Rubrica
Per la critica del capitalismo

Copyright - Gli articoli si possono diffondere liberamente citandone la fonte e inserendo un link all'articolo

Autore/i

Rebeca Oroza Busutil
Articoli pubblicati
per Proteo (1)

Ricercatrice, Centro degli Studi Europei, L’Havana, Cuba

Argomenti correlati

Movimento "no global"

Social forum

Nella stessa rubrica

Il capitalismo greco, l’Unione Europea e la Sinistra
John Milios

Moneta, denaro e capitale: concetti dagli inizi del XXI secolo
Henrike Galarza

Firenze ‘02: Altre Europe sono possibili. Costruire l’opposizione alla barbarie del capitale
Armando Fernández Steinko

Il movimento antiglobalizzazione: un nuovo soggetto nelle relazioni internazionali?
Rebeca Oroza Busutil

 

Tutti gli articoli della rubrica "Per la critica del capitalismo"(in tutti i numeri di Proteo)


Home
Autori
Rubriche
Parole chiave

 

 

 

Il movimento antiglobalizzazione: un nuovo soggetto nelle relazioni internazionali?

Rebeca Oroza Busutil

Formato per la stampa
Stampa

3. Rischi e possibilità del movimento

L’attuale Movimento Critico della globalizzazione neoliberale si caratterizza per la sua strutturazione a partire dai movimenti indirizzati a far sorgere le rivendicazioni dei settori specifici della popolazione che si sente danneggiata dagli effetti della globalizzazione neoliberale; è a partire da ciò che questi movimenti hanno adottato originariamente un tipo di comportamento monopolizzato e seprato. Ciò spiega anche la sua attuale eterogenità, tanto sul piano nazionale che su quello regionale e mondiale.

Questa pluralità e diversità sociale, constituisce il lineamento essenziale del Movimento, con la partecipazione nello stesso dei settori della piccola e media borghesia, degli studenti, dei lavoratori, dei contadini, dei disoccupati, delle casalinghe e di altri gruppi sociali.

Per alcuni analisti, questa eterogenità è l’espressione della vitalità, della freschezza presente nel movimento e identificano la sua critica del neoliberalismo e della globalizzazione come una lotta antisistematica ed anticapitalista. Questa ampiezza del suo spettro ideologico, con la partecipazione degli ecologisti, delle femministe, dei pacifisti, dei movimenti dei sessi, delle chiese dai differenti credi, dei sindacati, degli anarchici autonomisti, degli autogestiti, del movimento dei senza terra, dei socialisti, dei socialdemocratici, dei trotskisti, dei comunisti e marxisti, implic a la presenza nello stesso di diverse correnti di pensiero politico ed ideologico che sostengono, pertanto, differenti metodi per affrontare la globalizzazione neoliberale.

D’altra parte, la critica al neoliberalismo presente nel Movimento non è sempre un’aperta messa in discussione del sistema, così che nelle proposte indirizzate ad umanizzare il capitalismo e a portare avanti la lotta attraverso le manifestazioni pacifiche di pressione, il dialogo e la negoziazione, così come la convinzione del fatto che un’altro mondo sia possibile attraverso la via della partecipazione cittadina, senza far crollare il potere borghese ed instaurare il potere della classe operaia, si osserva la forte presenza di un settore riformista, rappresentato, da diverse ONG ed organizzazioni come ATTAC (Associazione la Tassazione delle Transazioni Finanziarie per l’Aiuto ai Cittadini) [1], dal movimento zapatista, dal MAM (Movimento contro l’Europa di Maastricht e la Globalizzazione Economica)  [2], dal RCADE (Rete Cittadina per l’abolizione del Debito Estero) [3], dalle burocrazie sindacali, così come dalla AFL-CIO e dalla Confederazione Europea dei Sindacati (CES), tra gli altri.

Il settore più radicale del Movimento, integrato fondamentalmente da giovani che partecipano attivamente alle manifestazioni, oltre a mettere in discussione il sistema capitalista e a dichiararlo responsabile dei mali che affliggono l’umanità, sono d’accordo nel considerare l’azione diretta e la disubidienza civile come forme di lotta contro il capitale, nonostante ciò, ancora non hanno un’alternativa al capitalismo, e nemmeno un progetto per la sua sostituzione.

Questa eterogeneità ha inciso inoltre sul carattere e sulla composizione delle mobilizzazioni. Intanto a Praga si sono evidenziati i settori più radicalizzati politicamente; Seattle o Nizza, hanno contato sulla forte partecipazione operaia, ma capeggiata dai loro dirigenti burocrati.

Anche nel Foro Sociale Mondiale di Porto Alegre, questa divisione è stata presente. Settori dell’accampamento giovanile hanno emesso una dichiarazione intitolata “Un’altro mondo è possibile”, solo distruggendo il capitalismo. Questa dichiarazione è stata promossa dalle organizzazioni trotskiste tra cui Strategia Rivoluzionaria e Gioventù in Lotta Rivoluzionaria [4], entrambe brasiliane, In Chiave Rossa, argentina, e gruppi anarchici.

Generalmente, il Movimento, sia nella sua ala più radicale che in quella riformista, è impegnato nella ricerca delle alternative, in quanto considera che “Un’altro mondo sia possibile”, senza che osservi come realmente ottenerlo.

D’altra parte, nella “Lettera dei Principi” del Foro Sociale Mondiale di Porto Alegre, celebrato nel 2001 si afferma: “Il Foro Sociale Mondiale è uno spazio plurale e diverso, non confessionale, nè governamentale, non partitario, che articola in forma decentralizzata e non in rete, le entità e i movimenti che sono coinvolti nelle azioni concrete, locali o internazionali, per la costruzione di un’altro mondo”. “non devono partecipare al Foro rappresentazioni partitarie nè organizzazioni militari”. Potranno essere invitati a partecipare a carattere personale, governanti o parlamentari che si assumano gli impegni di questa lettera”.

Queste definizioni, presenti anche a Porto Alegre 2002 e nel Foro Sociale tematico celebrato in Argentina, lo scorso mese di agosto, indicano la carenza di idee di governabilità e dei programmi alternativi nel Movimento e riflettono un consenso dei suoi partecipanti perchè non vengano incorporati gruppi istituzionalizzati, enfatizzando i partiti della Sinistra tradizionale. Questa decisione è motivata, sembra, dal fatto che i gruppi suddetti vengano identificati come vincolati alle istituzioni statali e a quelle di tipo economico, sociale e culturale penetrate dal fenomeno globalizzatore, contro il quale si scontrano precisamente i movimenti sociali.

Questa posizione estrema, e forse sostenibile nel futuro, non è lontana dal pericolo reale che il movimento possa essere penetrato dalle organizzazioni con capacità o possibilità di essere deviato dai suoi obiettivi originali, terminando come un’alternativa più dello stesso capitalismo, le cui potenzialità non devono essere ignorate. È innegabile inoltre il rischio dell’assimilazione alla “istituzionalizzazione” che ora rifiuta e che potrebbe significare la perdita della sua credibilità. L’esempio dei Verdi, divenuti partiti politici, dimostra questo rischio.

Attualmente il Movimento, potenziato dai partecipanti al Foro d’Argentina, si pronuncia contro l’ALCA, e per la prima volta, si è parlato di imperialismo, così come di necessità di guadagnare maggiore vigore nelle forze di Sinistra presenti nel Movimento. Ciò potrebbe portare in alcuni paesi verso la lotta con criteri politici più definiti che muova alla ricerca di quel “mondo migliore” per riordinarlo a partire dal potere. Questa possibilità ha maggiore forza nei paesi dell’America Latina.

È inevitabile che nel suo discorso nel quale si sente la parola imperialismo si sommi il socialismo. Otternerlo richiederebbe molto tempo perchè non sono pochi e sono radicati i fantasmi che questa parola provoca oggi.

In ogni caso, il fatto che il Movimento smascheri la globalizzazione neoliberale come progetto politico sostenuto dalle elite dei paesi capitalisti del più alto livello di sviluppo, garantiti dai loro organismi internazionali, come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, dimostra la vulnerabilità di un fenomeno che sembrava irremovibile.

Anticipare la rotta futura del Movimento non è ancora possibile. La sua attuale strategia di lotta su scala universale, nella forma di disubidienza civile non violenta, potrebbe essere fattibile in paesi isolati. L’ottenimento del potere e la possibilità di mantenerlo senza realizzare una rivoluzione radicale è praticamente impossibile.

Nonostante ciò, deve prevalere l’ottimismo, in quanto non c’è dubbio che il mondo attuale è governabile; così che avrà bisogno sempre di più con maggiore urgenza che venga governato da forze capaci di stabilire un ordine giusto che dovrà rispondere alle caratteristiche e alle particolarità di ogni regione e di ogni paese, evitando la ripetizione mimetica dei modelli che hanno condotto ad errori che hanno generato fallimenti ben conosciuti per le loro conseguenze. Non deve essere negata la possibilità che forze riordinatrici siano partorite dall’attuale Movimento Critico della Globalizzazione neoliberale.

4. Conclusioni

Il Movimento Critico della Globalizzazione neoliberale, è conseguenza di due condizioni: da una parte la graduale presa di coscienza dei settori, sempre di più grandi, dell’opinione pubblica internazionale riguardo la gravità delle conseguenze economiche, sociali e altre, della globalizzazione neoliberale e dei problemi globali originati o accentuati da quest’ultima, e dall’altra, è il risultato della necessità di una ricostruzione delle forze di Sinistra in un nuovo contesto internazionale e su nuove basi organizzative.

Anche se è di vitale importanza che le multitudini contestatarie identifichino e distinguano concettualmente i termini globalizzazione e neoliberale, nella pratica ciò che è importante è che la lotta non si indebolisca o muoia mossa da destini impercorribili.

Il Movimento Critico della Globalizzazione Neoliberale, è stato ed è l’interruzione dell’internazionalizzazione degli aggrediti contro l’internazionalizzazione degli aggressori. Nessuno dei soggetti sociali affrontato è nuovo, nè la loro lotta è iniziata adesso. Ciò che distingue questa nuova tappa nella storia del confronto del capitale e del lavoro, è il carattere differente di entrambi, il primo sviluppando la sua nuova tappa d’internazionalizzazione ed il secondo collaudando nuove forme di confronto in uno scenario differente a quello di secoli immediatamente precedenti.

Nota

Quest’articolo è stato scritto prima della celebrazione del Foro Sociale Europeo a Firenze. Dopo aver partecipato a quest’evento, ho potuto constatare che gli elementi essenziali che si esprimono nell’articolo confermano la tendenza generale di questo movimento su scala internazionale.

I temi centrali, che in forma trasversale hanno costituito oggetto di dibattito e discussione del Foro, come la Globalizzazione, il Liberalismo, la Guerra e la Pace, costituiscono tematiche imprescindibili per lo sviluppo e il rafforzamento del movimento. Evitare la guerra in qualsiasi delle sue dimensioni, è di vitale importanza per questo continente e dovrà essere vista con la stessa ottica a Porto Alegre 2003.

Lo svolgimento del primo FSE ha costituito una nuova significativa opportunità per il futuro sviluppo e consolidamento dell’attuale Movimento antiglobalizzazione neoliberale, non solo nel continente, ma anche su scala mondiale. Per tale ragione, è importante che tanto nel FSE di Firenze, così come a Porto Alegre nel 2003, il Movimento non si limiti alla critica della globalizzazione neoliberale, ma sia anche capace di presentare programmi ed alternative reali che rendano possibile l’esistenza di un altro mondo che oggi acclama, sempre con più forza, la maggior parte dell’umanità.


[1] ATTAC, inizialmente denominata Associazione per la Tassa Tobin dell’Aiuto ai Cittadini, con l’obiettivo di lottare per rendere concreta la proposta della tassazione dei movimenti del capitale speculativo, fatta dall’economista nordamericano, James Tobin, sorge in Francia a giugno del 1998 e si è estesa già a circa 30 paesi. Inoltre ad esigere misure concrete come l’imposizione della Tobin, la stessa stabilisce la cancellazione dei paradisi fiscali, l’annullamento del debito estero pubblico del Terzo Mondo, tra le altre esigenze.

[2] Il MAM, sorge alla radice della protesta di un settore proveniente dal Movimento ecologista ed alternativo contro il Trattato di Maastricht, attualmente è stato integrato nel MRG. Quest’ultimo, composto fondalmentalmente da giovani, sorge nell’estate del 2000 e dopo la sua partecipazione alle mobilizzazioni di Praga si è convertito in un punto di riferimento del Movimento.

[3] RCADE ha origine nella Piattaforma costituita intorno alla mobilizzazione sviluppata nel 1994 a Madrid per destinare lo 0,7% del PIL agli aiuti per lo Sviluppo; la sua principale iniziativa pubblica è stata la celebrazione di una Consultazione Sociale sull’Abolizione del Debito Estero, coincidendo con la celebrazione in Spagna delle elezioni generali del 12 marzo del 2000.

[4] Quest’organizzazione appartiene alla Frazione Trotskista Strategia Internazionale, insieme al Partito dei Lavoratori per il Socialismo dell’Argentina (PTS), la Lega dei Lavoratori per il Socialismo del Messico (LTS), la Lega Operaia per la Quarta Internazionale di Bolivia (LOR-CI) e la Classe contro Classe del Cile.