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Analisi-inchiesta: il movimento dei lavoratori:tra cambiamento e indipendenza

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Luciano Vasapollo
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Docente di Economia Aziendale, Fac. di Scienze Statistiche, Università’ “La Sapienza”, Roma; Direttore Responsabile Scientifico del Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali (CESTES) - Proteo.

Rita Martufi
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Consulente ricercatrice socio-economica; membro del Comitato Scientifico del Centro Studi Trasformazioni Economico Sociali (CESTES) - PROTEO

Sabino Venezia
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Il contraddittorio legame tra le trasformazioni economico-produttive e alcuni passaggi-chiave della storia del movimento sindacale dal dopoguerra ad oggi (Prima parte)
Rita Martufi, Luciano Vasapollo, Sabino Venezia

 

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Il contraddittorio legame tra le trasformazioni economico-produttive e alcuni passaggi-chiave della storia del movimento sindacale dal dopoguerra ad oggi (Prima parte)

Luciano Vasapollo

Rita Martufi

Sabino Venezia

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4. La crisi del sindacato unitario

4.1 L’ordinaria gestione

L’inadeguatezza del sindacato unitario si risolverà tra la primavera e l’autunno del ’48. L’attentato a Togliatti (14 Luglio 1948) produrrà una ferma posizione di condanna da parte della CGIL e la proclamazione di uno sciopero generale contestato dalla componente cattolica del direttivo. È tesi comune che la CGIL proclamò lo sciopero per arginare lo spontaneismo che vide da subito in piazza migliaia di lavoratori (e che assunse anche toni di particolare pericolosità nel meridione), sicuramente tale evento rappresentò la fatidica “goccia” ma non dimentichiamo che la politica interclassista della CGIL aveva determinato numerose sconfitte “giustificate”(e i moti di Milano del Novembre dell’anno precedente ce lo ricordano); la guerra fredda e la necessità di “compatibilizzare” la politica rivendicativa con la corrente DC fecero sicuramente il resto. Il 16 ottobre nasce la Libera Confederazione Italiana del Lavoro che il 1 Maggio del ’50, dopo l’uscita dalla CGIL anche dei repubblicani, si trasformerà nella Confederazione Italiana Sindacato Lavoratori CISL. La nascita della CISL tuttavia non sminuirà il ruolo egemone della CGIL, particolarmente attiva nei settori dell’agricoltura e nelle fabbriche.

In questo periodo, di fatto, pur registrando il tentativo fallito di una Costituente Sindacale, le forze politiche ed economiche si avvieranno rapidamente verso la normalizzazione, e costringeranno il sindacato a rapportarsi con una ordinaria gestione della politica, ordinaria gestione che legittimerà il pluralismo del sistema sindacale e che produrrà forti elementi di criticità nei rapporti tra le tre Organizzazioni Sindacali che scaturiranno dalla scissione del sindacato unitario [1] e caratterizzerà la fase politica con un momento di debolezza che si modificherà solo verso la metà degli anni ’50.

4.2 Il 5 marzo 1950 nasce la UIL

Il 5 marzo 1950, a Roma, 253 delegati provenienti da tutta Italia parteciparono al convegno costitutivo della Uil, l’Unione Italiana del Lavoro, l’organizzazione sindacale che, dopo le scissioni dalla Cgil, dava rappresentanza ai lavoratori di idee laiche, democratiche e socialiste e che poteva rivendicare l’eredità riformista di Bruno Buozzi, leader sindacale ucciso dai nazisti nel 1944.

Tra i principali protagonisti di quel giorno si segnalano Italo Viglianesi, Enzo Dalla Chiesa e Renato Bulleri del Psu, Raffaele Vanni e Amedeo Sommovigo del Pri, ma furono presenti anche sindacalisti del PSli e numerosi indipendenti. Al convegno parteciparono personaggi autorevoli come il comandante partigiano ed ex Presidente del Consiglio Ferruccio Parri.

Nella dichiarazione programmatica approvata erano indicati i cinque punti che caratterizzarono e qualificarono l’azione della Uil sin dai suoi primi anni. Venne rivendicata l’indipendenza dai partiti, dai governi e dalle confessioni e venne valorizzata l’autonomia delle federazioni di categoria; la Uil si impegnò ad adottare un metodo democratico e si dichiarò favorevole alla ricerca dell’unità d’azione con le altre due organizzazioni confederali ed all’intervento su tutti i problemi di politica sociale ed economica [2].

4.3 Il 30 aprile del 1950 nasce la CISL

La Cisl viene fondata il 30 aprile 1950 con l’approvazione del “ Patto di unificazione delle forze sindacali democratiche”, votato all’unanimità dai delegati della Lcgil, della Fil e della Ufail, riuniti in assemblea generale costituente al teatro Adriano di Roma. In quel “patto” costitutivo di cinquant’anni fa, tra l’altro, si affermano i seguenti punti: “La Cisl sorge per stringere in un unico volontario vincolo sindacale tutti i liberi lavoratori italiani che -convinti della necessità di respingere un sindacalismo fondato, ispirato e diretto da correnti politiche e ideologiche- vogliono impostare il movimento sindacale sull’autogoverno delle categorie esercitato nel quadro della solidarietà sociale e delle esigenze generali del Paese. La Cisl afferma la sua decisa volontà di tutelare il rispetto e la dignità della persona umana come condizione primaria di vera giustizia sociale e proclama i seguenti fondamentali diritti dei lavoratori, che prende solenne impegno di difendere e propugnare:

diritto al lavoro, come naturale mezzo di vita, e alla sua libera scelta;

diritto alla giustizia sociale, fondamentale mezzo di pace duratura nella convivenza civile;

diritto all’inserimento delle forze del lavoro negli organi che determinano gli indirizzi della politica economica del Paese;

diritto alla garanzia e alla stabilità dell’occupazione, nella più ampia libertà individuale e familiare;

diritto all’assistenza e alla previdenza, contro ogni concezione paternalistica, da realizzare attraverso una legislazione che garantisca stabilmente il soddisfacimento delle esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie in ogni tempo e in ogni evenienza della vita;

diritto alla costituzione di libere organizzazioni democratiche e al libero esercizio della loro azione sindacale, ivi compreso il diritto di sciopero, per la legittima difesa degli interessi di chi lavora;

diritto alla rappresentanza dei lavoratori negli organismi, che esistono e possano esistere, in modo da rendere determinante l’influenza del mondo del lavoro sugli orientamenti sociali della vita nazionale;

diritto all’immissione delle forze del lavoro nella gestione e nel possesso dei mezzi di produzione...

“La Segreteria confederale eletta dall’Assemblea generale dell’Adriano risulta così composta: Giulio Pastore (segretario generale), Giovanni Canini, Paolo Consoni, Roberto Cuzzaniti, Luigi Morelli, Enrico Parri (segretari), Alberto Cajelli, Paolo Cavezzali, Dionigi Coppo, Giuseppe Giuffrè, Amleto Mantegazza, Anselmo Martoni, Appio Claudio Rocchi, Bruno Storti ed Ermanno Trebbi (vice segretari).

È la prima segreteria confederale ed è quella che porterà la Cisl al suo primo Congresso nazionale del 1951”.  [3]

Questi dirigenti, di diversa provenienza politica e culturale, sono i protagonisti del non facile passaggio vissuto dal ‘libero’ sindacato dopo la rottura del 1948 e vengono oggi indicati dalla letteratura storica come ’coloro che seppero accendere il fuoco del sindacalismo democratico nell’Italia del secondo novecento”. Questa definizione è riferita anche ‘all’attraversamento del mar rosso’ che dovettero compiere nell’estate del 1948 in seguito allo sciopero politico proclamato dalla componente socialcomunista dopo l’attentato a Palmiro Togliatti. Un attraversamento che ebbe come tappe intermedie, ma fondamentali, la costituzione della Lcgil e della Fil.

“La Lcgil, costituita il 17 ottobre 1948 da Pastore e dai sindacalisti della corrente cristiana della Cgil unitaria, fu la prima roccaforte del sindacalismo democratico italiano e risultò essere l’edificio portante dell’unificazione del 30 aprile 1950 che diede appunto vita alla Cisl” [4].

4.4 La delega nella ricostruzione

Un elemento della fase post guerra che va necessariamente tenuto in considerazione è la convinzione, anche tra i partiti della sinistra, che fosse possibile delegare la ricostruzione del paese agli industriali. Il sindacato, di fatto si spese sulle rivendicazioni salariali e occupazionali, pur sapendo che in molti spingevano verso il collaborazionismo produttivo degli operai in fabbrica e che questo avrebbe riattivato le strutture produttive e finanziarie della borghesia.

Il capitalismo industriale, ormai maturo, coglie la pur necessaria dissoluzione del sindacalismo unitario come elemento di debolezza dell’azione rivendicativa e, nonostante l’accordo del 7 Agosto del ’47 avesse attribuito molto potere alle Commissioni Interne, le grandi aziende si scagliarono sul sindacalismo italiano con la politica dei licenziamenti individuali e di massa. L’intervento del Governo complicò la situazione con la politica di liberalizzazione del mercato dei capitali e delle merci e provocò la forte crescita dell’inflazione. Si dimezza il potere d’acquisto dei salari e degli stipendi e aumenta il profitto ed il controllo monopolistico sulle piccole e medie imprese e sul mercato finanziario; è la crisi del ’47, che il Ministro del Tesoro Einaudi tenterà di arginare con una manovra deflattiva e che il sindacato non riuscì ad intercettare con le lotte per il salario e l’occupazione.

Da un lato, quindi gli industriali ed il mondo padronale in generale, che si presta ad un rapido processo di politicizzazione per meglio esercitare un controllo sul potere pubblico e sull’industria di Stato (quella salvata dal piano Marshall), dall’altro lo Stato, assente in un primo momento ma poi sempre più protagonista di una politica di supremazia sul sindacato, con il quale fino ad allora aveva “ configurato una specie di rapporto politico paritario” [5].


[1] Per ulteriori approfondimenti vedi: “I congressi della CGIL” vol.II, Congresso unitario CIL 1-7 Giugno (teatro Comunale) Roma, Editrice Sindacale Italiana, 1970.

[2] Da: www.uil.it/storia.htm <http://www.uil.it/storia.htm

[3] Verso il cinquantesimo CISL: storia breve della fondazione e dei congressi nazionali Le tappe di un lungo cammino di Ivo Camerini. ora in:http://online.cisl.it/arc.storico/%233514667.

[4] Verso il cinquantesimo CISL: storia breve della fondazione e dei congressi nazionali Le tappe di un lungo cammino di Ivo Camerini. ora in:http://online.cisl.it/arc.storico/%233514667.

[5] A. Pepe, La difficile legittimazione 1949 1957 - quaderni CESTES n°9 pag. 36, suppl. a PROTEO.