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Continente rebelde

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Marcos Costa Lima
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Prof.Dr. del Programma di Dottorato in Scienze Politiche dell’Università Federale di Pernambuco-Recife-Brasil. Attualmente compie studi di post-dottorato presso l’Università di Parigi XIII-Villetaneuse

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L’ALCA: più che un’area di libero commercio, una ridefinizione del progetto egemonico degli Stati Uniti d’America

Marcos Costa Lima

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Nel caso in questione il NAFTA è stato usato per ridurre una forte protezione domestica di interesse pubblico. Consapevole dell’affinità tra il piombo di tetratile e MMT e non volendo una ripetizione della storia devastatrice del piombo da benzine, il governo canadese agì in accordo col Principio di Precauzione. Il Principio di Precauzione è generalmente inteso nel senso che, nei processi in cui c’è rischio per la salute pubblica o per l’ambiente, ma per i quali i dati correnti sono insufficienti per quantificare o valutare esattamente un rischio, il governo ha il diritto e la responsabilità di operare per la sicurezza. Il principio è basato sul fatto che la scienza non sempre fornisce opportunamente le informazioni necessarie alle autorità per fronteggiare le minacce alla salute pubblica e all’ambiente. Come per l’esempio della benzina col piombo, a volte sono necessari molti anni e numerosi studi di lunga durata per comprendere in modo approfondito i pericoli di un nuovo prodotto. Le regole del NAFTA e dell’OMC, che seguono una logica a breve termine e pragmatica, stravolgono il Principio di Precauzione esigendo prove dei danni causati da un prodotto prima che un’azione restrittiva possa essere intrapresa. Tanto il governo canadese che quello degli Stati Uniti stanno realizzando questi studi.

APPENDICE 2

Informazioni estratte dal reportage di Public Citizen sul Capitolo 11 del NAFTA relativo ai diritti

degli investitori, che il governo Bush intende estendere all’ALCA. Investitori e nuovi diritti e privilegi in ambito NAFTA.

Secondo le nuove regole del NAFTA, un “investitore” che ha il potere di fare ricorso al sistema di sanzioni previsto nel Capitolo 11 del NAFTA è chiunque faccia un investimento in ambito NAFTA. Una lunga lista di attività commerciali costituisce un investimento secondo la definizione dell’Accordo.

Il Capitolo in questione contiene un ampio numero di nuovi diritti e protezioni relativo agli investimenti.

L’Art. 1110 di questo capitolo garantisce agli investitori risarcimenti da parte delle casse pubbliche (ovvero dei contribuenti) dei governi del NAFTA, in seguito ad espropriazioni dei medesimi (nazionalizzazioni) o altre azioni “equivalenti” all’esproprio o espropriazioni indirette.

L’Art. 1102, include un provvedimento di “trattamento nazionale” che richiede ai governi di di riservare agli investitori stranieri firmatari un trattamento non meno favorevole degli investitori interni, nel rispetto di tutte le fasi e gli aspetti dell’investimento, dall’inizio alla liquidazione dello stesso.

L’Art. 1103 prevede un “trattamento della nazione più favorita”, una clausola che esige dai governi di riservare per gli investitori stranieri firmatari un trattamento non meno favorevole del miglior trattamento riservato agli investitori in altra nazione firmataria o anche non firmataria, nel caso in cui questo trattamento sia migliore di quello dato agli investitori interni.

L’Art. 1105 contiene una clausola di “trattamento standard minimo” che prevede che gli investitori debbano ricevere un trattamento “in accordo con le leggi internazionali”, incluso un “trattamento giusto e equo, e protezione e sicurezza totali”. Questa vaga affermazione è stata usata in vari processi di investitori contro lo stato per espandere drammaticamente le tutele nei confronti dell’imprese del NAFTA.

L’Art. 1106 proibisce l’uso di “misure di disimpegno”, tanto all’interno di uno stato che a livello internazionale, mirate a limitare gli investimenti per salvaguardare l’ambiente o per assicurare benefici economici alle imprese locali.

Se un’impresa rileva che un governo viola questi diritti e protezioni, questa può intentare un processo di “risoluzione obbligatoria della disputa” e richiedere un indennizzo al di fuori del sistema giuridico del paese. Queste contese tra investitori e Stato, vengono arbitrate da gruppi di specialisti di commercio internazionale, e sono banditi la partecipazione, l’osservazione e l’intervento popolari. L’emissione di una sentenza da parte di questi arbitri, che non ammette il ricorso in appello, è obbligatoria. Due corpi di arbitri sono previsti nel Capitolo 11, che hanno giurisdizione sulle sanzioni private in ambito NAFTA: la Commissione delle Nazioni Unite sulle Leggi del Commercio Estero (UNCITRAL) e il Centro Internazionale della Banca Mondiale per la Risoluzione di Dispute sugli investimenti (ICSID). Queste due giurisdizioni non permettono l’accesso pubblico ai processi né alle loro documentazioni, come è, invece, garantito dalle corti nazionali. Prima di ricorrere a queste istanze, un tribunale composto da tre arbitri professionali si riunisce a porte chiuse, per aprire le pratiche delle due parti. Nella veste di conciliatori, i membri di questo tribunale possono ordinare che una nazione membro del NAFTA debba pagare una quantità determinata di dollari, come indennizzo per l’impresa i cui diritti, secondo la conclusione dei tre arbitri, sarebbero pregiudicati.

Questi diritti ampliati per gli investitori e queste restrizioni delle funzioni normali di un governo non esistono negli accordi dell’OMC o in qualsiasi altro grande accordo multilaterale. Appaiono soltanto nel NAFTA e in un numero crescente di accordi bilaterali firmati dagli Stati Uniti.

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