potere di fare ricorso al sistema di sanzioni previsto nel Capitolo 11 del
NAFTA è chiunque faccia un investimento in ambito NAFTA. Una lunga lista di
attività commerciali costituisce un investimento secondo la definizione dell’Accordo.
Il Capitolo in questione contiene un ampio numero di nuovi
diritti e protezioni relativo agli investimenti.
L’Art. 1110 di questo capitolo garantisce agli investitori
risarcimenti da parte delle casse pubbliche (ovvero dei contribuenti) dei
governi del NAFTA, in seguito ad espropriazioni dei medesimi (nazionalizzazioni)
o altre azioni “equivalenti” all’esproprio o espropriazioni indirette.
L’Art. 1102, include un provvedimento di “trattamento
nazionale” che richiede ai governi di di riservare agli investitori
stranieri firmatari un trattamento non meno favorevole degli investitori
interni, nel rispetto di tutte le fasi e gli aspetti dell’investimento, dall’inizio
alla liquidazione dello stesso.
L’Art. 1103 prevede un “trattamento della nazione più
favorita”, una clausola che esige dai governi di riservare per gli
investitori stranieri firmatari un trattamento non meno favorevole del miglior
trattamento riservato agli investitori in altra nazione firmataria o anche non
firmataria, nel caso in cui questo trattamento sia migliore di quello dato agli
investitori interni.
L’Art. 1105 contiene una clausola di “trattamento
standard minimo” che prevede che gli investitori debbano ricevere un
trattamento “in accordo con le leggi internazionali”, incluso un “trattamento
giusto e equo, e protezione e sicurezza totali”. Questa vaga affermazione è
stata usata in vari processi di investitori contro lo stato per espandere
drammaticamente le tutele nei confronti dell’imprese del NAFTA.
L’Art. 1106 proibisce l’uso di “misure di disimpegno”,
tanto all’interno di uno stato che a livello internazionale, mirate a limitare
gli investimenti per salvaguardare l’ambiente o per assicurare benefici
economici alle imprese locali.
Se un’impresa rileva che un governo viola questi diritti e
protezioni, questa può intentare un processo di “risoluzione obbligatoria
della disputa” e richiedere un indennizzo al di fuori del sistema giuridico
del paese. Queste contese tra investitori e Stato, vengono arbitrate da gruppi
di specialisti di commercio internazionale, e sono banditi la partecipazione, l’osservazione
e l’intervento popolari. L’emissione di una sentenza da parte di questi
arbitri, che non ammette il ricorso in appello, è obbligatoria. Due corpi di
arbitri sono previsti nel Capitolo 11, che hanno giurisdizione sulle sanzioni
private in ambito NAFTA: la Commissione delle Nazioni Unite sulle Leggi del
Commercio Estero (UNCITRAL) e il Centro Internazionale della Banca Mondiale per
la Risoluzione di Dispute sugli investimenti (ICSID). Queste due giurisdizioni
non permettono l’accesso pubblico ai processi né alle loro documentazioni,
come è, invece, garantito dalle corti nazionali. Prima di ricorrere a queste
istanze, un tribunale composto da tre arbitri professionali si riunisce a porte
chiuse, per aprire le pratiche delle due parti. Nella veste di conciliatori, i
membri di questo tribunale possono ordinare che una nazione membro del NAFTA
debba pagare una quantità determinata di dollari, come indennizzo per l’impresa
i cui diritti, secondo la conclusione dei tre arbitri, sarebbero pregiudicati.
Questi diritti ampliati per gli investitori e queste
restrizioni delle funzioni normali di un governo non esistono negli accordi dell’OMC
o in qualsiasi altro grande accordo multilaterale. Appaiono soltanto nel NAFTA e
in un numero crescente di accordi bilaterali firmati dagli Stati Uniti.
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