Rubrica
L’analisi-inchiesta

Copyright - Gli articoli si possono diffondere liberamente citandone la fonte e inserendo un link all'articolo

Autore/i

Luciano Vasapollo
Articoli pubblicati
per Proteo (48)

Docente di Economia Aziendale, Fac. di Scienze Statistiche, Università’ “La Sapienza”, Roma; Direttore Responsabile Scientifico del Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali (CESTES) - Proteo.

Rita Martufi
Articoli pubblicati
per Proteo (36)

Consulente ricercatrice socio-economica; membro del Comitato Scientifico del Centro Studi Trasformazioni Economico Sociali (CESTES) - PROTEO

Argomenti correlati

Lavoro

Precarizzazione

Nella stessa rubrica

Analisi-inchiesta: lavoro che cambia, lavoro che non c’è. Lavoro precario o lavoro vero?
Rita Martufi, Luciano Vasapollo

 

Tutti gli articoli della rubrica: analisi-inchiesta(in tutti i numeri di Proteo)


Home
Autori
Rubriche
Parole chiave

 

 

 

Analisi-inchiesta: lavoro che cambia, lavoro che non c’è. Lavoro precario o lavoro vero?

Luciano Vasapollo

Rita Martufi

Formato per la stampa
Stampa

Questa forma contrattuale ha ormai occupato una parte considerevole del mercato del lavoro anche se si tratta di un tipo di contratto che non ha ancora una chiara normativa di riferimento (come ad esempio nelle collaborazioni occasionali) o alla insufficiente chiarezza e incertezza di quella presente (come nei contratti di collaborazione coordinata e continuativa).

I lavoratori coordinati e continuativi hanno elementi distintivi molto diversi tra di loro soprattutto con riguardo all’area territoriale in cui vivono, al genere, alla loro età. I Co.Co. Co non hanno in comune neppure il tipo di professione svolta, anzi al contrario svolgono lavori molto diversi. La diversità di professioni svolte fa sì che vi siano anche diversità di reddito. Basti pensare alla differenza di reddito esistente tra il pony express e l’operatrice di call center rispetto al consulente aziendale o all’amministratore di società.

Infatti dai dati risulta che i giovani rappresentano la fascia di Co.Co.Co con redditi minori (il 41% dei giovani fino a 24 anni non va oltre i 3 mila euro di reddito annui), mentre gli anziani hanno maggiori possibilità economiche in quanto spesso usano questo tipo di contratto come aggiustamento di un altro impiego o della pensione.

Dalla Tab. 10 emerge chiaramente che i lavoratori atipici al 2002 sono circa 6 milioni e rappresentano oltre il 27% degli occupati.

È interessante la tabella 11 che evidenzia i lavoratori Co.Co.Co. (nel 2002 rappresentano circa il 40% degli atipici), distinti per sesso, classi di età, titolo di studio, ripartizione geografica e settore di attività; i valori si riferiscono a gennaio 1999.

Gli occupati part-time crescono dal 1997 al 2000 del 36% anche se l’incidenza del lavoro part time sull’occupazione è inferiore alla media europea (cfr. Tab.14 per l’anno 1999).

Per quanto riguarda la composizione del lavoro part-time risulta essere l’agricoltura il settore con la più alta percentuale di lavoratori (16,3%); vi è poi il commercio (14%) e i servizi di mercato (12,2%).

Nel 2002 i lavoratori part-time a tempo indeterminato sono circa il 16% degli atipici, mentre quelli a tempo determinato sono circa il 7,5% di tutti i lavoratori atipici. È interessante rilevare che nel settore pubblico la forma di part-time più estesa è quella “fino al 50%” dell’orario standard (61%).

Nel 2002 i lavoratori part-time sono stati 1.870.000 unità, (il 75% è rappresentato da donne).

Il lavoro interinale, è stato introdotto con il Pacchetto Treu; nel 1998 erano autorizzate 34 società, nel 2000 sono arrivate a 52 unità, attualmente sono 69, con un totale di 2.114 filiali distribuite nel territorio nazionale [1].

Le imprese che si servono del lavoro interinale si trovano soprattutto nel Nord del Paese, (più del 40% nel Nord Ovest).

Va ricordato che l’utilizzo del lavoro interinale non è appannaggio delle imprese maggiori ma anzi è molto diffuso tra le imprese di piccola e media dimensione (cfr. Tab.17).


[1] Il Ministero del lavoro (cfr. www.minwelfare.it) a febbraio 2003 segnala che gli sportelli attivi in totale sono 2.208.