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Rita Martufi
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Consulente ricercatrice socio-economica; membro del Comitato Scientifico del Centro Studi Trasformazioni Economico Sociali (CESTES) - PROTEO

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Privatizzare dal globale al locale... e viceversa. Per un quadro di riferimento sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali

Rita Martufi

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Per quanto riguarda la regolamentazione del mercato va rilevato che entro il 2003 è previsto che la gestione dei servizi di trasporto venga decisa attraverso gare organizzate dalle Regioni.

Va ricordato che il servizio di trasporto viene effettuato con modalità diverse tra le quali le più diffuse ed importanti sono:

- le ferrovie

- le metropolitane

- le autolinee

- le tramvie

Queste 4 modalità costituiscono il 98,7% dei servizi offerti ; vi sono poi da ricordare i servizi di navigazione interna e gli impianti fissi (es. funicolari, ecc.).

Le autolinee rappresentano il 76,9% della distribuzione del traffico e rappresentano quindi la modalità di trasporto più utilizzata. (Cfr. Tab.8)

La domanda dei trasporti pubblici è in forte declino ormai da circa 15 anni; basti pensare che nel 1981 il numero dei passeggeri dei trasporti pubblici era di circa 6,1 miliardi mentre nel 1998 sono scesi a 3,8 miliardi. Questo risultato negativo va imputato in primo luogo alla cattiva qualità dei servizi accompagnati da un aumento dell’uso dei mezzi propri dei cittadini. I dati ci mostrano che, ad esempio, nell’anno 2000 nelle Regioni di Nord Ovest il mezzo pubblico è stato utilizzato da un 14,9% di cittadini , nelle regioni di Nord Est dal 9,9%, nel Centro da un 14,2% mentre nel Sud dal 9,5% [1]; è chiaro comunque, per ovvi problemi di addensamento della popolazione, che il mezzo pubblico è più diffuso nelle città mentre il mezzo privato nei centri di dimensioni più piccole.

L’offerta del Trasporto Pubblico Locale (vista come posti-km) è rimasta invece negli anni ’90 abbastanza stabile. Anche in questo caso vi è una forte predominanza delle autolinee rispetto agli altri mezzi di trasporto (nel 2000 hanno rappresentato l’84,2% dell’offerta) mentre il treno ha registrato una percentuale pari al l’1,8%, le tramvie il 3,3% e le metropolitane il 10,6%. Si registra questa prevalenza dei trasporti su gomma nonostante si debba rilevare che il nostro parco macchine è molto vecchio; l’età media del parco mezzi del nostro Paese è di circa 13 anni, a fronte di una media europea di 7 anni.

Per il trasporto su metropolitane va fatta un’osservazione : la rete di metro nel nostro Paese è ancora molto limitata rispetto agli altri paesi europei; infatti, al momento solo grandi città come Roma, Milano e Napoli posseggono adeguate reti metropolitane. Basti pensare che in Italia nel 1998 si avevano circa 113 km di metropolitana a fronte di Parigi che ha 199 km e Londra 157 km.

Se si analizzano, invece, le reti tranviarie si ricorda che al momento nel nostro Paese vi sono 407 Km di rete tranviarie (nelle città di Torino, Roma, Milano, Genova, Trieste e Napoli).

Per quanto riguarda invece il servizio ferroviario è interessante riportare i risultati di una ricerca dell’ISTAT che lo analizza per frequenza di uso e per classi di giudizio negli anni dal 1993 al 2000. La valutazione, rappresentata con valori di scala che vanno da 1 a 10, mostra che gli utenti soddisfatti decrescono da Nord a Sud e risulta essere più alta nei centri urbani (cfr. Tab.9 [2]).

Per quanto riguarda la sicurezza si noti che nel 2000 il numero degli incidenti “tipici” (quelli cioè direttamente legati alla circolazione ferroviaria), si è ridotto passando dai 100 incidenti del 1999, per arrivare ai 95 incidenti del 2000 (cfr. Tab.10).

Per la puntualità negli orari i valori più alti registrati nel 1995-1996 sono stati raggiunti di nuovo nel 2000.

Anche il trasporto internazionale è stato liberalizzato e nell’anno 2000 sono state concesse 19 licenze (cfr. Tab.12).


[1] Dati MCC, Federtrasporto 2001.

[2] Valori percentuali - anno 2000